Cerchi nel grano, I

scherzi, burle e demoni risvegliati
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Cerchi nel grano, I
IT-DD-g14
uBCode: ubcdbIT-DD-g14

Cerchi nel grano, I

Valutazione

 26
data pubblicazione 5 Nov 2005
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbBruno Enna
disegni (matite e chine) di ubcdbGiovanni Freghieri
copertine
Dylan Dog Gigante 14<br><i>(c) 2005 SBE</i>
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Annotazioni

Commento critico

Dylan lascia a casa Groucho sin dalle primissime pagine e in pratica Bruno Enna rinuncia subito a mettere in scena anche il "Dylan Dog" più eversivo, e straniante. Fa senso accorgersi, ad esempio, che la comunità con cui Dylan si deve confrontare a Winchester prenda molto sul serio il suo ruolo, come poi fa lui stesso dichiarando più volte di aver già incontrato il paranormale in altre occasioni, che insomma lui è un esperto. Ma uno dei tratti più interessanti di Dylan di norma è il fatto che lui "rifiuti" la sua professione, che gli sia impossibile pensarsi come un professionista, quando Bruno Enna lo fa parlare come un esperto di paranormale alla fine lo dissacra.

I testi, non brillanti, riescono a creare un minimo di interesse intorno all'ambiente dei cerchi di grano. Le uscite poetiche si integrano male in tutto il contesto (gli ultimi pensieri di una spiga di grano che tagliata muore e viene trascinata dall'aria o le due volte in cui si ributta in scena Groucho nella parte centrale della storia), poi la non-spiegazione finale dei due demoni-extraterrestri è venuta male. Una non-spiegazione non spiega nulla, consegnando la rappresentazione all'assurdo e al paradosso; può venire una meraviglia, e non è un caso che Sclavi trovi meraviglioso Donnie Darko, o semplicemente no. Qui no, il soggetto è noioso: Dylan che risolve le situazioni perché è un prescelto è piuttosto irritante ma non quanto la vecchia pazza che uccide chi odia solo perché è pazza giusto la sera che il prescelto arriva in città. Non si capisce, poi, perché il mostro che ha rotto la falce contro l'alter ego di Dylan nel passato (nel sogno) non abbia potuto recuperarla subito dopo.

I disegni di Freghieri sono approssimativi, i visi in particolare "patatosi" e mal definiti, praticamente non sfrutta il formato gigante. Per chiudere: è una storia mediocre.