Disabilità e fumetti.
È in qualche misura antitetico il rapporto tra fumetti e disabilità. Sia nei baloon supereroistici che nei fumetti di carattere più
umoristico o dedicati ai più piccoli, appare difficile trovare raffigurato tra i protagonisti, o anche fra i comprimari, un personaggio
che riprenda i tratti di una persona con disabilità. Eppure qualcosa c'è.
La Diversità degli Eroi
di Antonio Tripodi
Nell'universo supereroistico è evidente che la figura del disabile, vista generalmente come limite, "mancanza di" rispetto
alla normalità, trova poco spazio. In un mondo in cui è esaltata (sia nella produzione di Marvel che in quello della DC
Comics, le due casi editrici americane che detengono il monopolio mondiale sul tema) la forza e la potenza fisica, oltre che un
esplicito superominismo, ultimamente evidenziato figurativamente nell'ipertrofia muscolare dei protagonisti. Sul versante opposto,
quello dei fumetti di carattere umoristico, il tema della disabilità è stato tenuto ugualmente alla larga, in quanto non si voleva
disturbare il lettore con tematiche dolorose o che potessero evocare il tema della sofferenza. Con qualche eccezione.
Supereroi con superproblemi
Seppure in coerenza con il mondo supereroistico, la Marvel, negli anni Sessanta, cambia in maniera decisiva la figura del
supereroe. "Supereroi con superproblemi": questo è il motto con cui la "casa delle idee" realizza i suoi nuovi protagonisti. Il più
famoso di tutti è senz'altro L'Uomo Ragno (Spiderman) che nasce proprio agli inizi degli anni Sessanta dalla fantasia di Stan
Lee. Ma insieme a L'Uomo Ragno si profila un altro supereroe che qui ci interessa maggiormente. È Devil (Daredevil). Matt
Murdock, da giovane, in un impeto di generosità, salva una vecchia signora dall'essere travolta da un camion che trasporta materiale
radioattivo. Da questo camion si rovescia un bidone il cui contenuto danneggia irrimediabilmente la vista di Matt Murdock che così
diventa cieco. È questo il primo significativo esempio di un eroe disabile. Vero è che Murdock acquista incredibili potenzialità
in tutti gli altri suoi sensi, che gli permettono così di divenire un supereroe con il nome di Devil. Oltre a una notevole forza ed
agilità che gli consentono di volteggiare tra i grattacieli di New York, Murdock acquista anche un udito incredibilmente acuto:
ad esempio può riconoscere una persona dalla peculiare frequenza dei suoi battiti cardiaci. Ma nella vita di tutti i giorni Matt
non è altro che un comune non vedente che esercita con notevole successo la professione di avvocato.
Una nuova visione di eroe
Il tema della disabilità è intimamente connaturato con la nuova visione dell'eroe che Stan Lee vuole fornire. Gli eroi marveliani, anche
se possiedono capacità incredibili, si devono confrontare con la vita di tutti i giorni, coi suoi problemi e banalità. Tale leit motiv,
che nasce dall'esigenza di agevolare il processo di identificazione dei lettori con i propri beniamini, è anche condizione per un diverso
approccio nella realizzazione del mondo fumettistico. La sofferenza non nasce più esclusivamente dal dolore fisico o da eventi di portata
cosmica, ma dalle piccole umiliazioni che riserva la vita di tutti i giorni: le prevaricazioni dei compagni di scuola per Peter Parker
- Uomo Ragno, l'impossibilità di accettare il proprio corpo ne "La Cosa" dei "Fantastici Quattro", le difficoltà sociali
della vita del cieco Murdock - Devil. Infatti, al di là dei suoi fantastici super poteri che lo rendono superiore ad ogni uomo
comune, Murdock vive con difficoltà la sua vita eternamente nel buio profondo. Dal suo handicap sono condizionati i rapporti con la sua
segretaria (Karen Page) di cui è innamorato. Si percepisce che Murdock rinuncerebbe facilmente ai suoi poteri per condurre una
vita normale. Nella contraddittoria figura di Devil e nelle evoluzioni che compie tra i grattacieli di New York si può facilmente
trovare una metafora della disabilità. Forse, come tutte le persone con qualche disabilità, Devil racchiude nel segreto del proprio
intimo la capacità di spiccare i voli più arditi con la forza dell'animo. Ma questa lettura troppo arditamente metaforica forse era al di
là delle intenzioni degli autori. Sicuramente, però, c'è in loro l'intenzione di affrontare il tema della diversità.
Paura del diverso
Questo tema raggiunge il suo livello più alto nella creazione dei supereroi chiamati X-Men. Con loro viene introdotto nel panorama
dei supereroi la trama dei "mutati" che tanto successo avrà successivamente tanto da condurre alla realizzazione del film XMen. Si
tratta di persone con delle mutazioni genetiche, precursori di nuove razze umane dotati di poteri spesso inverosimili. In pratica sono
riconducibili ad un'unica razza, il cosiddetto "homo super sapiens". La loro comparsa fra l'umanità crea paura, ma
soprattutto diffidenza con conseguente emarginazione sociale e discriminazione. La condizione dei mutati ricorda a volte quella
degli ebrei nella Germania di Hitler, a volte quella degli Indiani d'America ai tempi del leggendario West. Duplici e contrapposti sono
gli atteggiamenti dei mutanti nei confronti dell'homo sapiens. Una linea "politica" dura vede come unica forma di libertà la
contrapposizione violenta con il genere umano. La linea morbida, che intravede le possibilità di cooperare ma anche di intervenire,
grazie ai fenomenali poteri, in soccorso del genere umano, è capeggiata da Xavier, che dirige la "scuola per giovani
dotati", un vero e proprio college in cui i mutanti imparano ad usare i loro incredibili poteri. Non è un caso che Xavier,
dotato di eccezionali poteri medianici, sia un disabile, costretto su una sedia a rotelle. Anche qui, nella metafora
dell'eroe, torna il tema delle potenzialità interiori che possiede il disabile imprigionate nel carcere della propria
fisicità, accanto alle problematiche dell'integrazione, della paura del diverso, dell'orrore di fronte alla diversità.
Dall'America all'Italia
Questi stessi temi, in forma più diretta e realistica, ma nel contempo ironica, trovano spazio in un autore italiano in un contesto
completamente diverso.
Sto parlando di Luca Enoch e del suo ultimo personaggio, Gea. L'autore si era già imposto all'attenzione degli appassionati
italiani con Sprayliz, un personaggio di controtendenza, nato quasi per caso nelle pagine della rinata e già moribonda rivista a
fumetti "Intrepido". Con Sprayliz, una giovanissima "graffittara" anticonformista, vengono affrontati, per la prima volta
esplicitamente in un fumetto rivolto al grande pubblico, i temi del razzismo, del neonazismo, dei centri sociali, della
omosessualità. Quando, inevitabilmente, l'"Intrepido" chiude, l'eroina è pubblicata, in formato "pocket", dalla Star Comics. Ogni
volumetto è quasi un saggio monografico su uno dei temi più scottanti dell'attualità. Dopo undici numeri "Sprayliz", nonostante il buon
successo in termini di copie vendute, termina le pubblicazioni, soprattutto per le incomprensioni tra autore ed editore. Luca Enoch
inizia a lavorare così per la "Sergio Bonelli Editore", la maggiore case editrice del genere in Italia; prima come disegnatore per Legs,
altro personaggio di fumetti "al femminile", poi propone all'editore un personaggio tutto suo: Gea, appunto.
Gea, il Baluardo
Gea è una stranissima quattordicenne, vive da sola, in un edificio abbandonato di una ex zona industriale, in compagnia del suo gatto
nero Cagliostro, non ha genitori ed è accudita a distanza da un fantomatico "zio" che non ha mai visto. Gea è in realtà un
Baluardo, un essere dotato di poteri particolari con il compito di impedire che altri esseri, noti come gli Erranti,
entrino nel nostro piano di esistenza. Infatti la nostra terra fa parte del Multiverso ed è addirittura un "Punto Primario
di Convergenza delle Dinamiche Dimensionali". Ciò fa sì che in determinati momenti, quando i piani dimensionali si incrociano, le
Presenze e le Energie che abitano gli altri piani di esistenza entrino nella nostra dimensione. I Baluardi sono messi lì per distruggerli
o rimandarli a casa prima che provochino danni.

Leo e Gea disegno di Luca Enoch (C) 2003
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Leo, l'amico paraplegico
Ma Gea è anche una normalissima ragazzina con i problemi e le passioni proprie della sua età. Suona in una rock band amatoriale con altri
ragazzi pressoché coetanei. In questa banda conosce Leonardo (che è poi il vero motivo per cui stiamo parlando, qui, di Gea),
diventato paraplegico a seguito di un incidente d'auto. Leonardo (Leo), di qualche anno più grande di Gea, spirito
indomito, affronta i problemi derivanti dalla sua disabilità con orgoglio e caparbietà. Nel gruppo di Gea suona la
batteria, uno strumento che, a causa della sua disabilità, dovrebbe essergli precluso, ma che ha ingegnosamente reso accessibile.
Leo, oltre ad essere il protagonista dei più divertenti siparietti comici, è più di un comprimario. Dopo avere casualmente appreso i
poteri di Gea, sta assurgendo a ruolo di co-protagonista. Ma il fascino di Leo è di essere una figura splendidamente reale
nella rappresentazione del proprio handicap. Accetta il peso della sua disabilità con spirito volitivo, lottando perché la società
abbatta le barriere che gli impediscono una vita normale. È questo infatti spesso l'argomento dei succitati siparietti comici, nei quali
il tema è trattato con uno spirito ironico che, lungi dal banalizzare, viceversa rafforza il messaggio. Ma lo spirito di autoaccettazione
di Leo non è (e realisticamente non lo può essere) totale. Nell'ultimo numero (n. 6, Dove scorre l'acqua, 125 pp., 2 novembre 2002) è
rappresentato uno dei temi più drammatici per un disabile con lesioni al midollo osseo, quello della sessualità. Emerge nelle
pagine che trattano l'argomento il pressante bisogno di fisicità di Leo, l'inaccettabilità della propria diversità, l'impossibilità di
razionalizzare il problema. L'atteggiamento di Gea nei confronti del suo amico è intrinsecamente sano e scevro di pietismo. Non assume
mai atteggiamenti compassionevoli e non esita a maltrattarlo quando allunga troppo le mani o si concede delle libertà
eccessive. In altri termini lo tratta come una persona normale e non come un handicappato!
Molteplici diversità
In Gea, così come avevamo visto negli XMen, il tema centrale è quello della diversità. Leonardo è un diverso, ma lo è anche
Sigfrido (Sig), altro comprimario della serie, colossale giocatore di hockey su ghiaccio, volontario per un servizio di trasporto
disabili, "donatore di voce" per ciechi in un centro del libro parlato, gay dichiarato e impegnato nella difesa dei diritti degli
omosessuali. Sono ovviamente "diversi" le entità che tentano di introdursi nel nostro piano dimensionale. A volte terribili e
crudeli, il più delle volte creature spaventate che sfuggono da mondi in crisi. Né più né meno come i migranti che dai Paesi del
Terzo Mondo giungono nell'Occidente ricco. L'inadeguatezza di un approccio univoco nei confronti di questi temi lo si legge
nell'atteggiamento nell'atteggiamento di Gea. Veniamo a sapere che come Baluardo avrebbe il compito di distruggere tutte le
entità intrusive. Ma Gea non lo fa. Il più delle volte si limita a convincerle a tornare in un limbo paradisiaco, in attesa che le
convergenze dimensionali le riportino nel proprio mondo.
Gea in questo non fa che rinnovare il tradizionale atteggiamento dei Baluardi di sesso femminile, che nel corso dei secoli hanno optato
per una soluzione non cruenta nei confronti degli invasori extra-dimensionali. Per questo - leggiamo nelle pagine del fumetto - le
Baluarde sorprese nel momento in cui dialogavano con queste entità, sono state definite "streghe" e condannate al rogo. Al contrario i
loro omologhi maschi erano definiti eroi o santi in quanto avvistati, spada al pugno, mentre combattevano contro creature
diaboliche. Inoltre - ci racconta Enoch - molti Baluardi maschi intrufolatisi nelle fila dell'Inquisizione si adoperavano a far
condannare le loro colleghe, ree di una condotta troppo permissiva e quindi non ortodossa. Da parte sua Luca Enoch non dà una
risposta univoca ai diversi temi scottanti che balzano nelle pagine del suo fumetto (ad esempio lo sbandieramento orgoglioso della
propria omosessualità, le proprietà terapeutico-mistiche di alcune droghe, l'immigrazione clandestina), ma lascia ampio spazio ai suoi
personaggi che difendono, con una verbosità inconsueta in un fumetto, le proprie tesi a volte contrapposte.
Dalla paura all'intolleranza
Dalla lettura di Gea abbiamo la conferma che la presenza del diverso, che sia diverso fisicamente o per razza o per gusti sessuali,
storicamente ha accecato la ragione e fatto scattare sentimenti primordiali risalenti ai tempi in cui l'uomo viveva nelle grotte e
temeva che belve e altri uomini più potenti gli togliessero la vita. Da ciò l'orrore nella rappresentazione del diverso. Ma il vero
orrore sta nel tentativo di razionalizzare questo irrazionale sentimento in sé animalesco. Non dimentichiamoci mai che quando la paura
dell'altro divenne ideologia, quando l'irrazionalità divenne condotta politica, quando le orride incantatrici della notte di
Valpurga presero vita, allora nacque il nazismo.
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articolo tratto da Mobilità n. 26 anno 5, su gentile concessione di Mobilità Servizi. I diritti sono riservati
Venezia, 3 luglio 2003 |
Comunicato stampa
Università Ca' Foscari: anche un fumetto per parlare ai disabili
Il tema della disabilità continua ad essere seguito con grande attenzione dall'Università Ca' Foscari e in particolare dalla Sezione
Diritto allo Studio, che ha preparato un depliant con un'illustrazione di Luca Enoch, noto disegnatore e sceneggiatore di fumetti, tra
i quali Sprayliz, Legs e Gea, per presentare i numerosi servizi messi a disposizione degli studenti disabili.
L'illustrazione raffigura il paraplegico Leonardo, giovane e sorridente comprimario del fumetto "Gea", albo pubblicato dalla Sergio
Bonelli editore, mentre sorregge sulla sua carrozzina l'adolescente protagonista rockettara, Gea. L'immagine inverte l'abituale rapporto
di dipendenza che si dovrebbe instaurare tra assistente ed assistito, rappresentando il disabile Leonardo come simbolo di orgoglio e
superiorità di fronte ai problemi derivati dalla propria disabilità.
Il depliant della Sezione Diritto allo Studio informa sulle numerose possibilità che l'Università Ca' Foscari offre agli studenti
disabili, come:
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il tutorato specializzato, supportato da studenti senior che aiutano gli studenti disabili ad inserirsi nella vita accademica. Il
servizio svolto consiste nell'accompagnamento degli studenti disabili, nell'assistenza nello studio personale, nel prendere appunti a
lezione;
- interpreti della Lingua dei Segni durante le lezioni e gli esami
- supporti tecnologici e informatici, come ad esempio un'aula, presso la Biblioteca centrale, con postazioni di lavoro per studenti
ciechi o ipovedenti.
Per gli studenti disabili, con invalidità pari o superiore al 66%, è inoltre previsto l'esonero totale dalle tasse.
Diventare tutor offre ad uno studente senior l'opportunità di svolgere una collaborazione remunerata dall'Università, seguendo anche un
corso di formazione specifico, e di essere d'aiuto ai compagni di studio che hanno qualche difficoltà in più.
A tutti gli studenti senior che parteciperanno al corso di formazione verrà distribuita una copia del fumetto "Gea", omaggio della Sergio
Bonelli editore.
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Articolo apparso su "Il Gazzettino" 4 luglio 2003, pag. III
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