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Una medaglia d’oro per Legs recensione di Vincenzo Oliva ... quella della comicità. Poche altre volte, nonostante l’intento "leggero" della serie a lei dedicata, Legs ha vissuto un’avventura così briosa e ricca di humour frizzante.
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Stavolta si ride! Ed era parecchio che non succedeva, almeno dall’episodio del n.27 "Fuori orario", in cui un Serra al meglio delle sue possibilità trascinava Legs &May in una folle storia di gags e azione pura; tutto per poter soddisfare i bisogni ipercalorici della maggiore delle sorelle Frayn. Anche per questo albo, come in quella occasione lo fu Elena Pianta, risulta fondamentale l’artista. Mario Alberti, infatti, è entrato in sintonia perfetta con i tempi narrativi, i personaggi, gli stati d’animo e le situazioni descritte da Alberto Ostini, arricchendone il lavoro ai testi con una fantasia grafica aderente ad ogni situazione che scorre sulle tavole della storia. Dramma, humour ora surreale ora demenziale, azione, leziosità romanticheggiante - e tutto miscelato a ritmo frenetico: per ogni situazione la sua degna rappresentazione grafica.
Impreziosisce il tutto un bel "cattivo" di quelli convincenti.
Alberti ha agito da puntuale contrappunto alla narrazione. La versatilità grafica messa in mostra per questa occasione è stata determinante nel sottolineare ogni stato d’animo dei personaggi e ogni momento e tema del testo. La sua Legs, nervosa e dinamica, spigolosa e a tratti dura, è tuttavia un personaggio estremamente flessibile, credibilissimo anche nelle "deformazioni" a cui lo sottopone secondo stilemi giapponesi (si veda a pag.10 o a pag.39). Apprezzabilissima la sua May, femminile e dinamica (è un’agente speciale, ed è bello che qualcuno lo ricordi :-)), ed il cui sviluppo ghiandolare, ancorché evidente, non sconfina in certi assurdi ipermammari che troppo spesso si vedono sugli albi. E sono ben centrati tutti gli altri protagonisti, più o meno importanti che siano per la storia, ai quali Alberti sa dare ciò che di volta in volta serve: spessore psicologico, valenza caricaturale, dinamismo, amarezza, gioia, ecc.; il tutto amalgamato da un senso egregio per le inquadrature e la costruzione della tavola e delle vignette (ottimo esempio la sequenza alle pagg.37/40, con Legs e May che piombano nella stanza di Blanca).
Il disegnatore resta leggibilissimo nonostante la ricchezza di soluzioni grafiche adottate ed il forte contrasto di chiari e scuri di cui fa uso in molte tavole. Tutto è infatti funzionale al racconto ed alla necessità di far entrare il lettore nel clima particolare di questa storia che mischia - anche graficamente appunto - realismo e comicità demenziale, farsa e dramma, azione e romanticismo. Questa è la meta principale di ogni buon disegnatore di fumetti; ad essa Mario Alberti ha aggiunto un ulteriore risultato: la bellezza del disegno. Non si pensi, per quanto si è detto in principio, che dal rammentato n.27 ad oggi non vi siano stati albi degni di essere ricordati. Infatti, nonostante un progressivo adagiarsi della testata su uno standard di comuni storie d’azione, ravvivate appena da spunti "leggeri" altrettanto comuni, non sono mancati del tutto gli acuti. Da Fuga tra i ghiacci - Legs n.36 sul versante puramente avventuroso - a due occasioni speciali come i numeri 50 "I mille volti di Legs" e 51 "Gli amori difficili", la serie ha saputo piazzare ogni tanto la zampata vincente. Era da troppo tempo, però, che mancava una storia come questa; una storia dove le due anime del personaggio (ma soprattutto della testata) fossero così piacevolmente e compiutamente rappresentate,
A queste anime Ostini ha aggiunto il tema del doping nello sport. Ne ha disinnescato, comunque, gran parte del potenziale retorico (inevitabile, almeno in parte, trattando di certi argomenti) circondandolo delle mille gags di cui si diceva, di una storia di amore e sesso torrido :-) al tempo stesso, di cattivi che non recitano da tali, ma fanno il loro mestiere, di un allenatore che non si fa più illusioni ma non ha perduto la capacità di sognare...
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