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| pillole dal mondo del fumetto |
JoJo
di Pierfilippo Dionisio
Arrivati ormai alla 4ª serie - ma non mancherà una 5ª e pure una 6ª (a quanto si sente in giro) - Giorno Giovanna, detto JoJo anzi GioGio siccome è italiano! (figlio del temibile Dio Brando), ed il suo gruppo proseguono il viaggio che li porterà ad attraversare gran parte d'Italia in tutta la sua lunghezza per portare al sicuro la figlia del boss di una organizzazione criminale denominata Passione. Portare a termine la missione significa avanzare di grado e poter così prendere in mano le redini dell'attività losca e, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, cercare di diminuire i danni dello spaccio di droga verso i giovani e gli innocenti.
In questo numero termina lo scontro iniziato precedentemente tra Mista ed il duo Pesci (stand Beach Boy) e Prosciutto (stand Greatful Dead), lotta sempre ai limiti dell'impossibile, sconvolgendo le leggi della fisica.
Incredibile è come si tenga sempre alto il tono narrativo delle avventure di Araki, capace di idee sempre nuove nell'inventare avversari da far fronteggiare ai nostri protagonisti. Tanta è inoltre la tensione che si crea tra le pagine del manga, grazie all'abilità nel disegno e all'uso di linee cinetiche che creano un dinamismo tale da suscitare palpitazioni in chi legge. Ottimo è poi l'uso dei retini e la cura dei fondali.
Sicuramente un buon manga d'avventura che tiene fede al titolo di "bizzarro" di cui si fregia la copertina.
5/7
Le bizzarre avventure di JoJo (Brivido sui binari) di Hirohiko Araki
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Vagabond
di Pierfilippo Dionisio
In questo secondo numero i nostri si trovano a fronteggiare un clan di criminali che insidiano una donna e sua figlia. Durante tale scontro Matahachi matura la consapevolezza delle proprie capacità, acquista fiducia in sé e consuma una notte con Oko. Ma questo cambiamento lo allontanerà dall'amico Takezo - quasi tradendolo - e gli farà seguire una nuova strada, dimenticando i doveri verso la propria famiglia e la promessa sposa, Otsu, che lo attende a casa.
In questo manga dobbiamo abbandonare la spensieratezza che impregnava Slam Dunk e notare come Inoue riesca a mescolare saggiamente - in una sua lettura così personale - un ambiente così "aspro", rozzo e medioevale con la modernità dei protagonisti, soprattutto di Takezo. Infatti, mentre Matahachi si avvicina di più a quel tipo scanzonato che intraprende un viaggio formativo che lo cambierà, Takezo è uno spirito ribelle alla ricerca di un significato, una ragione di vita.
Il buon segno grafico e la costruzione delle tavole agevolano il lettore nella lettura del manga, focalizzandogli l'attenzione nei particolari che possono contraddistinguere i vari personaggi. Sfortunatamente l'accuratezza descrittiva narrativa rallenta talvolta il ritmo in certe sezioni, per poi riaccellarlo in altre. In ogni caso si presenta come un prodotto degno di esser acquistato, per chi apprezza il genere, il disegno e per chi vuol conoscere il destino di Takezo ed il perché dell'appellativo Vagabond.
3/7
Vagabond n.2 di Takehiko Inoue
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B't X
di Pierfilippo Dionisio
In questo numero prosegue la lotta con Meimu ed il suo B't Halloween e Teppei rischia seriamente la vita a seguito del temibile colpo denominato Daydream. Fortunatamente Hokuto interviene tra i due e scopre che le sue onde cerebrali e quelle di Meimu sono quasi identiche. Quasi inconsapevolmente si svolgerà un fraticidio, ma l'ultimo pensiero del morente Meimu sarà un perdono verso il fratello per un episopdio che fonda le sue radici nell'infanzia.
Masami Kurumada offre una saga cui purtroppo manca l'elemento di novità: i combattimenti sono ripetitivi, la struttura delgi episodi è molto simile e - cosa che più si fa notare - i personaggi sono in tutto e per tutti simili - vorremmo dire uguali - a quelli dell'opera che lo ha fatto conoscere al grande pubblico: I Cavalieri dello Zodiaco (in originale Saint Seiya). Ma la critica non si riferisce tanto all'aspetto grafico, bensì all'indole che li caratterizza: tutto sa di già visto! Eppure già altri autori avevano la caratteristica di riproporre in storie diversi gli stessi personaggi: l'esempio più lampante e famoso è Go Nagai che, nella saga di Mazinga, ripropone stessi caratteri. Caratteri, ma intesi nel senso più profondo, più teatrale.
E così la corsa di Teppei ricorda la scalata delle 12 case di Pegasus. La speranza è che la fine non replichi - anche questa - quella che abbiamo già avuto modo di leggere sul precedente prodotto. In ogni caso, lontano è il tono, il livello da "I Cavalieri dello Zodiaco", anche se il tratto grafico non muta sostanzialmente tra i due lavori.
Forse, nota ulteriore alla mancanza di "sorpresa" nel lettore è la programmazione televisiva del cartone animato ispirato a questa serie - e da cui non si discosta per nulla - già proposta e riproposta su una rete nazionale.
2/7
B't X n.9 di Masami Kurumada
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Gilgamesh
di Pierfilippo Dionisio
Nei suoi viaggi ha incontrato personaggi con un ruolo chiave nella Storia dell'Uomo, non solo nei secoli precedenti al periodo che ora viviamo, ma anche di quella landa ancora sconociuta costituita dal futuro. Così Gilgamesh abbandona la Madre Terra, ormai incapace di ospitare la vita, e parte per le stelle, con la speranza e l'unico obiettivo che lo sostiene a questa esistenza, di colonizzare un nuovo mondo dove portare il seme della Razza Umana. Ma l'ardore del suo cuore lo costringe a nuove imprese, rivolgendo ancora lo sguardo verso lo spazio cosmico, in cerca di qualcosa che possa soddisfare il suo animo, ormai prossimo ad una atarassia dettata da quel dono/punizione che è l'immortalità. Solo alla fine potrà accedere ad un ordine superiore di cose ed impegnarsi per un Bene più grande.
Con i testi di Robin Wood ed i disegni di Lucho Olivera è stata data nuova linfa al personaggio di Gilgamesh e alla sua Epopea. Probabilmente più interessante la prima parte della saga, in cui si aggira per luoghi e tempi che abbiamo studiato sui libri di storia, anche la restante non perde il tono narrativo che caratterizza l'opera.
Il segno grafico inoltre ci permette di allontanarci da quello stile ormai consueto del nostro continente e presenta tecniche che si fanno apprezzare per come scolpiscono, ad esempio, i volti dei protagonisti, come scheggiati, scolpiti nella roccia, dove un abile gioco di luce mette in risalto le pulsioni che li animano all'interno.
Arrivati alla conclusione teniamo a precisare che questa di "Gilgamesh" è la ristampa monografica. E riportiamo l'ultima frase che chiude e descrive appieno il protagonista e la dicotomia vita/morte: "E' la storia di chi invece di dare la vita per quanti amava, ha rinunciato per essi alla morte... sì, questo è stato Gilgamesh."
4/7
Gilgamesh n.12 di Robin Wood e Lucho Olivera
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Top1959
di Pierfilippo Dionisio
In questo numero abbiamo la possibilità di rileggere avventure che hanno segnato la storia di Topolino, scritte e disegnate da grandi autori del calibro di Romano Scarpa, Carl Barks, Guido Martina, Giulio Chierchini, Pier Lorenzo De Vita ed altri meno famosi.
Questo prodotto costituisce un progetto editoriale ambizioso, attraverso un lavoro di elaborazione e con un supporto critico adeguato a quel pubblico di collezionisti ma rivolto anche a quei lettori più giovani che, spinti dalla curiosità, vogliono conoscere il passato dei personaggi a fumetti che apprezzano ed anche quel passato più reale che trasfonde dalle pagine dei tre albi raccolti e ristampati. Molto accurate le note di Gori e Marconi, l'unica pecca è la mancanza della terza ed ultima parte di "Paperino Girandola", presente nel n.225, qui non presente.
5/7
Top1959 - ristampe di Topolino n.222, n.223, n.224
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