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Nick Raider  n.109
" Gli avvoltoi "
(1k)
( 5 , 6 , 4 ) 3 + 3
74% equiv.
6/7
Vedere anche la Scheda della Storia nell'uBC Database.


Un triste caso di adolescenza frustrata al centro di questo numero: Eddie Kovacs ha la faccia funestata dall'acne ed è schernito dalla gente che lo chiama con l'umiliante soprannome di "Brufoli". Per sfogare la sua rabbia impugna una mazza da baseball e spacca a bastonate le teste di chi non paga le rate a suo padre Norman, strozzinaccio da antologia...

Io usurai, tu usurasti. .
recensione di Paolo Ottolina
Nick Raider



Soggetto
(1k)
5/7
Alfredo Nogara "Una vicenda di scottante attualità": a parte la fastidiosa frase fatta (perché l'attualità dev'essere sempre scottante?), ben si esprime la pagina della posta a proposito del tema di questo centonovesimo numero. E' piacevole il ritmo della vicenda che scatena scene adrenaliche come le violente incursioni degli strozzini, per poi indugiare con momenti dedicati all'introspezione dei personaggi. Per una volta Nick e Marvin si fanno fregare dal sicario di turno, che con metodi spicci fa fuori il testimone tanto prezioso e solo un intervento esterno e fortuito (come il suicidio dell'agente Cooper) può assicurare gli usurai alla giustizia. Eccesivamente frettoloso il finale con Marvin, da sempre meno integerrimo di Nick, che dà sfogo alla sua vendetta cogliendo la palla al balzo: anche solo un paio di vignette in più avrebbero assicurato il giusto rilievo al gesto del pard di Nick.

Un tema del genere offiva il fianco a considerazioni "sociologiche" sul fenomeno dell'usura, ma la scelta di alleggerire il tutto con una figura di un cattivo "sui generis" e non manierato come Kovacs, sposta il focus lontano da generalizzazioni di ogni tipo, assottigliando lo spessore della storia. Scelta comunque rispettabile, quella di Ongaro, visto che il plot fila liscio senza problemi.

Sceneggiatura
(1k)
6/7
Alfredo Nogara La vena di Ongaro nel tratteggiare figure così caricaturali nella loro miseria d'animo da risultare ridicole si conferma in questo numero: davvero spassosa la cattiveria del repellente strozzino Norman Kovacs. Sembra una versione incattivita e distorta di Zio Paperone (quello prima maniera, non il bonaccione dei giorni nostri), e Ongaro lo tratteggia con ferocia al cianuro strappando risatine e commiserazione insieme: ottimo esempio è il finalino comico nella cella della galera.

Tutto l'episodio è ricco di figure, che pur non spiccando per eccezionale originalità, sanno colpire con la loro personalità. Per ognuno di essi (l'irascibile "Brufoli", il buon Milos, il poliziotto fallito Bob Clark, le altre vittime dello strozzinaggio) emerge una piccola storia personale, emergono inclinazioni, fobie, meschinità: emerge la loro coscienza, nera o candida che sia. Certo alcune situazioni potenzialmente interessanti sono appena accennate, come il rapporto tra il killer e il figlio, apprendista sicario; altre sono un inserite un po' di forza per gettare benzina sul fuoco, come l'odio di Marvin per l'usura giustificato da un episodio personale, però le capacità letterarie, del romanziere Ongaro si confermano ancora una volta intatte nel suo alter ego, il fumettista Nogara.

Una nota: a soli 2 mesi di distanza dal n.107, "Morire dal ridere", un altro personaggio si becca l'avvilente soprannome di "Brufoli" (per evidenti motivi): non si poteva trovarne un altro? Pustolo, ad esempio ;-)

Disegni
(1k)
4/7
Mario Jannì Le linee sono piuttosto cariche, pesanti. I volti dei brutti (e cattivi) sono al limite della parodia. Due caratteristiche che mi fanno assimilare il segno di Jannì a quello che si vede in pubblicazioni comico-parodistiche tipo Alan Ford.

Complessivamente le tavole mi sono sembrate talora appesantite da chine utilizzate senza troppa parsimonia, e non sempre continua è la resa dei volti, soprattutto nel passaggio dalle figure grandi in primo piano alle figure medio-piccole nei campi più allargati. Una scelta piuttosto convenzionale delle inquadrature ha un'impennata di qualità nella scena dell'assassinio di Milos, con quella "sezione" dell'alloggio che fornisce un colpo d'occhio esauriente e leggibile. Decisamente valida, invece, la resa grafica del ripugnante Norman Kovacs e del suo irascibile figliolo.

Copertina
(1k)
3/3
Corrado
Mastantuono
Ottima impostazione anche per questa cover. Corrado ha dato davvero una svolta alle copertine, da sempre costrette a camminare sul pericolante crinale della suspence (è chiaro che non devono anticipare scene madri o rivelare il volto dell'assassino misterioso). I due punti forti del disegno di Mastantuono si esaltano nella scena: il forte dinamismo che sprigionano le sue figure, e i volti da Lombrosario dei cattivi, "brutti" e disneyani come non mai in quest'occasione. Peccato per Nick in versione Popeye: sembra guercio.

Overall
(1k)
3/3
La copertina è un babà, la storia solida, i disegni dignitosi, le rubriche informative: ci si può lamentare di qualcosa?



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Soggetto

 
Sceneggiatura

 
Disegni

 
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