Non tutte le ciambelle
una storia debole per gli standard di Magico Vento
Recensione di G.Pelosi | | magicovento/


Non tutte le ciambelle
Scheda IT-MV-108-109
- Esilio, L'
valutazione 42%
E nella giornata più nera della nostra vita riusciamo comunque a consolarci.
Ecco perché li amiamo.
Ecco perché quando dobbiamo parlare male di loro, ci sentiamo come Bruto con Cesare.
Questa è la premessa: MV è il raggio di sole di quasi tutti i nostri temporali. E ciò ci porta, a volte, a parlare bene di una storia anche solo normale.
Questa è la premessa: MV è il raggio di sole di quasi tutti i nostri temporali. E ciò ci porta, a volte, a parlare bene di una storia anche solo normale.
Ma a volte, rarissime volte nel caso di MV, tocca parlarne male. Tocca alzare il braccio e infliggere la prima delle 23 coltellate. Pur essendo uomini d’onore. Proprio perché si è uomini d’onore. Come Bruto. E Cassio. Tutti. Tutti uomini d’onore.
Questa storia di MV non ci è piaciuta. Contiene, secondo il nostro umile parere di pelouovisti (e chi più di noi...), più difetti che pregi. Intendiamoci: in termini di valori assoluti, è una storia superiore per soggetto e sceneggiatura a quasi tutto quello che si trovava in edicola in quei due mesi in cui è uscita. Ma secondo gli standard di Magico Vento, è debole.
Prima di tutto i personaggi
In questa serie siamo abituati a personaggi originali, sfaccettati, tridimensionali, e soprattutto sempre tragicamente, narrativamente, ritmicamente necessari. Attori sfigurati che diventano agenti segreti, banchieri che mangiano i bambini, giovani indiani che corrono più veloci del vento, generali che sono colonnelli ma restano generali e sono partoriti direttamente dalla Storia, persino i vampiri cinesi. Tutto tranne il solito personaggio. Sempre, per più di cento numeri. Qui troviamo invece una galleria di figure già viste che non riescono a evitare, a volte, lo stereotipo: il
Ora, perché far tornare due personaggi come Freeman e Chucka in questo episodio? Solo per giustificare il fatto che nel rifugio dei cattivi MV non viene ucciso? In realtà manca una necessità narrativa.
E noi siamo sicuramente pelouovisti a farlo notare, ma è proprio MV che ci ha abituato a queste attenzioni con una galleria di personaggi rarissimi, potenti, prepotenti...
Poi la trama
Tralasciamo pure il fatto che lo spunto di partenza, due indiani che rubano i cavalli sbagliati, non sia del tutto ignoto già nella collana di MV, una collana, ribadiamolo, che ci ha abituato a non ripetersi mai; resta comunque il fatto che il vero punto debole è nel secondo numero.Il primo fila abbastanza, pur senza stupire, ma ponendo esattamente le premesse. Il secondo aspetta per 130 pagine le sue conclusioni, già intuibili dal primo numero. Ma il problema non è che il finale non ci stupisce, il problema è che nel secondo numero di questa storia non succede nulla: manca l’azione: grandi discorsi tra personaggi (con una verbosità che non ci è familiare in MV), una certa retorica (la storia di
Paradossalmente, due numeri per questa storia sono troppi e sono troppo pochi. Troppi, perché non vi sono sottotrame, e tutta la narrazione è solo presentazione di personaggi e furto dei cavalli. Troppo pochi, perché probabilmente se si fossero inserite le sottotrame che avrebbero dato più azione al tutto, ci sarebbero voluti tre numeri.
Ma questo ci sembra il vero problema del MV nuovo corso: da che esiste la bimestralità, c’è stato un solo episodio singolo. In dieci numeri. Splendide pagine di narrazione a lungo respiro, ma dura prova di pazienza per i lettori, e sostanziale azzeramento, di fatto, del vantaggio dato da trenta pagine in più a numero.
E infine i disegni
Siccome, però, non siamo venuti a seppellire Magico Vento, ma a tesserne l’elogio, diremo del buono che si trova anche in questa ciambella senza buco.Detto della sceneggiatura, che convince proprio perché cerca di sollevare un soggetto non ricchissimo, parole di apprezzamento si devono spendere per i disegni.
Soprattutto la prova di Biglia è da ricordare, almeno per la sequenza iniziale del ballo, e anche quella di Barbati contiene momenti di grande espressività. Ma al di là delle prove dei singoli, quel che colpisce è il lavoro di squadra, diciamo così: a questo doppio episodio mettono mano quattro artisti diversi: Biglia, Talami, Barbati, Volante, eppure il tutto brilla per unità e coesione. Segno di una forte linea espressiva della collana stessa, all’interno della quale la creatività dei singoli artisti non è mortificata, ma trova spazio di esprimersi in maniera personale pur nell’atmosfera estetica unitaria.
Insomma: ripongo il mio numero di MV, e ricomincia il mio temporale: mi torna in mente il conto del meccanico, il lavoro, il casino. Casca l’occhio sulla quarta di copertina, e guardo il promo del prossimo numero: wow! La versione indiana del mito delle Baccanti! Promette di essere interessante... A parte per Anja in primo piano e per Ned cavalier del bosco... Ma che c’entra: quella è colpa di Mastantuono, e che vuoi farci? Del resto, qui ha messo Poe ad impugnare una Derringer con due mani e Ned a guardare da una parte e sparare da un’altra... Dai: una, ciambella, senza il buco. Al massimo. Mai due in fila... "L'esilio/La Pista dei fuorilegge", Magico Vento 108-109, testi di Gianfranco Manfredi, disegni di Stefano Biglia, Giovanni Talami, Giuseppe Barbati e Frederic Volante, Sergio Bonelli Editore, 130 pag. cad. b/n, brossurati, usciti a metà gennaio e metà marzo 2007, €3,5 cad.
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