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Nathan Never, che dovrebbe semplicemente scortare un uomo, condannato ingiustamente, dalla Stazione Talia al carcere lunare, si trova invece alle prese con sei personaggi in cerca di riscatto o anche solo di salvezza. Ognuno con i propri guai e tutti con un unico immenso problema: salvare la cotenna dalla ciurma di Rockhal, il pirata...
Un'astronave per non essere perduti
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L'idea di Bepi Vigna è semplice, ma sempre efficace: il viaggio, il gruppo, le difficoltà personali superate mettendo al servizio degli altri le proprie capacità, la prova conclusiva per l'eroe, il lieto fine. Se aggiungiamo l'arrivo in pieno stile deus ex-machina dei fanti spaziali possiamo ben capire come questa avventura di Nathan abbia un sapore piacevolmente antico, fiabesco. Alcuni rilievi però vanno fatti a propoposito di alcuni personaggi e del ritmo della storia.
L'assassino arrogante e rompiscatole in fuga, la partoriente alla ricerca di un futuro migliore per la nascitura, il medico ubriacone sconsolato ma saggio, la bella spogliarellista malinconica e sola, il condannato vittima della giustizia ingiusta e il pilota che vola nella speranza di un matrimonio felice.
Una banda ben assortita a cui Nathan si ritrova a fare da balia. Peccato che non tutti i personaggi vengano dotati della tridimensionalità che ci si aspetterebbe.
Personalmente ci piacciono molto le storie corali, quando però i personaggi hanno tutti una parte precisa e funzionale, oltre che calda e intensa, da cantare. Sarebbe stato interessante vedere sviluppata questa avventura sulle 160 tavole di uno "speciale nuova formula", in modo che anche ai pirati si sarebbe potuto dare lo spazio che avrebbero meritato. Già, i pirati... E chi se li ricorda più i pirati? Da Emilio Salgari a Luigi Motta la letteratura di genere italiana è piena zeppa di avventure con i pirati. Ci sembra però che "I pirati dello spazio" di picaresco abbia ben poco. Vediamo sempre e solo Rockhal e Silver discutere, impartire ordini, assistiamo al lancio di qualche siluro e poi basta. I pirati hanno una cultura tutta loro, ideali forti, gerarchie severe, rituali precisi legati alla vita di gruppo e quella fama di sciupafemmine e attaccabrighe che li insegue ovunque.
Per quanto riguarda la sceneggiatura una sola nota: scorre veloce e appassionante fino al sopraggiungere dei fanti spaziali, poi è come se la narrazione frenasse bruscamente. La missione nel cyberspazio ha l'aria di capitare lì per caso, per riempire le pagine finali. Nathan ha addirittura un arresto cardiaco, ma in quattro e quattr'otto si riprende. Due passaggi che un po' stonano nella complessiva scorrevolezza delle emozioni.
A nostro avviso un Fara nettamente superiore a quello visto all'opera su NN 92. C'è maggiore cura nei dettagli e questo vuole dire tanto quando si tratta di scolpire delle tecnologie. Molto buona la distribuzione dei bianchi e dei neri e la scelta delle inquadrature, e più che discreta la resa della profondità. Molto efficaci le recitazioni dei volti, anche se spesso vengono inscenate da linee apparentemente grossolane e di non facile lettura. Ciò che infatti coglie globalmente impreparati è lo stile particolarissimo di Fara, distante anni luce dai canoni bonelliani e ancor più da quelli nathanneveriani. Chi gradisce il tratto dell'autore apprezzerà queste 94 tavole, chi fatica a digerire la tensione di Fara a tracciare linee quasi disomogenee, talvolta spigolose e spesso spezzate, potrà consolarsi con le rubriche dell'almanacco, di cui parliamo nel globale.
Siamo sicuri che Villa si diverte molto a disegnare le copertine di Nathan, peccato che altrettanto non riescano a divertirsi i lettori. Nonostante sia un bel po' di tempo che l'immenso copertinista di Tex si cimenta sulle cover di Nathan, la resa è ancora poco incisiva. Glissando sul fatto che l'immagine ritratta nulla ha a che fare con lo svolgimento della storia, si coglie subito l'improbabilità del quantitativo di pianeti e lune che si trovano ammassati nell'illustrazione, la freddezza dei raggi viola che investono la navicella dell'agente alfa e la tecnologia fin troppo semplicistica dell'astronave di Nathan come anche dei due vascelli che lo inseguono. Punti in più per le rubriche Fantascienza Libri e Fantascienza Film, essenziali per chi non ha tempo di passare settimanalmente in libreria e in videoteca, che in questo modo può comodamente aggiornare la propria cultura fantascientifica.
Interessante ma un po' dispersiva la sezione articoli dedicata alle città e alla vita del futuro in generale, titolata "Sulle strade di Utopia"; decisamente divertente invece l'excursus sui robot, in cui curiosità storiche e aneddoti fantascientifici ben si mescolano nelle pagine titolate "La dinastia dei quasi umani".
Un po' trito e dal sapore di riempitivo invece l'ultimo articolo sui viaggi spaziali: "Oltre la Luna verso l'infinito". |
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