Avventura senza i due abituali pard per Harlan, ma non in solitario, e più precisamente in compagnia della veggente tedesca
Ann Jurging. I due si recano su di un'isola del mar Egeo, dimora di una potente strega, in una Zona d'Ombra - luogo
consacrato al male - della Terra. In questa storia vengono sottolineati alcuni aspetti fondamentali della serie, come l'ormai fissa dimora stabilita a Praga nel Teatro dei Passi Perduti e la collaborazione con l'angelo Caleb, o come la capacità di Harlan di riprendersi velocemente anche da traumi consistenti (mezzo volo da una scogliera).
Tutto ha inizio nel passato, come accade spesso nelle avventure di Dampyr, quando una presunta strega, Helena Morkov,
viene uccisa (o almeno così si crede) nell'esplosione della sua scuola di danza a Norimberga. Il nemico che si pone dinanzi
a Dampyr è un nemico sconosciuto, non trattandosi dei soliti arcivampiri, nei confronti del quale il nostro eroe si trova
alquanto impreparato, ed è solo grazie all'intervento dell'occasionale compagna d'avventura che tutto può risolversi a favore
del bene a discapito del male.
"Il nemico che si pone dinanzi
a Dampyr è un nemico sconosciuto"
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La storia è ben orchestrata da Colombo, il quale riesce a tenere il lettore abbastanza sulle corde. In più occasioni tutto
quello che sembra essere scontato viene sovvertito dallo svolgersi degli eventi, vedasi l'alleanza temporanea con degli
abitanti dell'isola che rivelano essere soggiogati dalla strega; l'attacco del mostro che sembra avere il sopravvento
su Harlan, dal quale però cerca solo una morte liberatoria; oppure il finale della storia, quando Helena sta per
soggiogare la povera Ann, mentre poi è quest'ultima che prende il sopravvento.
Ancora una buona storia, che ci mostra un Harlan più umano del solito, alquanto superficiale, visto che affronta la strega
e le sue adepte senza conoscere molto dei loro poteri ed i sistemi per renderle inoffensive (non sempre il sangue può essere utile). Inoltre, Ann Jurging non risulta essere una semplice comprimaria, ma vero e
proprio "deus ex machina" della vicenda che, senza di lei, avrebbe preso una piega completamente diversa.
Sicuramente avremo occasione di vederla in futuro.
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Stefano Andreucci
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New entry ai pennelli per la serie, ma non certo per la Bonelli: Stefano Andreucci.
Buonissima la prova realizzata dal disegnatore zagoriano
(che presto vedremo all'opera anche su Tex).
Come è sua abitudine, Andreucci ha una capacità innata di alternare al meglio i bianchi e ineri di ogni vignetta.
Qualche difficoltà in più nel rappresentare in maniera sempre omogenea il volto del protagonista.
La morte della strega
Disegno di Andreucci, (c) 2001 SBE
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Come ho già detto prima, senz'altro una buona prova, comunque io lo preferisco alle prese con le atmosfere horror-esotiche
delle sue ultime avventure su Zagor.
Una bella cover di Enea Riboldi è degna cornice di questa storia.
Pur aumentando le storie in cui gli arcivampiri non la fanno da padrone, continua sempre il buon trend positivo
della serie.
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