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" Oceano verde"


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Un tuffo nel verde
recensione di Daniele Alfonso

Stanco dello smog cittadino, Nathan decide di andare a respirare un po' d'aria pura nella foresta pluviale sudamericana. Le zanzare sono l'ultimo dei suoi problemi...



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Vietti    

Stafano Vietti si conferma come una delle colonne portanti della serie nathanneveriana, essendo presente in edicola con due storie in contemporanea: "Vite passate" (NN 89), e questo ottavo speciale.

"senza retorica, si affrontano anche temi importanti e delicati (..)"
   
L'autore imbastisce una storia dall'intreccio complesso, ma non difficile da seguire, molto ben studiata e documentata, con una vena ecologista che non dispiace affatto, e con un'attenta caratterizzazione dei numerosi personaggi. Senza retorica, si affrontano anche temi importanti e delicati, come la violenza fra le pareti domestiche e l'omosessualità, che, pur non essendo fondamentali per la trama, la arricchiscono di interessanti sfaccettature, a vantaggio della verosimiglianza della vicenda.

L'unico difetto è il ripescaggio di alcuni cliché tipicamente bonelliani, che qualsiasi lettore di Tex, Zagor, o Mister No non avrà avuto difficoltà a individuare. Uno è il classico rapporto tempestoso tra il capo saggio e anziano (El Brujo) e il giovane guerriero dal sangue caldo (Iye Marangui), il primo votato alla pace, il secondo alla guerra contro i bianchi invasori. L'altro luogo comune è l'ufficiale di carriera rozzo e ottuso, vero tormentone di Bonelli padre e figlio, che evidentemente non hanno mai visto molto di buon occhio l'ambiente militare. A ciò si aggiunge il tormentone personale di Vietti, che non può fare a meno di parlare, per l'ennesima volta, di mutazioni genetiche, volontarie (sul fiore di Rafflesia) o accidentali (l'anaconda gigante, della cui presenza avrei fatto a meno molto volentieri). Per fortuna, le mutazioni non sono il perno della storia!

Va detto che tutto ciò non inficia, se non in modo marginale, la qualità di una storia sicuramente buona, e di piacevole lettura.



DISEGNI
Dante Bastianoni    

(36k)
La città perduta, disegno di D. Bastianoni
(c) 1998 SBE
   
 
Bastanoni ha un stile molto supereroistico. Il tratto armonioso e sicuro delina, con scrupolosa attenzione, le anatomie esaltate di uomini della muscolatura possente, e di donne longilinee e sensuali, con fianchi e seni scolpiti dall'abbigliamento aderente. Altrettanta cura è destinata agli sfondi particolareggiati, che si avvalgono di spettacolari effetti luminosi, grazie un sapiente uso delle retinature, unito ad un abile chiaroscuro convenzionale, con cui Bastianoni cattura efficacemente tanto l'atmosfera della giungla di cemento, quanto quella della giungla vera e propria.

Il disegnatore mostra la sua inquietudine nei continui cambi del punto di osservazione tra una vignetta e l'altra, quasi a far sfoggio di un'assoluta padronanza della prospettiva da ogni angolazione. La canonica griglia bonelliana scompare completamente, lasciando il posto ad una composizione estremamente variabile e irregolare: eppure ciò non sembra ancora sufficiente e, come si vede nell'immagine qui a fianco, alcuni particolari debordano, ed evadono dai pur labili confini del layout.

Ho qualche dubbio sull'effettiva utilità funzionale di una tale impostazione, che rischia di diventare pretestuosa e disorientante, ma, dal lato puramente estetico, il risultato ottenuto è di certo appagante.



GLOBALE
 

Anche questa volta, devo insistere nella campagna anti Claudio Villa. Non fraintendetemi, Villa è senza dubbio un disegnatore eccellente, e le sue copertine per Tex sono spettacolari. Purtroppo, tanto più belle sono le cover texiane, tanto più brutte diventano quelle nathanneveriane. Come direbbe il nostro ranger preferito, è chiaro come il sole a mezzogiorno che Villa non ha nessuna voglia di disegnare per l'Agente Alfa, e allora perché non si riesce a trovare un rincalzo più volenteroso per il bravo De Angelis?
 

 


 
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