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Sog. e
Sce. Stefano Piani
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In questo episodio Nick Raider si trova a
contrastare degli avversari piuttosto atipici, coloro che in teoria
dovrebbero essere suoi alleati: uomini della CIA! Stefano Piani per una volta defila il
protagonista della serie ad un ruolo da comprimario: il susseguirsi degli
avvenimenti, infatti, avviene senza l' apporto diretto di Nick, il quale si
limita a prendere nota di quello che accade; anche quando intuisce la piega
che prenderanno gli eventi, non riesce mai a modificarne in modo
significativo il corso.
"...Piani per una volta defila Nick Raider ad un ruolo di
comprimario..."
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I ritmi della storia sono dettati dalle losche trame di vari uomini di
spicco della CIA, impegnati in una guerra intestina senza esclusione di
colpi per aggiudicarsi l' ambito posto di comando. E poiché, come recita
un famoso proverbio, i panni sporchi vanno lavati in casa...l' autore ci
regala un Nick insolitamente marginale (lui che è abituato ad intervenire
impulsivamente e direttamente al cuore delle ingiustizie che di volta in
volta trova sulla sua strada!). Un Nick che arriva sempre tardi sui luoghi
dei vari delitti che si susseguono, in tempo solo per prenderne nota... un
Nick che non riesce a salvare neppure coloro che individua come le prossime
vittime certe (è il caso di Maria Margolis, di Frank Warner,
dello stesso Ford, capo della CIA, ed infine anche del vietnamita
Ki-On che da il titolo all' albo). La conferma che ci troviamo di
fronte ad un Nick Raider atipico, remissivo rispetto al solito, risalta in
modo particolare dalle pag.78-84: viene invitato ad un incontro segreto da
Samuel Douglas, vicecomandante della CIA, per essere "istruito" sul
come muoversi senza "pestare i piedi" a persone importanti... e lui,
nonostante a parole cerchi di apparire sicuro del fatto suo ed assolutamente
incorruttibile, nella pratica poi il nostro agente accetta le condizioni che
gli vengono imposte dall' alto e si limita ad aggire in base a quello che
gli viene indicato. E la scena seguente è l' unica occasione in cui Nick è
protagonista dell' albo: a pag.90, aiutato dal fido Marvin, cattura
(anzi...uccide) l' uomo che gli era stato indicato appunto da Douglas come
responsabile principale dei delitti avvenuti. E' esemplare la frase con
cui, al termine della vicenda, Nick si sfoga con il suo vecchio superiore
Art: gli dice testualmente: "Ci avrei provato se avessi avuto
qualche possibilità di spuntarla, ma quel tipo della CIA è stato chiaro: ti
cacciamo dalla polizia! Non vale la pena prendersela per le prepotenze e i
pasticci dei servizi segreti...è nel loro DNA!" (pag.95)
"...emblematico è anche il finale..."
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Un Nick più riflessivo e più accondiscendente, e meno impulsivo... un
Nick che si limita a restare nell' ombra, ad assistere quasi impotente alle
beghe intestine dei caporioni di un' organizzazione potentissima qual'è la
CIA. Emblematico, in proposito, anche il finale: con Nick ormai defilato,
la storia continua per altre due pagine, e ci mostra delle scene che ci
lasciano presupporre degli altri inevitabili omicidi in arrivo ancora all'
interno della stessa CIA, con relative conquiste del comando: come a dire
che l' eroe, per una volta, non è stato un vero e proprio eroe...e non è
riuscito a fermare un bel niente...
   
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Giancarlo Caracuzzo
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Ai pennelli c'è il gradito ritorno del semi-esordiente Caracuzzo,
prima d'ora impegnato nella serie solamente
nel n.168 "Una vita sospesa".
Le sue tavole sono complessivamente buone: il suo tratto è un pò spigoloso, ma
rende bene la fisionomia e le espressioni dei vari protagonisti. In
proposito, da notare anche un significativo progresso nella resa grafica dei
volti di Nick e Marvin, più vicini ai canoni della serie rispetto a quelli
dell' opera precedente.
Nel rappresentare gli sfondi urbani si affida
molto ad un sapiente utilizzo del bianco e nero, espediente che contribuisce
a creare un' atmosfera di sotterfugio (adattissima all' occasione), e che
inoltre lo esenta spesso dal dilungarsi in particolari, che non sembrano
essere proprio il suo punto di forza. Ogni tanto cade in alcune
disattenzioni (vedi la scheda della storia), ma
nel complesso la resa globale dell'episodio in questione è gradevole ed
efficace.
  
Un albo sulla scia di quelli estivi: non particolarmente impegnativo, ma nel
complesso di piacevole lettura. La copertina di Mastantuono è
accattivante e molto ben realizzata...però ha un difetto: la ragazza
raffigurata, stando alla storia, non può essere che Maria Margolis; che però
nell' albo è chiaramente mora, mentre sulla cover il buon Corrado la rende
bionda...;-)
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