Dylan Dog 337
Spazio profondo
- Trama
Nel 2427, per risolvere il mistero dell'infestazione di navi spaziali da parte di spettri, l'Impero di Albione crea squadre di indagine composte da creature artificiali molto particolari: vari Dylan Dog, in tutte le sue sfaccettature, capitanati da un clone sintetico dell'indagatore dell'incubo originale.
Recensione
- DYD 337, o delle aspettative
questioni di vite, di morti e di clonazioni nella sci-fi bonelliana
data pubblicazione Ott 2014
testi (soggetto e sceneg.) di Roberto Recchionidisegni (matite e chine) di Nicola Mari
colori di Lorenzo De Felici
copertine
Annotazioni
Note
- L'episodio, eccezionalmente a colori al di fuori della regola degli albi centenari (come in passato era già capitato con il n.224, con i n.241-242 e con il n.250), segna l'atteso inizio del nuovo corso della serie regolare, ovvero delle storie, coordinate dal nuovo curatore Roberto Recchioni, che dai prossimi mesi daranno una robusta scossa alla serie, con l'intento dichiarato di recuperarne lo spirito originario e adeguarla ai tempi moderni. Altri rivoluzionamenti riguarderanno le collane fuoriserie, con ciascuna che assumerà una diversa e precisa identità contenutistica.
- Gli effetti veri e propri del nuovo corso nella serie regolare si vedranno a partire dal n.338: Spazio profondo è infatti un episodio a sé, ambientato in un lontano futuro, e con un marcato significato simbolico in relazione alla testata dell'indagatore dell'incubo e alla rinascita che si vuole attuare.
- Il nuovo corso è accompagnato da un lieve restyling del logo della testata, con lo sfondo del bordo che diventa trasparente (idem per il bollino del prezzo). Nuovo anche il frontespizio, che richiama alla memoria la celebre copertina di Golconda! (a sua volta ispirata da un quadro di Magritte), sempre firmato da Angelo Stano. Il precedente frontespizio accompagnava la serie sin dal 1990, n.42. E' il terzo frontespizio della serie regolare: il primo, dai n.18 al n.41, era stato firmato da Claudio Villa, primo copertinista della serie.
- La sostanza bianca che il Dylan artificiale ha al posto del sangue è una chiara citazione degli androidi presenti nella saga cinematografica di Alien (esordita nel 1979, scheda IMDB), tra le dichiarate fonti di ispirazione di questo episodio citate da Recchioni nella rubrica Dylan Dog Horror Club.
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