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" Il segno dei tre K"

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Fare la guardia del corpo ad una bella ragazza può essere piacevole, nonostante i problemi che possono esservi. Bisogna comunque fare attenzione se ci si deve guardare anche da colei che deve essere protetta...

Guardia del corpo
recensione di Marco Zucchi



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Marzorati    

K.K.K., ovvero Ku Klux Klan, gruppo razzista con origini antiche, il cui unico scopo è liberare l’America dalle razze inferiori, gruppo illegale ma accettato da sempre da una parte delle istituzioni. Apparentemente, almeno dal titolo, è anche l’oggetto della storia in questione: ed in effetti lo è, ma come sottofondo continuo, senza essere mai in primo piano diretto, in questa storia che parte dagli anni ‘30, con l’uccisione del padre della protagonista, ed arriva a New York negli anni ‘50 con l’epilogo della vendetta di Marva Jane Phillips.

E’ proprio la sua vendetta il fulcro della storia, il modo intricato con cui riesce a portarla avanti, tacendo verità, dandone qualche goccia ogni tanto, imbrogliando tutti coloro che le sono accanto, solo utili strumenti al suo piano. Così accadrà anche a Jerry, coinvolto casualmente nella vita di Marva (deve cantare al Vanguard) e pedina non autonoma nelle sue mani. Il tutto accompagnato da un sottofondo musicale come è ormai abituale per Marzorati.

Peccato che il modo di fornirci le informazioni da parte sua, lentamente, alla fine finisca con il rendere non molto scorrevole la lettura, già appesantita dalle molte spiegazioni date in corso d’opera.



DISEGNI
Oliviero Gramaccioni    

Gramaccioni in questa storia prevalentemente urbana colpisce ancora una volta piacevolmente per la completezza dei disegni, sia relativamente alle figure umane che per gli sfondi: le vignette sono piene senza essere pesanti, i personaggi generalmente vengono resi con il loro giusto spessore psicologico, come la sfrontataggine costruita per i due detective di colore. Unica nota negativa la staticità che talvolta caratterizzata alcune figure, già vista in altre storie, come il ritratto del detective Johnson a pag.235.
Qualcuno potrebbe fare la stessa osservazione per la figura di Marva, il cui viso non subisce grosse modifiche qualunque sia l’evento che accade: credo invece che il disegnatore, probabilmente su indicazione dello stesso sceneggiatore, abbia correttamente interpretato la durezza d’animo del personaggio che alla fine rimarrà solo con i suoi fantasmi.



GLOBALE
 

Se ci si aspettava una storia sul K.K.K. si resterà indubbiamente delusi; è invece una storia dove l’ombra dell’organizzazione aleggia in maniera continuativa emergendo all’inizio, nel prologo, ed alla fine. Ed è proprio per questo che nella sua completezza si fa apprezzare.
 

 


 
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