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"Macchie solari"

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Dylan e June

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Sapevamo già che i ripetitori per cellulari potrebbero essere dannosi per la salute dell'uomo. Quello che ignoravamo è che tramite essi possiamo essere raggiunti dai demoni dell'aldilà!

Vatti a fidare dei ripetitori per cellulari . . .
recensione di C. Di Clemente



TESTI
Sog. e Sce. Pasquale Ruju    

Dylan Dog non va molto d'accordo con la tecnologia. I lettori abituali sanno che l'indagatore dell'incubo non ha in simpatia fax e computer. Come dargli torto, del resto? In passato ha già sperimentato che i cellulari fanno parte di una macchinazione a livello mondiale per controllare e condizionare il comportamento dell'uomo (come raccontato nel n.176 "Il "progetto""), mentre in quest'albo scopre alcuni effetti collaterali dovuti all'inquinamento elettromagnetico generato dai ripetitori per telefonini :-).

La storia di Ruju si propone come un incubo in piena regola. Nessun serial killer o vicenda dai toni giallo-polizieschi, ma tanti orrori e crudeltà come, ci sembra di poter dire, da un pò di tempo non si vedevano sulle pagine dell'indagatore dell'incubo.

Il soggetto non è originalissimo: un'epidemia di follia, una sola persona (il signor Pierce Saltzman) che intuisce cosa sta succedendo e che si rivolge a Dylan, motivandosi con la solita frase "lei è l'unico che può credermi".

Le cause della follia generale sono piuttosto fantasiose ma inquietanti per i nostri tempi: le perturbazioni sulla superficie del sole (le "macchie solari" che danno il titolo all'albo), attraverso il buco dell'ozono e amplificate dai ripetitori delle telecomunicazioni, fanno impazzire le persone portando loro messaggi dall'aldilà, spingendole a suicidarsi eliminando più persone possibili, per poi rinascere come una specie di zombi e uccidere ancora. E Dylan si limita a fare da spettatore in questa vicenda, coinvolto in pieno nella spirale della follia. Il suo intervento non è decisivo, poiché il fenomeno cessa solo quando il ripetitore crolla per il peso delle persone impazzite che si sono arrampicate sopra di esso.

"Il soggetto, non originalissimo, è ben sviluppato e raccontato..."    

La storia prende quota grazie alla sceneggiatura, e anche se Saltzman non si discosta dalla caratterizzazione tipica dello "scienziato" (che tra l'altro non è) un pò pazzo al quale nessuno crede, e sua figlia June non è approfondita adeguatamente, ci sono degli aspetti tecnici e contenutistici che aggiungono valore e spessore al soggetto.

Si parte subito con una persona che viene seppellita ancora viva, con un corteo di zombi o "rinati" (tra cui Groucho e Bloch!). La sepoltura vista in soggettiva dalla vittima è uno dei primi incubi della storia dell'horror, e fumettisticamente risale addirittura a Winsor Mac Coy, l'autore di "Little Nemo", con il suo "Dreams of a Rarebit Fiends" del 1904, in cui i protagonisti, assidui "divoratori di crostini di formaggio" (traduzione del titolo originale), hanno incubi terrificanti dopo le abituali abbuffate.
Ruju va oltre, lasciando intuire al lettore che la vittima, vestita come Dylan e mai mostrata in volto, sia il nostro indagatore dell'incubo preferito. Dopodiché parte la vicenda narrata nell'albo come in un flashback, e solo a pag.97, ultima vignetta, scopriamo che la vittima è in realtà Saltzman. Un bell'esempio di "ribaltamento", quindi. Che suscita anche qualche interrogativo al lettore: la vicenda è realmente accaduta o è solo un'allucinazione collettiva provocata dall'inquinamento elettromagnetico? Oppure un incubo del solo astronomo anziano? Dove finisce la realtà e dove inizia il sogno (o incubo?).

"Un Groucho che avvelena Dylan e un ribaltamento chiudono la storia aprendo interrogativi..."    
Anche le pag.95-96 alimentano questo dubbio: in quella che probabilmente è la maggior sorpresa dell'albo, abbiamo un Groucho rappresentato in maniera inquietante e diabolica, che avvelena Dylan e June, già disperati per non sapere come uscire dalla situazione di orrore, con un the, raccontando anche una barzelletta... Un'allucinazione, certo, ma, quando è iniziata?

Poi, una sequenza di orrori: si va dalla scena splatter con motosega all'ufficio postale (pag.18-19), come ai vecchi tempi ;-) e con qualche venatura umoristica, alle pag.74-77, un vero e proprio "inferno in terra", con persone inermi torturate fino alla morte o uccise con immagini forti e ben rappresentative dell'orrore della situazione. Tante crudeltà in primo piano, quindi, che non si vedevano da un pò su queste pagine e che negli ultimi tempi erano più che altro lasciate all'immaginazione del lettore, oscurando la vignetta al momento del delitto o cambiando l'inquadratura.

Groucho partecipa poco alla storia, ma le sue battute sono brillanti e sale in cattedra con il colpo di scena finale. La sceneggiatura è particolarmente attenta ai dettagli, alle cose non raccontate: così abbiamo una situazione umoristica a pag.79, prima vignetta, legata al divieto di fumare nella clinica degli orrori, mentre Saltzman, a pag.22, prima vignetta, rappresenta tutto il suo nervosismo facendo fare un deciso giro al mappamondo nello studio di Dylan.

Degna di menzione, infine, la responsabilità che si è assunto Ruju facendo raffigurare i personaggi principali della serie come zombi. Fino ad ora solo un certo Tiziano Sclavi si era concesso di abbruttirli (vedi le trasformazioni nel n.173, "Per un pugno di sterline"), e scusate se è poco... ;-)



DISEGNI
Bruno Brindisi    

Molto buono il lavoro di Brindisi, in perfetta sintonia con le atmosfere cupe e angoscianti della storia.

(7k)
Dylan e June
disegni di Bruno Brindisi - (c) 2002 SBE
   

Tutti i personaggi sono straordinariamente espressivi, e dai loro volti si legge l'orrore delle vittime (pag.74-77), il terrore e l'impotenza di Dylan (pag.66-67), lo smarrimento di June (ultima vignetta di pag.51). La camicia dell'ispettore Bloch nella seconda vignetta di pag.10 sembra veramente inzuppata dal sudore, e l'afa è sempre palpabile dai volti dei vari personaggi. Classica la rappresentazione di Saltzman (la persona un pò pazza ed eccentrica con occhiali enormi e spessi), mentre June esce dall'anonimato proprio grazie ai primi piani di Brindisi. Sempre preciso il disegnatore, infine, per quanto riguarda ambientazioni interne ed esterne.



GLOBALE
 

Bella la copertina di Stano, che racchiude tutti gli elementi principali della storia (il sole infuocato, il ripetitore e gli "zombi"). Buona e "pittorica" la colorazione, con quel giallo del cielo, estremamente drammatico. Appare però un pò forzata la rappresentazione plastica di Dylan, in particolare la posizione delle ginocchia.

Nel complesso, un albo che non passerà alla storia ma fluido e scorrevole, ben raccontato e illustrato, che si legge volentieri e che riserva qualche sorpresa al lettore.

 

 


 
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