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Te l'avevo detto io che l'ingegneria genetica è una cosa pericolosa
e non ci si può scherzare... adesso chissà quante volte
ci vedremo ritornare tra i piedi Susan Connery...
Nemo profeta in patria
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Questo nuovo gigante ci offre una storia di piccolo cabotaggio, un "avventurina" per Nemo (la copia rigenerata di Nathan Never). Nemo gira il mondo con la sua astronave-sommergibile-biblioteca distribuendo libri (può suonare strano ma questo è nella trama...) quando arriva una rigenerata (in senso stretto) Susan Connery a riproporgli un famoso duello (indovinate l'esito questa volta?). Per far questo mette in pericolo, ma non troppo, tutto il mondo. L'unica curiosità, l'unico interesse della storia è nel vedere com'è il mondo dopo la guerra con i Tecnodroidi. Ma in breve l'interesse si esaurisce. Ci dispiace dire che della storia non ci ha colpito nulla in particolare. Non si possono muovere neanche critiche particolari: tanti sono i personaggi della saga che fanno una comparsata e alla fine è come una riunione tra ex-compagni di scuola... piacevole in un primo momento, ma che in breve diventa noiosa. Mentre la "saga alfa" ci regala sulla serie regolare nuove prospettive per la testata, questo gigante non fa che evidenziare come il ciclo dei Tecnodroidi sia arrivato a mostrare le corde. In verità la nascita di Neos che viene mostrata nel 108 potrebbe voler dire che non è ancora stata detta l'ultima parola, ma se sviluppi ci sono questi sono nell'epoca di Nathan Never, non certamente nel futuro remoto di Nemo. Sicuramente quella dei tecnodroidi non è più la strada su cui portare avanti i giganti di Nathan. Si pone il problema di quale sia l'identità dà dare alla collana dei giganti. Forse è il caso di ripensare all'utilità stessa degli albi giganti in casa Bonelli quantomeno al fatto che non possono diventare albi sempre più routinari come gli altri e quindi bisognerebbe svincolarli dalla stretta periodicità annuale. Per tutte le testate, dopo le storie che hanno avviato le rispettive collane di grande formato, ci si chiede ormai perchè le storie ospitate dai giganti non siano pubblicate in formato normale... Ma non è questa la sede per questo discorso.
E' questa invece l'occasione giusta per riconoscere che la saga dei tecnodroidi ci ha dato molto in questi anni. E di questo dobbiamo ringraziare una persona sola: Antonio Serra. Un autore che invece, con il passare degli anni, ha raccolto molte volte critiche ingiustificate. Ma il "personaggio" Serra è un personaggio complicato.
![]() Antonio Serra in action Con questo gigante si chiude la grande epopea dei tecnodroidi ideata da Serra dieci anni fa mentre scriveva gli albi n.7 e n.8 (che dovevano essere nei piani iniziali il n.1 e n.2). Secondo la "leggenda", arrivato a sceneggiare verso pag.140 si rende conto che nella storia c'e' un errore tremendo, la storia è da buttare. Non ci dorme tre notti perchè le tavole sono già disegnate e quella deve essere la prima storia di NN! Poi arriva l'idea giusta e scrive giù tutto in una notte quello che è raccontato tra 7/8 "La zona proibita" e questo gigante. Nascono quindi la fratellanza ombra, l'antica organizzazione, i tecnodroidi, i cicli temporali, Nathan e Nemo, Selena e Raven, Neos e Gabriel, ecc. Il tutto da da sviluppare in 7 albi in un paio d'anni... :-) ma come sappiamo la storia editoriale della saga è stata poi ben più travagliata e difficile e il tutto si è diluito in 10 anni (e quindi condito di riassunti :-). Se guardiamo a tutta la saga il bilancio complessivo è sicuramente positivo. Seppur in mezzo a mille critiche che si possono muovere a singoli aspetti di singoli capitoli, non si può negare che il disegno complessivo è affascinante e le ore di sano divertimento tante. Un tassello della storia del fumetto italiano. ![]() ![]() ![]()
Germano Bonazzi è uno dei disegnatori storici della serie ed è anche uno dei più talentuosi. Ottima l'interpretazione di Nathan (o meglio di Nemo) e in generale è ottima la caratterizzazione dei personaggi. Qualche nota negativa per il personaggio di Susan Connery un po' troppo dura e maschile (che è una caratteristica del personaggio, ma comunque è qui troppo rimarcata). Ottimo invece il modo in cui Bonazzi interpreta i Tecnodroidi (stilisticamente creati da De Angelis) riuscendo a coniugare il tratto personale con dei personaggi non facili da disegnare. Ottima la scelta delle inquadrature e molto belle le scene di gruppo e di battaglia. Da segnalare le pagine 11-12, 52-54, 72-73, 129. Se questa storia si regge nel complesso, molto lo deve ai disegni di Bonazzi. ![]() ![]() ![]()
Gran bella copertina, ottima la scelta dei colori con i toni rossi che predominano come è tradizione nelle copertine dei giganti (anche la costata degli albi è rossa). Come già detto il ciclo dei Tecnodroidi volge al tramonto, ma in contemporanea a questo gigante è in edicola la "Saga Alfa" il gruppo di albi con cui l'agenzia "cambia" e si apre un nuovo grande ciclo che guiderà la continuity della testata per i prossimi anni (e di cui si parla nella recensione del 107).
Per altre considerazioni vedi la scheda della storia.
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