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Programmatori oramai fuori servizio da decenni vengono rapiti per
correggere dei bug "millenari" ...
"Qui non funziona nulla: misà che hai *compilato* un casino!"
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E finalmente ci siamo (quasi). Il countdown sta per finire e come la tradizione vuole il rush finale è tutto in apnea. Un'apnea che dura ben 4 albi, visto che la storia che inizia con quello di settembre avrà il suo epilogo solo alla fine del fatidico 1999. Infatti non si può considerare vera conclusione il lasciare il nostro Martin in coma in un letto d'ospedale. Mero espediente narrativo per montare la suspance o cardine per un qualche clamoroso colpo di scena? Questo potremo saperlo solo in seguito. In effetti è difficile valutare questa storia proprio per la sua funzione di lunga introduzione al "GO!" finale.
Il mystero di turno, se stessimo parlando di una storia regolare di MM, apparirebbe non privo di falle già al lettore medio. Ad un recensore di una e-zine apparirebbe addirittura una groviera. Castelli dai primi tempi in cui egli e Martin usavano il computer solo come macchina da scrivere ha decisamente fatto passi (informatici) da gigante. Però questa volta per voler mysteriosizzare il millennium bug ha un po' esagerato, tentando una sorta di gioco delle tre carte con i concetti di sorgente e programma compilato. Non avendo però in questo campo (informatico) la sveltezza di mano di un partenopeo, il controllo gli è sfuggito creando un turbillion di carte svolazzanti (vedere scheda).
Non ci si aspettava la "solennità" dei MartinMystère di Morales, ma comunque tutto ciò dà un sapore di farsa alla conclusione di quella che, vista la carne al fuoco e la durata della cottura, è la saga più importante della storia della collana. A rigore non si può neppure dire che le attese siano state deluse. Alcuni degli episodi del count down paiono messi lì in modo posticcio, giusto per amor di continuity, e non sono riusciti a creare aspettativa per l'acme di fine secolo. Non sembrano certo i pezzi di un puzzle che si stia svelando pian piano: questo fino alla prova contraria che potrebbero darci proprio i due numeri conclusivi.
Come ripetuto più volte, la caratteristica su cui si valutano i disegni degli albi di MM è la funzionalità. Il disegnatore ideale della serie deve avere ottima capacità nel disegnare gli ambienti. Deve poi essere in grado di rendere le espressione quasi cartoonesche dei vari personaggi. In pratica poche velleità artistiche sono richieste. Infatti. caso quasi unico nelle serie a fumetti, in Martin Mystère sono i disegni a fare da didascalia ai testi e non il contrario.
Torti esegue il compitino con diligenza ma con molte sbavature. I disegni sono alla alessandrini quanto basta, anche
se peccano di particolari. Il tratto pare infatti troppo frettoloso e spigoloso, soprattutto in
certi primi piani che meriterebbero ben altra cura e attenzione.
Belle le copertine di Alessandrini, soprattutto quella del n.210 che si inserisce nella tradizione delle copertine con oggenti fluttuanti che tanto fanno mystero :^)
Come giudicare quest'albo? Come storia a sè stante o come prima parte della conclusione del count down? Pur
volendo usare la seconda ipotesi come attenuante per la mediocrità dell'albo, non si posso chiudere
due occhi sui difetti evidenziati. |
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