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"Le Artiste di Strada"

TESTI
Soggetto
e
Sceneggiatura
Ubukata Toh
DISEGNI
Itoh Mami


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cover vol.01


Tra le contraddizioni del Rinascimento, due giovani dotate di poteri arcani cercano la salvezza.

Di nuovo nei misteri del Rinascimento
recensione di Luca Cerutti

Mi sia consentito, prima di addentrarmi nella descrizione di quest'opera, dire una cosa: il primo volume di "Pilgrim Jager" bisogna comprarlo!
Potrà poi piacere o non piacere ma la mia modesta opinione è che bisogna leggerlo almeno una volta prima di proseguire o, maledicendomi, accantonarlo. Questo è quello che ho "sentito", sfogliandolo e, visto che "possessione" ed "esorcismo" sono i temi portanti di questo manga, direi che nel tutto c'è una sorta di inquietante coerenza.
Ma, ora, ritorniamo ai fatti materiali.
La versione italiana di questo manga di Ubukata Toh e Itoh Mami è edita dalla neonata Shin Vision, casa editrice multimediale che vanta nel suo staff la triade Francesco di Sanzo - Michele Gelli - Claudia Cangini, tre nomi che gli appassionati italiani conoscono da più di un decennio. Casa nuova quindi, ma con un team esperto.

In giro per la rete..
Il sito della Shin Vision
Pilgrim Jager in Italia

Questa loro edizione "Pilgrim Jager" si presenta come un'opera molto particolare fin dall'ambientazione. Inizia, infatti nel 1521, in Italia, nel pieno di quell'epoca storica densa di contraddizioni, tensioni ed epica che verrà consegnata alla storia come "Rinascimento". Le due protagoniste: Adel e Karin sono due "reiette", due persone che la società dell'epoca, stretta ancora nella morsa della caccia all'eretico, non può accettare senza espiazione e, come tali, esercitano uno dei pochi mestieri che rimanevano ai reietti: quello dell'arte di strada, del saltimbanco, del ciarlatano. La prima, la più giovane, è una contorsionista dall'aspetto solare e dal sorriso sincero, la seconda è un'indovina dai modi controllati e solenni.
Nella speranza di poter acquistare un'indulgenza (di cui in questi anni si faceva mercato) che permetterà loro di espiare senza pagare con la vita o la prigionia e rientrare così nella società, entrambe accettano lavori sottobanco che richiedano le loro nascoste arti. Non tragga però in inganno la loro bellezza, non si tratta di "quei" servigi, ma di combattere contro indemoniati e posseduti per liberarli dal male grazie ai loro poteri soprannaturali.
Adel, infatti, è l'ultima erede della "AlfaCroce" o "Gambo di Sedano", un'arma/reliquia che si tramandava tra i "Benandanti". Costoro erano una comunità cristiana risiedente nell'Europa balcanica e in Friuli e, fino a che non vennero estinti dalla sete di potere del Papato dei tempi, combattevano ritualmente contro i "Malandanti" proprio con i "Gambi di Sedano".
Karin, invece, esprime le sue capacità divinatorie tramite chiodi ed altri oggetti metallici che dolorosamente si materializzano nelle carni dei palmi delle sue mani, e interpretandone il significato guida la sua giovane compagna.
Entrambe hanno ben presente che se si sapesse pubblicamente dei loro poteri, la condanna come "streghe" giungerebbe inevitabile.
Quello che non sanno è che, intanto, a Roma un misterioso pellegrino chiamato Serpente o Il Chiodo della Mano Sinistra, dotato della capacità di leggere nel pensiero, sta riunendo persone con il loro potere per ordine del giovane ed efficiente Cardinale Giulio de' Medici. La loro missione: impedire che si realizzi la profezia di Gerolamo Savonarola, il quale sul rogo predisse che i Sette Peccati Capitali avrebbero ridotto Roma in cenere se le Trenta Monete non li avessero fermati. Per ottenere il loro obiettivo nessuno dei due sembra intenzionato a concedersi qualsivoglia scrupolo.

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Adel, la "Benandante"

Il soggetto, insomma, mescola ingredienti di sicuro interesse, soprattutto per un pubblico italiano maturo. L'approfondimento storico è decentemente curato, andando a recuperare anche episodi drammaticamente "minori" come l'estinzione dell'eresia dei "Benandanti" e gli stessi autori si premurano di indicarci alcuni punti in cui si sono concessi delle "licenze poetiche" per il bene della narrazione. Ci sono comunque delle incongruenze vistose che, più che riguardare "paradossi" di messa in scena, riguardano la stessa presenza dei protagonisti ed antagonisti.
Se, infatti, ancora si poteva accettare che una ragazza di origini balcaniche si possa chiamare Adel, il cognome "Nahseed" sfida la plausibilità onomastica e ancora oltre si spinge la sua bionda compagna che viene indicata come Karin Atlantic. Ancora più difficile da accettare, razionalmente, è che il gruppo dei comprimari presentati in questo primo volume racchiuda in un solo colpo Giulio De'Medici, una rappresentante della casata d'Este, una Valentino, il grande alchimista Paracelso e Pico della Mirandola... da morto (N.B.: se detestate rovinarvi le sorprese, NON andate sul sito dedicato al fumetto). Con l'eccezione del Cardinale Giulio, tutti dotati di poteri analoghi o superiori a quelli delle protagoniste e ben disposti a farsi coinvolgere in combattimento.
Si prova un po' di pena per il povero Dago, che ha dovuto girare mezzo mondo (e diverse centinaia di volumi) per incontrare i personaggi che costruirono quest'epoca, quando le due protagoniste sembrano essere destinate a trovarli conveniente accorpati in un'unica confezione.
Al di là della battuta, la scelta ha certamente un suo fascino e, dopo tutto, ci troviamo pur sempre in un fumetto d'azione, gli autori si accollano però un bel rischio a camminare con tanta baldanza sull'orlo della "consapevole sospensione d'incredulità" del lettore.
Forse, questo rischio viene assunto con assoluta fiducia nella forza della caratterizzazione dei personaggi. Ripensando a mente fredda alla sorta di "possessione" che mi ha preso durante la lettura (ripetuta tre volte consecutive) comincio a comprendere che era il legame, istantaneamente nato tra lettore e protagoniste, uno dei "lacci" che mi avvincevano.
Adel solare, sorridente, persino "ingenuotta", perseguitata da una seconda sè stessa che si fa gioco di lei, delle sue speranze, della sua fede e aspetta di poter prendere il controllo per uccidere esseri umani: fantocci che disprezza e di cui racconta alla "speranzosa" Adel i peccati e gli inganni. Adel si porta dentro Adel da quando gli inquisitori estinsero il suo clan e così Adel si trova costretta a fare quello che Adel avrebbe piacere di fare, pur di non lasciargli il controllo.
Karin algida, controllata, esperta della vita, preoccupata dalle apparenze perchè ben conscia del fatto che, in quel periodo, tra "salvare le apparenze" e "salvare la vita" il margine era labile. Egoista eppure dedita come una sorella maggiore verso la più giovane compagna, continuamente in corsa per proteggerla, continuamente attenta a dissimulare, depistare, distrarre l'attenzione da sè ma, soprattutto da Adel. Infatti, se i loro poteri fossero di dominio pubblico, sarebbe solo questione di tempo finire sul rogo, ma se qualcuno dei loro clienti arrivasse a concepire la reale portata dei loro poteri, diverrebbero uccellini in gabbia dorata, armi preziose.

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Il misterioso "Serpente".

Dal punto di vista della sceneggiatura ben pochi appunti si possono fare: i caratteri delle protagoniste emergono con chiarezza dalle parole che usano, dai dialoghi che tessono, dalle decisioni che prendono, esemplare in questo caso la "dissimulazione" che con freddezza mette in atto Karin per proteggere Adel all'inizio del quinto capitolo.
L'altro personaggio che domina la scena del primo volume Il Chiodo della Mano Sinistra ha presentazione, dialoghi ed emozioni adeguati al suo ruolo: titaneggia come un'ombra oscura, come un fronte di nuvole che preannuncia una tempesta. Lo stesso dicasi per le comparse che intrecciano la loro storia con le protagoniste: ben caratterizzate, ben motivate e con comportamenti adeguati e coerenti con le loro motivazioni. Il lettore potrà apprezzare tanto la "Padrona", la matrona di buon cuore che ospita le due reiette, quanto il Commissario Alberti prototipo dell'uomo d'arme e di stato che l'epoca produceva: umanista, razionale, sospeso tra dovere civico e gusto del potere.
L'unica, veniale, caduta di tono può forse trovarsi nell'eccessiva "sicurezza", quasi "distacco professionale" con cui i personaggi parlano delle possessioni demoniache. A livello personale avrei trovato adeguato all'atmosfera un maggiore timore superstizioso nel nominare e soprattutto definire queste manifestazioni maligne che, addirittura, vengono freddamente indicate come "blocchi psicologici".

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L'errore di Adel...

Ed, infine, i disegni. Cominciamo dalle cose più ovvie: il tratto di disegno ha una presenza "forte" ed è ben delineato lasciando presupporre una buona gavetta tra pennelli e pennini. Il character design è dinamico e spigoloso, adatto ad un manga d'azione, ma con alcuni tocchi di pregio che staccano il fumetto dalla media. Si noti, ad esempio, nell'immagine qui sotto, l'uso di grande effetto drammatico di un tratteggio nervoso affiancato alle sbavature intenzionali ottenute con sapienti "spugnature".
Ma la mano di Itoh Mami non si ferma solo a questo: il secondo, metaforico, "laccio" con cui questo manga mi ha costretto alla sua lettura e rilettura è stata una rara simbiosi tra sceneggiatura e costruzione di tavola. Come ho già detto, le emozioni del rappresentato fluiscono senza interferenza dalla pagina al lettore e questo non sarebbe stato possibile alla sola sceneggiatura se le sequenze dei disegni non fossero studiate con tanta accuratezza e se le tavole non si adeguassero di volta in volta al rappresentato permettendo al "ritmo" della narrazione di non interrompersi nè nelle sequenze più frenetiche nè in quelle più drammatiche.
Se quanto dico non è chiarissimo, basterà la lettura del capitolo "04: Nella Morte", di cui le due immagini che incorniciano questo paragrafo sono la conclusione, per capire cosa intendevo dire.

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...e la pietà di Karin.

Tirando le somme, "Pilgrim Jager" potrà eventualmente far storcere il naso ai "puristi" della storia patria che (con una certa ragione, devo ammettere) riterranno una "giapponesata" l'uso tanto leggero di personaggi storici. Altri, invece, potranno essere intrigati proprio da questa "licenza".
Sicuramente gli appassionati di manga d'azione a sfondo storico/mistico/magico troveranno finalmente una salutare diversione in un mercato inflazionato da ninja, sciamani e samurai.
Se posso aggiungere una cosa, normalmente di fronte ad un primo volume mi viene naturale augurarmi "migliorie in corso d'opera" è veramente un caso raro quando mi auguro, invece, che l'opera si mantenga tale e quale fino alla sua conclusione.
Questo è uno di quei casi.


Pilgrim Jager di Toh Ubukata & Mami Itoh
(Collana Secrets/Shin Vision), 250pp ca. b/n + colore, Euro 4,60, albo brossurato con sovracopertina, bimestrale, senso di lettura occidentale

 

 


 
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