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![]() Michele Medda o della versatilità. Con il personaggio del killer Doc Vladislav, Medda crea uno dei suoi personaggi migliori; il perfetto doppio, in chiave surreal-demenziale di Manny Grey, il protagonista assoluto del Nathan Never n.9 ,"Gli occhi di uno sconosciuto". Se li, appunto, l'uso frequente della didascalia serviva all'autore per rappresentare l'angoscia esistenziale di Manny (e degli altri personaggi), per porne la psicologia, la personalità, sotto la lente d'ingrandimento della riflessione interiore; qui serve ad ottenere effetti della più beffarda comicità, battute assurde, continui capovolgimenti di senso e di prospettiva logica nel discorso; in una divertente e divertita presa in giro dei personaggi della letteratura hard-boiled e - in funzione autoironica - dello stile di Medda stesso.
In ogni caso un personaggio memorabile. Come memorabile è, anche, lo scarto narrativo - nella sequenza della caccia a Legs nelle gallerie della metropolitana da parte di Regina - con il quale Medda sembra rendere omaggio alla più classica delle convenzioni della narrativa popolare: il ritorno in scena del "cattivo", apparentemente morto ma in realtà salvatosi in un qualche modo ai limiti dell'impossibile. Ed in effetti l'irrompere sulla scena di Doc Vladislav (fatto morire per mano di Zantar a pag.65) in funzione di salvatore di Legs, alle p.81/83 (dopo che già il killer aveva salvato l'agente Alfa non portandone a termine l'omicidio commissionatogli da Regina), sembra una caduta nell'ovvietà di tale schema. Ancora una volta, tuttavia, lo sceneggiatore utilizza il personaggio per una riflessione metaletteraria: la scena del salvataggio è in realtà una sorta di premonizione onirica avuta da Doc negli ultimi istanti prima di morire e che, inserita in questo punto della narrazione, ottiene il doppio scopo di fornire un nuovo sketch di umorismo demenziale ed un'ulteriore presa in giro di un luogo comune attraverso il capovolgimento delle aspettative del lettore.
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1997| A causa di un sondaggio che, per la prima volta in quattro anni, la vorrebbe sconfitta - da Legs Weaver - nella corsa al titolo di Donna dell’anno, l’ambiziosissima e viziata Mary Jo Sguazzinelli, artista dalle mille sfaccettature e personaggio del jet set, meglio nota come Regina, ingaggia Doc Vladislav, un killer professionista, per far uccidere Legs. L’uomo, sorpresa Legs durante una missione di quest’ultima in coppia con May Frain, la risparmia (per una somiglianza dell’agente Alfa con la propria sorella) e la abbandona nelle gallerie della metropolitana invase dall’acqua. Legs, che ha perduto la memoria in seguito ad una forte botta in testa. viene salvata dall’appetito di una sorta di mostro preistorico, dall’intervento di Toledo e Single, due mutati che raccoltala così indifesa decidono di portarla nel proprio rifugio (cosa che Single accetta malvolentieri). Qui Legs fa la conoscenza di un buffo gruppo di mutati che, nell’economia del racconto dell’albo - trasposizione della favola di Biancaneve - svolgono la funzione dei nani. Intanto la perfida Regina scopre l’inganno di Doc Vladislav che le aveva portato il cuore di un mutato in luogo di quello di Legs per farle credere di aver ucciso la sua vittima designata. Furibonda, la donna fa uccidere il killer dal suo servitore Zantar e quindi si getta all’inseguimento di Legs. Rintracciatala nelle gallerie della metropolitana, Regina cercherà, nel corso di un’autentica sarabanda, in cui accade di tutto, di chiudere la partita con Legs. Durante le fasi finali dello scontro, una seconda botta in testa fa tornare la memoria a Legs che poco dopo assiste alla morte grandguignolesca della sua persecutrice che farà la fine a cui l’agente Alfa era scampata: tra le fauci del mostro.
La storia si chiude con la scoperta che nel 2097 i sondaggi di opinione non sono meno manipolabili che nel 1997: in realtà, in testa sin dall’inizio e vincitrice del titolo di Donna dell’anno è infatti May, non meno stupefatta di Legs per questa conclusione!
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