La Saga di Paperon de' Paperoni
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- La Saga di Paperon de' Paperoni
- La ricostruzione della vita di Paperone
- L'importanza dell'opera di Don Rosa
- Ritorno alle origini del personaggio
Pagina 2 Nativo del Kentucky, classe 1951, Don Rosa è l'autore non italiano che più ha avuto impatto sul fumetto Disney negli ultimi vent'anni e oltre. Ammiratore e profondo conoscitore di Carl Barks, si può ben dire che tutta la sua opera fumettistica in ambito disneyano costituisca un commosso omaggio al Maestro.
Ciò per cui Don Rosa sarà ricordato è noto come "La Saga di Paperon de' Paperoni" (in originale: "The Life and Times of $crooge McDuck"), con cui l'autore ha ricostruito la biografia di Zio Paperone, dalla nascita alla prima apparizione ufficiale in "Paperino e il Natale sul Monte Orso" del 1947: 12 episodi pubblicati per la prima volta in Danimarca dalla Egmont, sul settimanale "Anders And & Co." a partire dal n.33/1992.
La ricostruzione della vita di Paperone
In Italia furono dapprima serializzati sul mensile "Zio Paperone" (n.70-81, 7/95-6/96) e poi più volte raccolti in volume. L'edizione cui facciamo riferimento è il volume "Progetto D.U.C.K." (Tutto Disney n.9, 11/1997), uscito in due versioni: cartonato con copertina blu per le librerie e brossurato con copertina dorata per le edicole. Edizioni successive, dai titoli invero poco centrati, hanno aggiunto in continuity alcune storie "satellite" disegnate da Rosa in anni più recenti, ma anche episodi slegati dalla saga, di volta in volta mutando (volume "Paperdinastia" del 2000, uscito per Disney Libri) o eliminando ("La dinastia dei paperi" del 2004, terzo volume della "Serie Oro" dei Classici del fumetto di Repubblica) l'apparato redazionale.1880: la vera storia dell'avarizia di Paperone
testi e disegni di Don Rosa, capitolo 2 de "La Saga di Paperon de' Paperoni"
(c) 1997 Disney
L'edizione del 1997 fa intuire fin dal frontespizio l'affetto di Rosa nei confronti di Barks: vi campeggia infatti l'acronimo D.U.C.K. ("Dedicated to Uncle Carl by Keno", ovvero "Dedicato allo Zio Carl da Keno", secondo nome di Don Rosa) che rappresenta uno dei tanti in-jokes dell'opera, dato che Rosa si diverte a nasconderlo nella pagina di apertura di ogni capitolo.
Don Rosa ha compiuto davvero uno sforzo titanico per far combaciare alla perfezione tutti i particolari biografici del personaggio, disseminati da Barks in oltre 30 anni di storieOltre che per gli articoli dei curatori italiani, il volume si distingue per il fatto di essere zeppo di note e premesse a ognuno dei 12 capitoli: scritte dello stesso Rosa, fanno comprendere a fondo la mole di pianificazione e ricerca storica e fumettistica che sta dietro a ogni singola vignetta. Il testo sacro sono ovviamente le centinaia di storie scritte da Carl Barks e la quantità dei rimandi è davvero impressionante (solo nell'undicesimo capitolo vengono citate ben 19 storie), così come la complessa (ri)costruzione della vita e della genealogia di Paperone. Rosa ha compiuto davvero uno sforzo titanico per far combaciare (quasi) alla perfezione tutti i particolari biografici del personaggio, disseminati da Barks in oltre 30 anni di storie e spesso costituiti solo da brevissimi accenni ("Quando vendevo falciatrici d'erba nel Sahara...", "Questo cappello mi è costato due dollari nel 1910!"). Ammirevole come Rosa sia riuscito anche a conciliare, e in modo spesso geniale, elementi in aperto contrasto fra loro.
1882: la lezione di Theodore Roosevelt, uno dei mentori del giovane Paperone
testi e disegni di Don Rosa, capitolo 3 de "La Saga di Paperon de' Paperoni"
(c) 1997 Disney
L'importanza dell'opera di Don Rosa
L'ampiezza della trama; il profluvio di dettagli, citazioni e riferimenti; la quantità industriale di personaggi e l'ambizione di "riordinare la storia" di un protagonista ma anche di un universo fumettistico; tutto questo dà l'idea di come, pur nella estrema diversità di proporzioni e caratteristiche e risultati ottenuti, la saga di Paperone abbia nel mondo Disney peso e ruolo pari se non superiori a quelli che per i mondi editoriali di Marvel e DC Comics hanno avuto cross-over e saghe corali come "Crisis on Infinite Earths", "Guerre Segrete", "Marvels" ed altri ancora: opere-evento che ambiscono a diventare summa di un universo narrativo e dello status dei suoi protagonisti, con sistemazione della coerenza e della continuity, appianamento delle incongruenze, venturo rilancio delle testate collegate. Ma se gli esiti strettamente artistici delle operazioni su vasta scala made in Marvel/DC solo in pochi casi sono stati soddisfacenti, l'opera patrocinata dalla Egmont si pone come uno dei romanzi a fumetti meglio riusciti degli anni '90 e forse, il tempo ce lo dirà, anche oltre.Don Rosa si adopera per conferire al proprio umanissimo personaggio una statura quasi mitica, scolpendone su carta la leggenda
Ritorno alle origini del personaggio
Procedendo sul sentiero dei paragoni, si può affermare che Rosa stia a Zio Paperone come Frank Miller sta a Batman: entrambi cercano di tornare alle origini, rifacendosi direttamente ai creatori Bob Kane e Carl Barks, e calano i propri personaggi nel flusso del tempo, come esseri veri e mortali. Come il "Dark Knight" di Miller è un uomo invecchiato e fuori forma che riprende il mantello, incontra un nuovo1897: Paperone cercatore d'oro nel leggendario Klondike
testi e disegni di Don Rosa, capitolo 8 de "La Saga di Paperon de' Paperoni"
(c) 1997 Disney
Rosa lo fa in particolare nel capitolo 8, forse il migliore in assoluto se è lecito fare una graduatoria tra eccellenti: malgrado l'autore stesso con le sue note si affanni a smorzarla, nella scena biblica di Paperone-Sansone incatenato che affonda il battello non si può non notare una marcata componente superomistica, a partire delle inquadrature (il primissimo piano sugli occhi infuocati) per arrivare alla dinamica della scena stessa: Paperone reagisce alle angherie nel preciso istante in cui
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