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" Incidente letale"

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l'incidente

Pagine correlate:

"Chi va forte..."
recensione di Emanuele De Sandre

"...va alla morte", diceva un vecchio adagio di nonna ogni qualvolta ci vedeva uscire di casa con un qualsiasi mezzo di locomozione. Mac e Alex sembrano non ricordarsene e anche il buon Nick Raider non ci dà troppo peso. Molto male per lui, poco male per i lettori che si possono godere i funambolici incidenti inscenati dall'ottimo Milano...



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Piani    

Finalmente l'azione! Con l'apparizione dell'introspettiva criminologa Julia era auspicabile che Nick Raider si caratterizzasse maggiormente come serie dedicata al poliziesco hard boiled. "Incidente letale" fa centro in questa direzione. Già nelle prime dieci tavole otto sono un ben orchestrato mix di presentazione dei personaggi e di inseguimento a tutto gas. Alle pag. 21 e 22 Alex viene poi brevemente rincorso per l'ospedale da un poliziotto. Ed è significativo che Alex venga braccato da Nick per ben 15 tavole proprio nella zona calda della storia, cioè le pagine che vanno dalla 43 alla 57. Una corsa entusiasmante, quest'ultima, che si viene a snodare tra vicoli e pattumiere, con balzi prodigiosi a evitare le auto sfreccianti per la strada e a scavalcare basse staccionate come anche alte e puntute cancellate. Una caccia alla volpe che sarebbe scivolata facilmente nella stucchevolezza, se Piani non avesse in modo del tutto appropriato deciso di spezzare il fiatone del lettore con due intermezzi deliziosamente ironici e autoironici.

"Torna la grande azione, poco piombo ma sgommate e derapate a volontà!"
   

Nel primo siparietto Alex e Nick si infilano in rapida successione all'interno di una casa dal retro, ne attraversano la cucina uscendo dall'ingresso principale sotto gli sguardi attoniti di una quieta famigliola in procinto di gustare una delicata zuppa. Il secondo, a pag. 52, riguarda il solo Nick che inforcando una motocicletta esclama"Mondo ladro, ma non finisce mai questo inseguimento!?", anticipando il lettore di quella frazione di secondo necessaria e sufficiente a quietarlo in quei momenti delicati che precedono l'esplosione dell'insofferenza. Una frase gustosa al momento giusto, segno che lo sceneggiatore è ben conscio di ciò che sta scrivendo e, contemporaneamente, che il personaggio inizia a sentire la stanchezza della "scena". Non a caso Nick, due tavole dopo, finisce sotto una macchina.
"L'autoironia, l'incidente, l'ospedale: Nick è un personaggio molto umano..."
   
L'incidente in cui l'agente Raider incappa fa di lui un personaggio vero, fallibile e quindi umano. Si lascia sfuggire la preda e si fa pure male, peggio di così!
Ma dire che quest'albo è solo un'avvincente storia d'azione sarebbe riduttivo. Alex e Carmen, la sua bella ragazza, sono due coprotagonisti ben tratteggiati, con un carattere definito e coerente, ottimamente gestiti da Piani, al termine di tutti gli inseguimenti, per portare avanti la porzione di detection contenuta nell'albo. Una indagine forse troppo rapidamente sviluppata e risolta, ma armonicamente distribuita nell'ultima trentina di pagine, tanto che Piani riesce a mostrarci anche l'epilogo ultimo, senza tagli e senza costringersi a lunghissimi balloon esplicativi, ma anzi riprendendo Nick e Marvin in una atmosfera rilassata e giocosa. Un happy ending insolito ma tutt'altro che stucchevole.



DISEGNI
Mario Milano    

Ottimo esordio di Mario Milano sulle pagine della serie dedicata al poliziotto newyorkese. Le tre caratteristiche che colpiscono subito sono il dettaglio, la profondità e l'espressività.
Il dettaglio: già la prima tavola ci colpisce. E' un campo lungo, ma gli omini presenti sono perfettamente integrati nell'immagine, non sono sproporzionati, nè "sovratratteggiati" ossia creati da una quantità esagerata di segni. Ci sono anonimi passanti ma c'è anche il barbone nel vicolo, che ci aiuta a inquadrare meglio la "qualità di vita" nel quartiere. Quando lo sguardo scende alla vignetta sottostante possiamo notare che i passanti e gli astanti sono esattamente quelli dell'immagine precedente. Questo significa grande cura, grande capacità di gestire le sequenze al di là delle indicazioni dello sceneggiatore.
Nella pagina successiva abbiamo subito una prova di grande gestione della profondità e degli spazi. Ci riferiamo alla striscia centrale di pag.6, dove vediamo, si badi: all'interno di una unica vignetta, tre ambienti. Abbiamo la stanza sudicia in cui c'è Kaplan che guarda fuori dalla finestra; c'è la finestra, che è una vignetta nella vignetta, e fa entrare direttamente all'interno della stanza gli eventi della strada; e infine a sinistra vediamo la porta aperta che dà su un'altro ambiente, la prossima futura via di fuga. Se il disegnatore non possiede una perfetta conoscenza delle regole della prospettiva vignette come questa rischiano di risultare incomprensibili se non inguardabili. Altro esempio di dettagli e profondità lo abbiamo nella prima striscia di pag.10, dove l'inseguimento automobilistico affluisce in uno stradone che permette all'autore di dimostrare la propria abilità con tratti di tutti gli spessori, dalle spesse pennellate dell'auto in primo piano al sottile tratteggio dei palazzi in fondo.
E poi l'impeccabile cinetica degli incidenti. Una tavola per tutte: pag. 13. Si noti come le ammaccature dell'auto e gli specchietti che si staccano in volo non siano affatto casuali ma trovino tutti riscontro in un evento presente nella vignetta precedente.

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l'incidente letale che da il via alla vicenda
(c) 2000 SBE

Infine l'espressività dei personaggi. Dal ghigno del killer, al terrore dipinto sul volto di Carmen a pag. 71, a tutta la gamma di emozioni di Nick (severità, sofferenza, divertita serenità), fino alle variopinte smorfie dello sfortunato Alex (pag. 20, 21, 31, 32, 37,50, 53), ma tutti i personaggi, in verità, recitano in modo più che convincente.
Unico neo dell'albo di Milano è la somiglianza di alcuni volti: quelli di Nick e di Mac, l'amico di Alex; quelli di Carmen e dell'infermiera di pag. 20; quelli del killer e di Davis, gestore dell'autorimessa.



GLOBALE
 

La copertina forse non è immensamente spettacolare, ma ritrae esattamente una scena dell'albo, e questa è a nostro avviso sempre una componente positiva. Il titolo è sufficientemente evocativo, visto che è proprio l'incidente iniziale a dare il là a tutta la vicenda, pur non risultando esso stesso "direttamente" mortale.
Quest'avventura ci ha divertito parecchio, la tensione e i momenti di lieve ilarità si alternano gradevolmente favorendo il lievitare del voto globale, e se provate la lettura tenendo in sottofondo "Sabotage" dei Beastie Boys vi sembrerà di essere lì a correre con Nick e Alex! ;-)
 

 


 
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