Il Lupo non perde il pelo

Wolvie e Sabretooth: (debole) scontro finale
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Il Lupo non perde il pelo
 

Il Lupo non perde il pelo

C'era una volta Wolverine Origins, una stupenda miniserie di Paul Jenkins e Andy Kubert che si accollò l'onere di indagare e svelare moltissimi dettagli sul passato di uno dei personaggi Marvel più amati di sempre. In quell'occasione, gli autori decisero di affrontare (o meglio di suggerire) quale fosse il legame che univa Logan alla sua nemesi per eccellenza: Victor Creed, in arte Sabretooth. Sostanzialmente emerse che i due erano fratellastri, figli dello stesso padre, dal quale avevano ereditato il gene mutante. Sembrava una spiegazione coerente, in grado di giustificare le somiglianze fisiche e caratteriali dei due personaggi senza perdersi in eccessi da soap-opera (fratelli separati alla nascita e cose simili). Evidentemente questa scelta narrativa non ha convinto del tutto il responsabile Marvel Joe Quesada e, soprattutto, lo sceneggiatore Jeph Loeb, tornato da poco alla Casa delle Idee dopo una lunga permanenza alla DC e svariate esperienze televisive (ha scritto episodi per Smallville e Heroes). Quando si è saputo che Loeb avrebbe scritto un ciclo di storie che avrebbe presentato lo scontro finale fra Wolverine e Sabretooth molti lettori hanno pensato che la miniserie di Jenkins sarebbe stata considerata basilare e che le rivelazioni in essa contenute sarebbero starte ripescate. Niente di più sbagliato. Loeb passa da opere stupende (Captain America: Fallen Son) ad altre decisamente più modeste come questo Evoluzione, ciclo in 6 numeri che dovrebbe rappresentare il confronto definitivo fra i due nemici di sangue ma che tradisce le attese e introduce nuovi elementi ad una mitologia che, dei suddetti elementi, poteva fare comodamente a meno.

Belve a confronto!
disegno di Simone Bianchi

(c)2007 Marvel Comics

Belve a confronto!<br>disegno di Simone Bianchi<br><i>(c)2007 Marvel Comics</i>

Praticamente...Lupacchiotti!

Cosa accade di preciso? Logan è perseguitato da sogni in cui ripercorre la Storia del Genere umano attraverso gli occhi di una strana razza di uomini lupo (i Lupoidi) presente dall'alba dell'uomo. Quando Pantera Nera scopre in Wakanda alcuni resti di creature che sembrano un incrocio fra uomo e felino decide di convocare due mutanti che hanno evidenti caratteristiche riconducibili a quella sconosciuta razza: Wolverine e Sabretooth. Già Logan è furioso perhè Creed se la spassa all'Istituto Xavier come se non fosse un pericoloso pluriomicida (e il motivo della sua permanenza in quel luogo va ricondotto al recente ciclo di Mike Carey sulle pagine di X-Men), quando poi inizia a rendersi conto che il loro legame forse risale addirittura alla Notte dei Tempi, grazie ad un corredo genetico che li rende esponenti della razza lupoide le cose si aggravano. Pare infatti che fra lupoidi fosse molto comune che due esponenti (uno "scuro" ed uno "biondo") diventassero spietati rivali, quindi la Storia non ha fatto altro che ripetersi, arrivando fino ai nostri due sfidanti. Alla base di tutto c'è però una sorta di Leader Supremo, tale Romulus (qui vi è concesso sghignazzare...), probabile "matrice" dell'intera stirpe lupoide e altrettanto probabile responsabile di tutte (e dicasi Tutte, persino di Arma X) le disgrazie che hanno costellato la vita del povero X-Man. Loeb imbastisce questo scontro saltando da un luogo all'altro e da un periodo storico all'altro (partiamo dalla Preistoria fino ad arrivare al 1942) e ne approfitta per ripescare praticamente tutti i confronti più eclatanti fra i due mutanti.

A rendere affascinante questa cavalcata sono soprattutto i disegni di Simone Bianchi, ennesimo talento nostrano che riesce a sfondare negli States. Chi ha potuto ammirare le sue tavole in anteprima nel volume Wolverine Premiere, pubblicato lo scorso anno, però, avrà notato come i suoi meravigliosi effetti di chiaroscuro siano stati fortemente penalizzati dalla colorazione (e in effetti alla Marvel sono corsi ai ripari ripubblicando le storie anche in formato Bianco e Nero) e il risultato appare, a volte, un po' confusionario e meno d'impatto di quanto avrebbe potuto essere.

Senza esclusione di colpi
disegno di Simone Bianchi

(c) 2007 Marvel Comics

Senza esclusione di colpi<br>disegno di Simone Bianchi<br><i>(c) 2007 Marvel Comics</i>

La Storia si ripete? Purtroppo no!

Ma cosa c'è di preciso che non quadra, in questa storia? C'è che Loeb pare essere caduto nella trappola in cui molti autori di comics cascano, vale a dire il voler costantemente riscrivere passato e caratteristiche dei personaggi ignorando il lavoro svolto da coloro che vengono prima. Insomma, appare ridicolo che nell'intera vicenda non venga mai citato neanche un singolo dettaglio presentato in Wolverine Origins, fino ad ora opera imprescindibile per chi si accinge ad esplorare il passato di Logan. Come se ogni autore si sentisse libero di inventare un passato ai personaggi, fregandosene di quella continuity da sempre croce e delizia dei Marvel Fan e negli ultimi tempi sempre più ignorata e stravolta. Qui ci si limita a vedere i due nemici prendersi ad artigliate, strapparsi arti, insultarsi con battutine sarcastiche, rievocare scontri passati in un turbinio di Splash-Page ad effetto che non costruiscono, però, la benchè minima tensione narrativa. Difatti, giunti all'inevitabile finale shock (che non vi riveliamo anche se, onestamente, siamo certi che non avrete difficoltà ad indovinarlo) si assapora un senso di insoddisfazione, come se avessimo atteso una girandola di fuochi d'artificio e ci fossimo ritrovati ad assistere ad un paio di mesti scoppiettii.

Davvero un peccato, anche perché Loeb dimostra grande competenza proprio verso quel passato Marvel che spesso viene dimenticato e rievoca molte vicende legate al rapporto Logan/Creed sconosciute ai fan meno esperti (come lo squartamento di Psylocke compiuto da Creed in una storia di fine anni '90, nel periodo in cui Loeb scriveva Cable e X-Force); inoltre riesce nell'intento di resuscitare un personaggio secondario dell'univero mutante, ovvero lo scatenato Wild Child, ex-membro di X-Factor e conferirgli una rinnovata ferocia che potrebbe renderlo un nemico insolito ed interessante. Il suo tentativo di riannodare i fili di uno scontro che dura da decenni si risolve, però, in una sterile rissa fra belve che sparge indizi per storie future (chi sarà Romulus? Logan è davvero un Lupoide?) che, sinceramente, non sembrano essere dotate di particolare appeal.

Wolverine: Evoluzione, di Jeph Loeb (storia) e Simone Bianchi (disegni) - Panini Comics, 17x25 cm, 80 pagg, colori, testata "Wolverine" (216/219), € 3.30