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" Uomini talpa"


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Come fondere intimamente critica sociale e narrativa di genere: ecco un esempio semplice e lampante, ce lo fornisce un ispiratissimo Piani mandando Nick Raider a investigare...

Dove non sorge il sole
recensione di Emanuele De Sandre



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Piani    

Se è vero che nulla è in grado di descrivere la nostra società, i suoi drammi, le sue contraddizioni, le sue paure, meglio della narrativa di genere, qui ne abbiamo un esempio felicissimo.
Piani prende Nick Raider e lo porta ad agire in un habitat tanto vicino quanto trascurato. Dimenticato perchè ignorato, asportato come una metastasi dalla coscienza della "gente" perbene. Dai probi WASP americani.

"Sottoterra non ci sono solo i morti..."
   

Il sottosuolo di New York è un labirinto di tunnel dimenticati da Dio e dalla società. Eppure qualcuno ne ha fatto la propria casa. Qualcuno ha scelto di viverci. Altri vi sono stati costretti. I Mole people (la "gente talpa") oggi come oggi potrebbero essere oltre venticinquemila. Una comunità numericamente non trascurabile. Trascurata.
Ed è proprio della comunità, più che di un suo singolo appartenente, che Piani ci racconta. Una comunità che ha un suo "sindaco", Seville, ma le cui regole si basano sulla violenza e sul sopruso, e i tutori dell'ordine sono pazzi assassini.

Abitanti del sottosuolo
disegni di Luigi Siniscalchi (c) 2001 SBE

Memorabile, in questo senso, la galleria di folli e di santi che Piani tratteggia: da Hector "il terrore del tunnel", a Bernard, l'ex-pugile vendicatore; dal pazzo furioso "angelo nero" allo schizofrenico Blade; dalla giovanissima Felicia all'insospettabile Lady Pink. Paria, reietti. Ma coscienti del loro status, presenti a sè stessi, alla loro condizione di diseredati.

Pur mancando lo spazio per un approfondimento psicologico che riguardi ciascun personaggio, Piani riesce a far parlare la coralità, a dare profondità ai caratteri semplicemente avvicinandoli uno all'altro, senza buttare via una sola battuta, una sola vignetta. E Nick Raider a riunire questa armata brancaleone di "houseless" e non "homeless", perchè molti una famiglia ce l'hanno. Nel tunnel.

"Ma la società senza legge del sottosuolo, è così diversa dalla nostra?"
   
Oltre a portare in primo piano il problema di queste comunità letteralmente sepolte e dimenticate dalla società dei consumi, l'albo grazie all'amarissimo finale, ci lascia con un dubbio a roderci l'anima: l'anticiviltà senza sole nè luna che abita le viscere della Terra, è così effettivamente peggiore della nostra, patinata e apparentemente confortevole? I soprusi e le ingiustizie sono gli stessi, le vendette hanno lo stesso sapore, la follia cambia solo di abito ma la matrice è la stessa, la giustizia non esiste, ed è il fato a distribuirla, se lo ritiene opportuno. Come a dire: il male non è nei luoghi, non è nella ricchezza o nella povertà. Il male è nell'uomo.
Un albo che insinua dubbi nella nostra coscienza e fa muovere le nostre rotelline è un ottimo albo. E' narrativa di genere che funziona.



DISEGNI
Luigi Siniscalchi    

Se tre indizi fanno una prova, Siniscalchi sforna albi di elevatissima qualità ormai da anni. E' l'ora del tributo. Mai un volto inespressivo, mai un personaggio caratterizzato poco o male. Mai una inquadratura incomprensibile o ripetitiva o fuoriluogo. Certo forse per la regia c'è molto dello scrittore, ma il disegnatore è bravo a seguire le indicazioni!

Degni di menzione:

  • i dettagli con cui sono ricostruite le location da bidonville del tunnel: libri e pattume, bigiotteria e stracci, carrelli della spesa e poltrone sfondate;
  • umori corporei: Siniscalchi è uno dei pochi che non trascuri queste componenti. L'inseguito suda di brutto, il pazzo che grida cola saliva dalla bocca ornata di denti marci, e chi muore di paura lacrima come un poppante; tutti questi elementi dovuti alle fisiologiche reazioni del corpo umano alimentano alla grande il realismo della finzione.
  • Siniscalchi si supera anche come costumista, disegnando vestiti credibilissimi per tutti; perfetti i mix trash-grunge del popolo talpa.
  • Perfetto Nick Raider, anche in sahariana sgualcita.
  • Bellissime le donne. Tutte, anche la grassa Lady Pink.

    Che altro aggiungere? Nulla, solo incrociamo le dita, perchè qualità e quantità come le si trova sintetizzate nel pennelli di Siniscalchi sono rare.

    diio lo vole!
    L'"angelo nero" scaglia anatemi
    (c) 2001 SBE



    GLOBALE
     

    Splendida la copertina, ritrae esattamente un momento dell'albo, con in più Nick Raider in fondo alla scena, investito come di una luce divina, ma forse impotente verso il dramma che va a compiersi. Una illustrazione che racchiude terrore (nel volto della vittima) e mistero (il killer è fuori campo), molta oscurità e un bagliore lontano.
    Efficacissimo il titolo, che si allontana per una volta dagli standard gialleschi della serie, favorendo il riferimento al tema centrale della narrazione. Albo da segnalare a chi fosse indeciso se acquistare almeno un numero di questa serie, "tanto per provare". Provate questo, intanto...;-)
     

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