Le vieux Barks

ritratto dell'artista da gran vegliardo
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Le vieux Barks
Barks

Le vieux Barks


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Un Maestro del fumetto del calibro di Carl Barks necessita ben poco di presentazioni: dagli inizi degli anni Quaranta ha regalato a Paperino una personalità e un rilievo precedentemente impensabili, è responsabile della nascita di un’icona quale Paperon de’ Paperoni alla fine dello stesso decennio, ha arricchito il cast dei Paperi con figure di grande rilievo e regalato insegnamenti, suggestioni ed emozioni a intere generazioni di lettori d'ogni età.
Un’idea piuttosto diffusa è che il 1966 segni il suo ritiro dalle scene: la si ritrova ancora nel recente volume Breve storia della letteratura a fumetti (2009) di Daniele Barbieri. Ma di fatto è possibile individuare una stagione creativa seguente alla fatidica data del pensionamento, senz’altro meno nota ed "eclatante", eppure non priva di motivi d'interesse e corrente sul doppio binario della continuità e dell’innovazione rispetto alla produzione precedente. In coincidenza col decennale della scomparsa dell’artista, il presente articolo seguirà a grandi linee lo snodarsi di tale fase più matura.
Prima di iniziare, un'avvertenza 'tecnica'. Delle storie menzionate è indicata di norma la data della prima pubblicazione in lingua originale e italiana: in terza pagina si troveranno informazioni più puntuali su ciascuna di esse, assieme a uno specchietto in cui si sciolgono le sigle adoperate per designare le testate ospiti.

Un filo che non si spezza

Come si accennava, la cessazione dell’attività di regolare dipendente presso la Western Publishing, licenziataria Disney per gli albi a fumetti USA, non arresta al 1966 la collaborazione tra Carl Barks e la casa editrice che per decenni ne ha ospitato i lavori. Già nel giugno dello stesso anno, su invito del direttore editoriale del settore dei comic book, Chase Craig, l’Uomo dei Paperi ha consegnato la sceneggiatura, in forma di rapido ma efficace storyboard, di King Scrooge the First (10/1967). Una storia ancora ricca di magia barksiana che un Tony Strobl in fase ormai calante - vuoi per urgenze di consegna vuoi per un mutamento "endogeno" di stile e tecnica di lavoro - non riesce a cogliere adeguatamente (splendido sarà invece il remake di Daan Jippes in CBS 28 [Danimarca], 12/2007: entrambe le versioni si trovano nel vol. 32 della benemerita GDP).
La cessazione dell’attività di dipendente presso la Western Publishing non arresta di fatto la collaborazione tra Carl Barks e la casa editrice.
Qualche mese dopo è la volta di una sceneggiatura per Donald Duck, Pawns of the Loup Garou, sempre con Strobl alle matite (1/1968), un’avventura di ampio respiro condita di un pizzico di horror.
Più particolari le circostanze in cui nasce la terza fatica del post-pensionamento: essendo tutti i disegnatori di cui solitamente disponeva in ferie, per rispettare le scadenze di consegna Craig chiede al Maestro dell’Oregon di illustrare una stori(ellin)a di Vic Lockman appartenente al noto filone del Daisy Duck’s Diary, The Dainty Daredevil (11/1968). A fronte del piccolo valore effettivo, quello simbolico è piuttosto rilevante, rappresentando le ultime tavole disegnate dal Comic Book King.
Tanto per chiarire che non si tratta di puntate episodiche, il 6 novembre 1968 la Western riceve una nuova sceneggiatura con protagonista Paperino, Officer for a Day (7/1969, disegni di Tony Strobl). Si tratta di fatto della dilatazione di una tenpages, e non soltanto per l’esiguo numero di tavole in più. Ad avvicinarla a questa tipica forma barksiana è in particolare la centralità di un Paperino maldestro e inidoneo al suo compito, benché volenteroso, coinvolto in un tragicomico crescendo dinanzi agli attoniti nipoti.

Tavola d'apertura di 'King Scrooge the First'
disegni di Tony Strobl

(c) Disney

Tavola d'apertura di 'King Scrooge the First'<br>disegni di Tony Strobl<br><i>(c) Disney</i>

Parola di GIovani Marmotte!

Dal 1970 al 1974 il Nostro diviene poi sceneggiatore di punta per il periodico Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks, dal numero 4 (1/1970) pubblicato a cadenza trimestrale: il suo percorso con le Giovani Marmotte si snoda lungo ventiquattro storie, da Peril of the Black Forest (7/1970, disegni di John Carey) a Captains Outrageous (3/1974, disegni di Kay Wright e chine di Larry Mayer). A illustrare le vere e proprie sceneggiature disegnate del Maestro sono John Carey, Tony Strobl e, soprattutto, Kay Wright; anche in questo settore Jippes dispiega un poderoso sforzo creativo e mimetico, con fedeltà ai layout originali: si parte da Duckmade Disaster (pubblicato su DDH 1 [Olanda], 3/1/1992 = Zio Paperone e il disastro paperopolese, ZP 82) e si giunge a tempi molto recenti con Captains Outrageous (su CBS 30, 11/2008 = Le Giovani Marmotte - Capitani oltraggiosi, GDP 46).
Una sottile e garbata critica verso gli eccessi dello scoutismo e della società americana pervade questo filone, accompagnandosi a una gestione disinvolta e non banale del tema ecologico.
Senza entrare nello specifico, ci si può limitare a osservare come una sottile e garbata critica verso gli eccessi dello scoutismo e, più in generale, della società americana pervada questo filone, accompagnandosi a una gestione disinvolta e non banale del tema ecologico. Resta tuttavia, alla lunga, una certa ripetitività nelle trame, con qualche guizzo di nota - l’inserimento di Amelia in Bottled Battlers (7/1971, disegni di Tony Strobl) o lo sconfinamento in area mongola al séguito di un simpatico Paperone in Teahouse of the Waggin’ Dragon (3/1973, disegni di Kay Wright e chine di Larry Mayer); e resta soprattutto un problema di caratterizzazione della più celebre creatura del parterre barksiano.
L’Uomo dei Paperi è ben conscio di muoversi su un terreno insidioso, specie ora che il suo Scrooge è assurto a personaggio profondamente positivo, una vera e propria icona; in una lettera datata 11 dicembre 1969 scriveva infatti a Mike Barrier, suo biografo e prima ancora ammiratore: «Dacché è divenuto un eroe, con una sua testata dedicata [Uncle Scrooge], ho dovuto prestare attenzione a quanto lo rendessi negativo». Ma di fatto in queste storie lo Zione attinge un livello di cattiveria gratuita, e in ultima analisi perniciosa per se stesso, che cozza con i suoi solidi principi etici: non è forse un caso che col trascorrere delle storie smetta i panni di antagonista delle Giovani Marmotte per lasciarli a rivali occasionali, in un caso (Be Leery of Lake Eerie, 11/1972, disegni di Kay Wright e chine di Larry Mayer) al famigerato porcello antropomorfo spesso deputato al ruolo di villain.

Uno schizzo del Maestro
tavola d'apertura di "Be Leery of Lake Eerie"

(c) Disney

Uno schizzo del Maestro<br>tavola d'apertura di "Be Leery of Lake Eerie"<br><i>(c) Disney</i>


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