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Nick Raider
n.104 | ||||
"
Uragano
" |
![]() ( 4 , 3 , 4 ) 3 + 1 | 48% | equiv. 4/7 | |
Un tipo con la faccia da killer (e infatti lo è) cerca con intenzioni poco benevole un meccanico di un'autorimessa:
peccato per lui che il tale non sia un innocuo garagista, bensì un altro assassino a pagamento. Solo un po' più in gamba,
tant'è che fa fuori il collega e poi lascia New York alla volta di Miami. L'omicida del mese è in effetti un pentito di mafia
e sembra avere qualche vecchio conto da regolare. Sarà Nick a mettersi in caccia. Peccato che tra i due ci si metta pure un simpatico uragano...
Soffia il vento, urla la bufera recensione di Paolo Ottolina |
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Soggetto![]() | 4/7 |
Gianfranco Manfredi |
Renato Queirolo sembra aver appaltato
la serie a Manfredi, che mette la firma sull'ennesimo episodio,
il quarto consecutivo. Ancora una volta Manfredi sceglie di trascurare
il genere più caratteristico della serie, cioè il police
procedural, e scrive una sorta di road-movie con spruzzate di
catastrofi, FBI e collusioni mafia-politica. A distanza di tre numeri,
la serie abbandona nuovamente la classica ambientazione newyorkese per
fare un puntatina in Florida: ribadisco la mia avversione alle trasferte,
a meno che non si trovi un intreccio dotato di grandi qualità extra,
possibilmente con una storia dai risvolti "personali" molto marcati.
La vicenda è molto lineare, quasi banale rispetto ad ad altre trame "barocche" di Manfredi: inizio con omicidio, fuga, inseguimento, conclusione sanguinosa. L'uragano del titolo potrebbo essere un elemento nuovo, ma nella vicenda funziona più come diversivo per aggiungere pagine che come elemento di reale interesse nella trama. Inoltre ancora una volta Nick agisce in versione non-ufficiale: cominciano a diventare un po' troppe e in queste occasioni gli albi perdono una caratteristica peculiare (e positiva) della serie, cioè la verosimiglianza. Per di più gli elementi di contorno non brillano per originalità: l'FBI che lavora "sporco", il solito politicante legato mani e piedi ad interessi mafiosi, una giornalista avventurosa e impavida. Già, uno degli elementi da notare è il maggior spazio che via via sta ritagliandosi Violet: peccato che, professionalente, sia l'ennesima reporter che vuol rubare il lavoro ai piedipiatti. Peccato, perché i giornalisti "veri" non lavorano affatto così: una serie "realistica" poteva essere una buona occasione per infrangere un fastidioso cliché (fastidioso per gli pseudo-giornalisti come il sottoscritto...:-) |
Sceneggiatura![]() | 3/7 |
Gianfranco Manfredi |
Se il soggettista tira giù una
trama passabile (e questo "Uragano" lo è, in fin dei conti)
l'albo potrebbe diventare apprezzabile con una bella sceneggiatura. Una
sceneggiatura brillante, che sappia disegnare personaggi carismatici e
che arricchisca le sequenze con una narrazione tesa, vibrante, magari punteggiata
di dettagli sorprendenti o simpatici. E invece nulla di tutto ciò
è possibile ritrovare in questo numero. L'inizio è un'esplosione
violenta e coinvolgente. Poi, purtroppo, tutto avanza in una fastidiosa
calma piatta, sino al finale che rianima un po' l'episodio. Nonostanta
la fuga del pentito-killer Charlie Nolan sia costellata di efferati
omicidi e arricchita dalla furia dei venti, la narrazione è sciatta,
non varia mai registro, non cerca mai cambi di ritmo o sequenze ad effetto.
I momenti di viaggio sulle highways e le scene dell'uragano sono raccontate
con lo stesso taglio. Nolan è ferocissimo, ammazza nemici e testimoni
con indefessa lena, ma non riesce a ritagliarsi un posto memorabile tra
i killer della serie, e questo perché Manfredi non sa dargli battute
che lo dipingano anche come uomo. Rimane una "funzione" della
storia, quella di avversario di Nick, e nulla di più. Più
in generale è proprio la "regia" dello sceneggiatore,
la scelta di questa piuttosto che quell'altra vignetta a farmi storcere
il naso. Da notare la battuta pessimistica che un Nick molto amareggiato confida nell'intimità a Violet: "[...]dare le dimissioni, lo so...E a volte vorrei farlo." |
Disegni![]() | 4/7 |
Stefano Biglia Luigi Copello | Il dinamico duo Biglia&Copello mi sembra in leggero progresso rispetto al loro precedente lavoro, sul n.95 "Le regole del gioco". Se non altro il rendimento è più costante per tutte le 94 tavole. La strada da percorrere per affiancare firme più affermate come Ramella o Mastantuono è comunque ancora tanta: molte pose dinamiche mi sembrano soffrire di una certa legnosità, le vignette della sequenza dell'uragano non rendono a dovere la spettacolarità dell'evento, certi volti hanno una durezza nei lineamenti fin troppo "squadrata". Prova discreta, sperando in meglio. |
Copertina![]() | 3/3 |
Corrado Mastantuono | La matita magistrale di Mastantuono comincia a non farmi rimpiangere affatto Bruno Ramella. Ogni copertina progredisce, si passa dal bello al più bello... Bellissima, fragile e affascinante, la Violet di copertina soccorsa dal suo Nick, che si giova dell'indubbia abilità di Corrado nel disegnare le figure femminili. Il tutto è supportato da un'eccellente colorazione, una delle migliori dell'intero parco testate Bonelli. E la prossima cover sembra una nuova magia... |
Overall![]() | 1/3 |
Ancora un albo per me assolutamente insipido. Per la rubrica "chissenefrega" segnalo che giunto a pag.83 ho volontariamente interrotto la lettura e rimandato il finale al giorno seguente (cosa che faccio rarissimamente, per qualsiasi fumetto). Una scelta che non depone certo a favore della bontà di un giallo. Il "trailer" del n.105 (bella a mio parere la rinnovata grafica dei "prossimamente") sembra avere riferimenti a "L'assassino ha lasciato la firma" del grande Ed McBain, e questo mi fa ben sperare. | |
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