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Sog. e
Sce. Alberto Lisiero e Gabriella Cordone
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Di questi tempi, due anni fa, avevamo seguito Nathan nella sua trasferta extraterrestre
in quel di Marte (n.67/68). Lì il nostro agente speciale aveva fatto conoscenza
della peculiare struttura sociale e dei segreti sotterraneni del pianeta rosso. Aveva
incontrato Diana Dorman, o ciò che ne era rimasto dopo la fusione di quest'ultima
con un organismo nativo altamente mutogeno, la quale gli aveva raccontato
qual era la vera origine dei centozampe terrestri. In questo seguito l'agente Alfa, assunto
nientemeno che dalla sorella di Sigmund Baginov, s'imbatte nelle risposte alle
domande lasciate in sospeso nella precedente avventura: a cosa serve il misterioso
bozzolo trovato negli anfratti di Marte? come è possibile che i centozampe
siano una mutazione di un organismo marziano?
Eccoci quindi catapultati in una corsa contro il tempo tra Nathan ed amici e
militari (deviati). I primi in cerca dei compagni "salmoni" attratti dalla Grande Madre
nelle grotte che le fanno da nido; i secondi invece in cerca del segreto delle mutazioni,
per poterlo in seguito rivendere al miglior offerente.
"si nota una cura certosina per la sceneggiatura e per i particolari,
soprattutto quelli tecnologici"
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Leggendo l'albo si nota una cura certosina per la sceneggiatura e per i particolari,
soprattutto quelli tecnologici. Una bella sorpresa, visti i tecno-pasticci
che ultimamente si perpetuano sulle pagine della serie. Così Sigmund deve
modificare la telecamere per poterle far fare il rewerse play utile al ritrovamento
della strada perduta; il casco ad infrarossi ha bisogno di una procedura di taratura personalizzata
per poter funzionare bene; la convalescente Olga è trasportata con indosso una tuta
che protegga la sua pelle mutata dalle radiazioni solari. L'unica
cosa non proprio scientificamente ortodossa, ovvero le grosse falene che avrebbero
lasciato volando il pianeta Marte, è più che altro retaggio della precedente storia di Medda.
I personaggi, complice anche il tratto di Michelazzo, hanno una connotazione molto
alla manga: tutti sono fondamentalmente "perfetti", fin troppo, e quindi quasi privi
di personalità individuali, con il semplice scopo di essere funzionali alla trama.
Lo stesso Nathan, per esempio, assiste alla proiezione mentale
dell'alieno in modo quasi completamente passivo.
Da segnalare all'interno della storia l'inizio e il capolinea della balbuzie di Sigmund;
l'entrata in scena della di lui sorella; la visione del futuro tecnodroide che il bozzolo
comunica alla mente di Nathan.
  

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Ernestino Michelazzo
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I misteriosi microorganismi fluorescenti.
Disegno di E. Michelazzo, (c) 1998 SBE
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Come già detto buona parte della patina nipponica che avvolge l'albo
è ad appannaggio dei disegni di Michelazzo. Con un mix tra l'ultrarealismo
delle scenografie dei manga e il realismo di scuola europea
nel disegno delle anatomie, le tavole che escono fuori sono davvero ottime.
Del tratto nipponico si intravedono inoltre gli effetti grafici che donano
dinamismo alle scene, su tutti quello ottenuto mediante l'uso di linee radiali
che partendo dal centro della vignetta sottolineano la drammaticità e/o
il movimento della vignetta in questione. Inoltre i personaggi non in
primo piano sono ottimamente caratterizzati da pochi ma efficaci tratti.
Molto buoni anche i primi piani, con alcuni memorabili "sguardi bui" (quelli
che fanno sembrare il personaggio un invasato, per intenderci ;^) , sempre
di nipponica tradizione. A rafforzare ulteriormente il giudizio positivo, il fatto
che l'ottima prova si estende per ben 188 pagine.
  
Storia tecnicamente davvero ben fatta, le manca però il picco
narrativo che la renderebbe completa. La trama, infatti, non è nulla di
esaltante, risultando alla fin fine semplice chiusura del prequel
di Medda. Apprezzabile l'incastonatura nella continuity della
serie, con continui richiami ad eventi passaati e futuri dell'universo
di Nathan.
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