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Autobiografia Sono nato a Milano 28 anni fa, in terza elementare decido che da grande avrei fatto lo scrittore, creando massimo scompiglio in famiglia, dove per tradizione avrei dovuto prendere le redini dell'impresa paterna.
Dopo anni di lotta di classe mi ritrovo nel 1990 iscritto al corso di sceneggiatura della Scuola del Fumetto di Milano, il mio docente è Antonio Tettamanti, che mi nomina sul campo suo assistente e poi parto per militare. Rinuncio alla carriera di mercenario in Angola e al congedo torno a scuola, riprendo il mio posto di assistente e intanto faccio il solito giro per case editrici con i soggetti sottobraccio come ogni giovine sceneggiatore che si rispetti. Pubblico la prima cosa a 22 anni, Virtual Heroes, e immediatamente dopo 3 episodi di Demon Hunter. Per penitenza rimango otto mesi su una montagna del Tibet a riflettere con Kut Humi sul crollo degli ideali in occidente. Quando torno scopro di essere docente di ruolo alla Scuola del Fumetto e redattore della neonata casa editrice della scuola, la SF EDIZIONI. Esce Pulp Stories, disegnata dal futuro vampiro Luca Rossi, miniserie in 6 numeri, il primo progetto interamente mio, fondo la Troglocomics Ltd, assieme ad altri autori, negli anni successivi sbarco il lunario scrivendo per Selen, Touring Junior, Magic Press, Il Sole 24 ore e molti altri, intanto la SF edita un'altra mia serie: Randall Mc Fly e il volume Video Inferno poi capisco che il mio doppio ruolo a scuola è un palese conflitto di interessi e mi licenzio dalla redazione, ora cerco di insegnare e basta! Un giorno entro nel mitico Studiocomics perché Enea Riboldi voleva un nuovo sceneggiatore per Tony e Clint, l'houseorgan dell'Alleanza Assicurazioni, Riboldi diventa subito il mio guru, il mio maestro di vita, un secondo papà, Carlo Ambrosini, dalla scrivania di fianco, mi dice: "ti terrò presente per una cosa...". Quando uno come Ambrosini dice così, ti tremano i ginocchi. Intanto procedo bello bello nell'editoria indipendente, fondiamo la Factory e sforniamo un sacco di materiale, lavoro con Luca Bertelé e Maurizio Rosenzweig, imparo un po' di cose legate al marketing, all'editoria eccetera, mentre si fa largo in me il sogno di fare una rivista di fumetti. Poi un giorno Ambrosini mi chiama, è serissimo, vuole farmi fare Napoleone. Io svengo e appena mi riprendo scopro di essere fidanzato con Pasquale Del Vecchio, iniziamo a lavorare assieme con allegria. L'anno scorso comincio a fare cabaret per hobby, in compagnia del mio migliore amico che suona la chitarra, un paio di mesi dopo siamo inseriti nella programmazione ufficiale dello ZELIG di Milano e non ho ancora capito come è successo. Affianco Cabaret/Fumetti scoprendo che sono molto conciliabili, e vado avanti a scrivere cose "serie" di giorno e fare lo "scemo" la sera, siccome non c'è due senza tre, ai Fumetti/Cabaret aggiungo la Radio, comincio a lavorare come conduttore notturno a Radio Popolare, dove il martedì notte conduco un programma folle chiamato Strane Storie in compagnia di Cristiano Valli, Il Saggio e Il Campione.
Per i troppi impegni le ragazze mi mollano a cadenza trimestrale e mi ci
abituo con difficoltà. Secondo Deathclock morirò il 12 Maggio 2045, nel frattempo ci sono ancora un
sacco di cose che devo fare.
"Positivo l’arrivo di Cajelli ai testi di Napoleone. Non c’è dubbio che la cosa presentasse qualche margine di rischio, stante la forte caratterizzazione personale data da Ambrosini alla serie. Il neoacquisto di casa Bonelli ha saputo evitare sia l’appiattimento sul modulo ambrosiniano, sia la ricerca di una dimensione troppo propria del personaggio [...] Cajelli non rinuncia alla propria personalità, ma evita di stravolgere le caratteristiche del personaggio." Vincenzo Oliva dalla recensione a Napoleone n.10
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