Le lezioni sempre ignorate della Storia
... e se Hitler avesse disegnato fumetti?
Recensione di V.Oliva | | historietas/
Le lezioni sempre ignorate della Storia
La satira è uno scudiscio sottile... o un colpo di maglio nello stomaco
"JOHN WAYNE FOR PRESIDENT" - 1953, una New York tappezzata di manifesti elettorali preludio all'elezione a presidente degli Stati Uniti di un attore fascista è il set nel quale Carlos Trillo ambienta una delle sue - e non solo sue - più belle storie di fantascienza a fumetti.
Negli anni in cui Trillo scrive Peter Kampf lo sapeva e Domingo Mandrafina ne disegna le tavole, gli elettori statunitensi eleggono alla presidenza Ronald Wilson Reagan. Una metafora ovvia, perfino banale; ma che la feroce narrazione a contorno di Trillo mantiene inalterata in tutta la sua abrasività.
Quarantasei pagine a fumetti, una vicenda densa all'inverosimile e compressa ai limiti, eppure sempre nitida e perfettamente chiara nell'intrecciarsi, dipanarsi e risovrapporsi dei piani narrativi, dei rimandi di genere e interni al fumetto. Le letture che possono darsi di questo breve capolavoro sono molteplici: tutte legittime, e probabilmente ancora più legittime se tenute contemporaneamente presenti.
Un "classico" della fantascienza
La storia alternativa è un genere nobile e antico della fantascienza, e un
suo sottogenere tutto particolare e fecondo è rappresentato da quelle storie
che ri-narrano le vicende legate al nazismo - che la guerra conosca un esito
diverso o magari non abbia del tutto luogo, a causa in genere di un destino
differente del fondatore del nazionalsocialismo.
Come nessun'altra formula, la satira in chiave fantascientifica dà corpo alle lezioni sempre ignorate della Storia
Gli esiti letterari sono
stati i più diversi, dall'abominevole Fatherland di Robert Harris
all'affascinante e notissimo La svastica sul Sole di Philip K. Dick (per
quanto si tratti di una delle rare opere sopravvalutate dell'autore); dal
più recente, intenso e psicologicamente articolato La parte dell'Altro
di Eric-Emmanuel Schmitt al duro, perfino sgradevole capolavoro di
Norman Spinrad Il signore della svastica, opera quest'ultima, che nel
presentare un Adolf Hitler romanziere in terra americana trova un punto
di contatto con il fumetto di Trillo e Mandrafina, dove negli anni '20
Hitler è divenuto un autore di strip per i quotidiani USA.
La prima e più evidente chiave di lettura offerta è dunque questo esercizio di riscrittura della Storia. Esercizio sempre affascinante per i suoi risvolti psicologici, sociali e ancor più scenici, ma sempre a rischio di risolversi nella sterilità di un gioco fine a sé stesso. Rischio che Trillo evita senza sforzi, costruendo attorno all'assunto di base una ragnatela di analisi sociali, riflessioni metanarrative, sarcasmo acido e, perfino, un anelito di speranza.
Gli Stati Uniti reali del 1953, quelli della nostra linea temporale, vedono il convergere degli intenti di due personaggi, assurti a posizioni di grande potere nonostante si tratti di elementi caratteriali, personalità borderline, marginali: il direttore dell'FBI J. Edgar Hoover e il suo burattino, il senatore Joseph McCarthy; nell'America di Trillo un emigrato tedesco divenuto potente pubblicitario, Joseph Goebbels, mette le risorse della sua macchina propagandistica a disposizione di un reazionario attore hollywoodiano, John Wayne, nella scalata alla presidenza sull'onda di una campagna elettorale razzista all'estremo, al punto che Trillo e Mandrafina ne danno una rappresentazione caricaturale, traendo il massimo impatto drammatico della forza della caricatura. Chissà se sarebbe potuto succedere anche nella nostra linea temporale se Adolf Hitler non fosse stato il leader della Germania nazista e fosse invece divenuto un fumettista americano autore di una striscia dai contenuti violenti e razzisti.
Anche Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth lo sapevano
Pubblicità/propaganda: il punto
di contatto tra politica ed economia
Né Goebbels né i pubblicitari di Madison Avenue sono gli inventori delle
falsificazioni a fini propagandistici; possono averle portate a un livello
di scienza esatta, ma il principio per cui una menzogna ripetuta abbastanza
volte si trasforma in verità è valido da millenni; così come i "poteri" della pubblicità sono disvelati in tutta la loro pericolosità nella feroce satira de I mercanti dello spazio che Frederik Pohl e Cyril M. Kornbluth pubblicano nello stesso anno in cui Trillo ambienta la sua opera. Il Goebbels di Trillo fa
uso dei delirii antisemiti dell'oscuro fumettaro Adolf Hitler per
trasformarlo in un profeta visionario. I disegni di Peter Kampf, il fumetto
realizzato da Hitler nel 1928 vengono ritoccati per trasformare i "cattivi"
con cui il protagonista si scontrava da ebrei, in neri e latini: Peter Kampf
lo sapeva, e nel suo autore ormai morto si incarna l'Idea. I Goebbels non
solo riscrivono la storia passata, ma anche la storia futura: perché ci sono
sempre uomini e donne disposti a imbavagliarsi per chiedere al governo di
proclamare che l'America è il legittimo impero del XX secolo. Le sequenze
dei cittadini che manifestano in massa imbavagliati, i volti grifagni,
pronti a scagliarsi contro coloro che circolassero non imbavagliati, hanno
un impatto drammatico e una forza simbolica notevoli: senza la loro
complicità attiva, e quella passiva dei Paul Leduic, non sarebbe possibile
manipolare la storia e le coscienze. Leduic e quei cittadini senza nome sono
la banalità dell'indifferenza, della paura che nasce dall'egoismo,
dell'ignoranza.
Eppur si può sperare
Leduic non è solo questo, però: è anche un personaggio tenero, goffo e disarmato; quanto ossessivo e monomaniacale. In lui pare di riconoscere - e poco importa se fosse l'intenzione di Trillo: il personaggio evoca l'interpretazione - ogni appassionato di fumetti, o meglio ogni FAN: l'editore francese è completamente assorbito dalla sua ricerca delle strisce originali di Peter Kampf, dalla sua missione di ritrovare le tracce di Al Hit, fumettista austriaco naturalizzato statunitense e il cui vero nome è Adolf Hitler. A Leduic non interessano le idee di Hitler, gli interessa solo il suo fumetto, riportarlo alla luce. Nel corso della sua quest Leduic non si lascia neppure sfiorare dalla realtà circostante: non ne ha tempo. E anche quando la realtà lo colpisce con la forza di un maglio, il francese tornerà alla sua indifferenza una volta ottenuto il suo sacro graal: la possibilità di pubblicare l'opera di Al Hit.
Il gioco di continui rimandi di senso tra "Peter Kampf" e "Peter Kampf lo sapeva" - compresa la corrispondenza esatta di alcune delle strisce del fumetto di Hitler con quanto avviene ai protagonisti del fumetto di Trillo - arricchisce e completa di suggestioni fantastiche e surreali, dona corpo definitivo e sottile dignità letteraria alla dura analisi/denuncia dell'autore argentino.Hitler è una presenza immanente in tutta l'opera, ma mai lo si vede - è morto nel 1951 - neppure in immagine. Il fatto è che l'Hitler immanente è quello della NOSTRA realtà, a rafforzare il gioco dei rimandi, a renderlo anche più inquietante se vogliamo.
Nella trama dolorosa dell'opera Trillo inserisce anche un elemento atto a
mitigarne la disperazione, altrimenti, completa. A prima vista si può
giudicare come un inserto posticcio il fragile filo della storia d'amore tra
Steve Traven e Karin Milas, come un elemento estraneo allo spirito e allo
stile della vicenda. Sarebbe però un'interpretazione superficiale; infatti
il coinvolgimento romantico è minimo nell'interazione tra i due personaggi,
in particolar modo per quel che riguarda Karin.
L'amore non è solo sdolcinatezza romantica:
è anche e soprattutto speranza
L'amore sboccia - se ciò è
vero anche per Karin - solo nel finale. Certo, il donchisciottismo di Steve
suona melenso; e però non è una vita fiabesca quella che Steve sceglie
scegliendo di condividere il destino finale di Karin, un destino modellato
dalla prepotenza e dal razzismo - prepotenza e razzismo che vediamo comuni a
tutti gli esseri umani, e non solo ai trionfanti statunitensi bianchi di
"Peter Kampf lo sapeva": è una vita agra, che non sarà facile.
Probabilmente una vita abbastanza infame. Pure, la possibilità di speranza -
il ponte - che si ricava dalla scelta di Steve e dall'accettazione di Karin
non rende meno dolorosa l'intera vicenda: serve tuttavia a farla più
sopportabile e ad aprire la possibilità di una resistenza. Morale,
inizialmente. L'essenza della speranza.
Un fumetto tanto duro e al contempo appassionato non può che esaltarsi del pennello di un Mandrafina ispirato. La cupezza da noir, che tanto è trasfusa nei dialoghi di Trillo amplifica la capacità di Mandrafina di comporre le sue gallerie di volti plastici e ambigui, in un certo modo perduti anche quando i personaggi facciano parte dei "buoni". Karin è una splendida femmina mandrafiniana, una donna fatale quasi hollywoodiana, un po' appassita ma dalla carnalità piena, seducente suo malgrado. La scansione regolare delle vignette costruisce un montaggio cinematografico perfetto, ritraendo la vicenda come una pellicola noir anni '40/50.
Una semplice differenza
Le possibilità di reperire oggi questo fumetto in Italia sono scarse, e il suo destino editoriale è avvilente.La differenza tra letteratura e fumetto, in Italia, sta in un fatto banale: se si entra in una libreria e si chiede "Il Nome della Rosa" o lo si ottiene subito o in qualche giorno; se si chiede "Peter Kampf lo sapeva" in fumetteria, noL'opzione migliore è riuscire a trovare su qualche bancarella o fatiscente negozietto dell'usato l'inserto Skorpio Più del giugno 1992 sul quale fu pubblicato insieme a tre delle Storie mute sempre di Trillo e Mandrafina e ad alcune strip del fumetto britannico Beep Peep, come inserto centrale. Negli ultimi tempi della lira si poteva trovare per 500 lire. Che l'Eura editoriale non ne abbia mai fatto, neppure quando sicuramente poteva, un'edizione che sottolineasse il valore di uno dei migliori fumetti argentini dell'ultimo quarto del XX secolo è francamente sconfortante, seppure in linea con altre decisioni del genere. Ma forse meglio questo destino che un'edizione Euracomix macellata dalla colorazione pedestre che vi si utilizza.
"Peter Kampf lo sapeva"
Skorpio Più - giugno 1992
Testi di Carlos Trillo
Disegni di Domingo Mandrafina