Un'interpretazione freudiana di Stria
una possibile chiave di lettura
Recensione di D.Maioli | | bonelli/
Scheda IT-RFUM-5
- Stria
valutazione (6,6,7) 94%
Recensione
- Dal profondo
gli orrori nelle profondità digrignano i denti, aspettandoti
Stria, come ben ha sottolineato il suo autore nellintroduzione, è unopera aperta a più tentativi dinterpretazione. Si tenta unesegesi in chiave freudiana dellopera. Altre vie sono dunque legittimamente percorribili da chi volesse tentare, in seguito, altre interpretazioni.
Il perno della narrazione ruota attorno a un fatto traumatico accorso ai due protagonisti della vicenda,
I fatti narrati si configurano come una ricerca di ciò che Freud chiama lunheimlich, il perturbante, ciò che è rimosso dalla coscienza e può tornare, a esempio grazie a un oggetto che faccia da tramite.
Il termine Super-Io è stato introdotto da Sigmund Freud nell'ambito della seconda teoria dell'apparato psichico, che prevede tre istanze della personalità: l'Es (il polo pulsionale della personalità), il Super-Io (il ruolo di giudizio e di critica) e l'Io (la struttura organizzatrice che media pulsioni ed esigenze sociali).La rimozione del delitto commesso dai due ragazzi porta a due reazioni differenti da parte dei loro rispettivi super-io: Chiara rifiuta totalmente la realtà e vive delle proprie fantasie, turbata solamente nei suoi sogni; durante lattività onirica, infatti, lattività censoria del super-io si indebolisce e permette al subconscio di riemergere. Chiara rifiuta la stabilità, la famiglia, preferendo vivere sempre in movimento, letteralmente sempre tra le nuvole, senza mai piantare le radici in un posto. Chiara vuole fuggire dallunheimlich, e quando esso riaffiora, ineluttabile e possente, per preservare la sua coscienza, lei lo ignora, creandosi una realtà immaginifica dove vivere bene. Chiara è il rifiuto del rimosso.
Fuggire dai propri ricordi è impossibile
bozza di cover per Stria, di Luigi Simeoni
(c) 2011 Sergio Bonelli Editore
Fabio, dopo essere fuggito anchesso dal proprio rimorso, ma a differenza di Chiara facendo uso di droghe che lo stordissero, intraprende la carriera di fotografo. Egli ricerca la verità, e la ricerca nel modo più oggettivo possibile, e anche quello più doloroso, non affidandosi ai propri ricordi ma a qualcosa di inconfutabile, come può essere una fotografia. Fabio ricorda: non è stata una strega ad uccidere il povero Alfredo. Sono loro gli unici, veri, assassini. Una volta scoperta la verità egli non può sopportarla. Due alternative, entrambe legate al rifiuto, lo attendono: ricominciare a drogarsi o suicidarsi. Drasticamente, dopo aver scritto una lettera di confessione, unica testimonianza oggettiva dello svolgersi dei fatti, cui è affidato il compito di svelare il mistero, Fabio esce di scena suicidandosi.
Chiara ha invece bisogno di un oggetto che faccia da tramite e permetta ai suoi ricordi di riemergere dallabisso in cui li ha sepolti. Questo oggetto è un cuore di legno intagliato per lei da Alfredo. I ricordi riemergono ma Chiara li seppellisce ancora più a fondo, sostituendoli con una realtà di comodo immaginata dal suo super-io per evitarle il dolore della verità.
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