I magnifici tre
Una pacifica comunità è minacciata dai seguaci di Thorke
Recensione di G.Del Duca | | dampyr/


I magnifici tre
Scheda IT-DP-71
- Massacratori delle Ande, I
valutazione 58%
Il canovaccio è quello di una classica storia western, e anche lo svolgimento presenta una lunga serie di situazioni narrative tradizionali del genere. Ma non si tratta di una mancanza di originalità quanto di una voluta ricerca del topos facilmente riconoscibile dagli amanti del western
(l'addestramento dei pacifici abitanti di
A cavallo tra i generi
Faggella, che aveva esordito con una storia di grande portata drammatica come 'Danza con la morte', con un messaggio di fondo che racchiudeva il senso dell'intero albo, in questo caso elabora una trama d'azione senza fronzoli e si dimostra all'altezza del compito di affiancare Boselli, pur non riuscendo ad evitare alcune sensazioni di 'già visto' man mano che la vicenda prosegue e arriva al suo inevitabile epilogo.
Lo sceneggiatore se la cava bene non solo nell'amalgamare le varie linee narrative e temporali (anche se il flashback d'apertura è probabilmente troppo lungo rispetto
alla sua reale funzione, che è quella di mostrare l'imprigionamento nella miniera degli uomini di don Augusto), ma anche nel gestire i rapporti tra i tre protagonisti,
che in più di un'occasione, in passato, si sono limitati a qualche scambio di battute 'da duri', che non portavano da nessuna parte. Neanche in questo caso ci sono
particolari guizzi, ma la caratterizzazione in particolare di
Si è già detto dei disegni di Dotti. Il suo tratto è meno appariscente rispetto a quello di altri disegnatori della testata,
ma i suoi disegni riescono ad interpretare in maniera esemplare storie di questo tipo, con uno stile omogeneo e pulito.
La copertina di Enea Riboldi punta tutto sull'effetto del colore dello sfondo e sulla figura di
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Scheda IT-DP-71
- Massacratori delle Ande, I
valutazione 58%