Il Lupo non perde il pelo
Wolvie e Sabretooth: (debole) scontro finale
Recensione di R.Gallaurese | | comics/


Il Lupo non perde il pelo
C'era una volta Wolverine Origins, una stupenda miniserie di Paul Jenkins e Andy Kubert che si accollò l'onere di indagare e svelare moltissimi dettagli sul passato di uno dei personaggi Marvel più amati di sempre. In quell'occasione, gli autori decisero di affrontare (o meglio di suggerire) quale fosse il legame che univa Logan alla sua nemesi per eccellenza: Victor Creed, in arte
Praticamente...Lupacchiotti!
Cosa accade di preciso? Logan è perseguitato da sogni in cui ripercorre la Storia del Genere umano attraverso gli occhi di una strana razza di uomini lupo (i Lupoidi) presente dall'alba dell'uomo. QuandoA rendere affascinante questa cavalcata sono soprattutto i disegni di Simone Bianchi, ennesimo talento nostrano che riesce a sfondare negli States. Chi ha potuto ammirare le sue tavole in anteprima nel volume Wolverine Premiere, pubblicato lo scorso anno, però, avrà notato come i suoi meravigliosi effetti di chiaroscuro siano stati fortemente penalizzati dalla colorazione (e in effetti alla Marvel sono corsi ai ripari ripubblicando le storie anche in formato Bianco e Nero) e il risultato appare, a volte, un po' confusionario e meno d'impatto di quanto avrebbe potuto essere.
La Storia si ripete? Purtroppo no!
Ma cosa c'è di preciso che non quadra, in questa storia? C'è che Loeb pare essere caduto nella trappola in cui molti autori di comics cascano, vale a dire il voler costantemente riscrivere passato e caratteristiche dei personaggi ignorando il lavoro svolto da coloro che vengono prima. Insomma, appare ridicolo che nell'intera vicenda non venga mai citato neanche un singolo dettaglio presentato in Wolverine Origins, fino ad ora opera imprescindibile per chi si accinge ad esplorare il passato di Logan. Come se ogni autore si sentisse libero di inventare un passato ai personaggi, fregandosene di quella continuity da sempre croce e delizia dei Marvel Fan e negli ultimi tempi sempre più ignorata e stravolta. Qui ci si limita a vedere i due nemici prendersi ad artigliate, strapparsi arti, insultarsi con battutine sarcastiche, rievocare scontri passati in un turbinio di Splash-Page ad effetto che non costruiscono, però, la benchè minima tensione narrativa. Difatti, giunti all'inevitabile finale shock (che non vi riveliamo anche se, onestamente, siamo certi che non avrete difficoltà ad indovinarlo) si assapora un senso di insoddisfazione, come se avessimo atteso una girandola di fuochi d'artificio e ci fossimo ritrovati ad assistere ad un paio di mesti scoppiettii.
Davvero un peccato, anche perché Loeb dimostra grande competenza proprio verso quel passato Marvel che spesso viene dimenticato e
rievoca molte vicende legate al rapporto Logan/Creed sconosciute ai fan meno esperti (come lo squartamento di Psylocke compiuto da Creed in una storia di fine anni '90, nel
periodo in cui Loeb scriveva Cable e X-Force); inoltre riesce nell'intento di resuscitare un personaggio secondario dell'univero mutante, ovvero lo scatenato
Wolverine: Evoluzione, di Jeph Loeb (storia) e Simone Bianchi (disegni) - Panini Comics, 17x25 cm, 80 pagg, colori, testata "Wolverine" (216/219), 3.30