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Primo Piano
Soffia, Eba, soffia!
L'Africa è, anche nell'immaginario di chi non l'ha mai veduta, il simbolo della terra Madre, fertile e selvaggia. La vita, tuttavia, per germogliare ha spesso bisogno di allontanarsi dalle proprie origini e di trovare un'altra casa.
È questa la storia di Eba, fanciulla africana bellissima strappata, o forse semplicemente volata via, dalla propria casa e cresciuta tra le spine di un'Europa triste e decadente.
Diventa perciò impossibile raccontare di questa ragazza senza mettere in campo opinioni e sentimenti personali. Prima di tutto il "dono" di Eba: il soffio delle sue labbra è in grado di animare la terra, trasformandola in animali in carne ed ossa. In questo, ella diventa il legame tra la vita e la terra, il veicolo grazie al quale l'una entra dentro l'altra.
Di queste trasformazioni soprannaturali, nessuno dei personaggi della storia sembra stupirsi. Viene accettato come un fatto, senza che sia neccessario chiedersi il perchè ciò avvenga. Anche nella degradazione, Eba è l'Africa, selvaggia ma inaridita dall'avidità e dall'ignoranza. Ma seppure ingabbiata in uno spogliarello di quart'ordine, la passione vitale ch'ella incarna non è scomparsa del tutto. Ci viene presentata appassita, tossicomane, legata ad un marito-padrone; eppure rimane un personaggio positivo, vivo, verde.
Tutto questo è confermato anche dall'epilogo della vicenda, in cui Eba decide di tornare in Africa. Decisione che non è descritta come catarsi di una vita dissoluta, nè come stoico proponimento di un'eroina.
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1998|
Il giovane poliziotto Boulet porta Erika, la figlia del commissario Dumas a vedere uno spettacolo in un night club di Ginevra. La protagonista è Eba, che si esibisce in uno spogliarello assieme ad alcuni serpenti. In realtà a compiere il delitto è stato Bernard, il marito di Eba, per evitare di pagare un debito di gioco. La malavita ginevrina organizza una vendetta nei confronti di Bernard e, indirettamente, contro Eba, ritenuta l'unico "oggetto" di valore in possesso di suo marito.
Proprio la sera dell'omicidio giunge a Ginevra Shamael, uno sciamano etiope zio della bella Eba. Aggredito da due nordafricani clandestini come lui, viene soccorso da Napoleone, che lo aiuta a cercare la nipote.
Per convincere il marito di Eba a lasciarla partire con lui, Shamael gli regala un grosso diamante, promettendogli altre pietre preziose.
Quando la malavita organizzata viene a sapere dell'esistenza di questi diamanti organizza un incontro con Shamael con l'intenzione di ucciderlo per impadronirsi delle pietre. |
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