Stirpe dell'abisso, La

Aztechi, anzi no... Maya e … parenti serpenti!
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Stirpe dell'abisso, La
Tex 649-651
uBCode: ubcdbIT-TX-649-651

Stirpe dell'abisso, La
- Trama

I quattro pards vengono chiamati da El Morisco per investigare sulla morte di un suo amico e collega, il dottor Eduardo Palacio, ucciso da quattro uomini in nero, probabili seguaci del culto del dio serpente Hapikern. Dopo avere affrontato i seguaci del dio, prima a Rio Bermejo e poi sul treno diretto verso sud, i sei uomini giungono a Villa Diago, da cui il dottor Palacio era fuggito prima di essere ucciso. Mentre i pards respingono l’attacco di un grandioso serpente e proseguono nelle loro indagini, El Morisco scopre, celato tra i libri della biblioteca, l’infernale segreto della stirpe dei Diago. Per salvare Kit, El Morisco, Eusebio e Leonora Diago, rapiti dai seguaci del dio, gli altri pards, insieme ai peones in rivolta, penetrano nel covo sotterraneo della villa e si scontrano con le creature che dimorano nell’Undicesimo Abisso...

Articolo

  • Tex, sei tu?
    Diversità nei processi di aberrazione di un piccolo patrimonio italiano a fumetti.

data pubblicazione Nov 2014 - Gen 2015
testi (soggetto e sceneg.) di ubcdbMauro Boselli
copertina di ubcdbClaudio Villa
disegni (matite e chine) di ubcdbAlessandro Piccinelli
copertine
Tex 649<br>copertina di Claudio Villa<br><i>(c) 2014 Sergio Bonelli Editore</i> Tex 650<br>copertina di Claudio Villa<br><i>(c) 2014 Sergio Bonelli Editore</i> Tex 651<br>copertina di Claudio Villa<br><i>(c) 2015 Sergio Bonelli Editore</i>
tavole o vignette
La calma e la tempesta<br>Tex 649, pag.11 - Tavola di Alessandro Piccinelli<br><i>(c) 2014 Sergio Bonelli Editore</i> Un finale degno della EsseGesse<br>Tex 651, pag.42 - Tavola di Alessandro Piccinelli<br><i>(c) 2015 Sergio Bonelli Editore</i>

Annotazioni

Note e citazioni

  • Il disegnatore comasco Alessandro Piccinelli è alla sua terza storia per la serie regolare di Tex dopo Vendetta per Montales n.579-580 e I trappers di Yellowstone n.611-613, tutte sceneggiate da Mauro Boselli.
  • Ritornano El Morisco, uno degli amici storici di Tex, scienziato, studioso e uomo di enciclopedica cultura, e il suo fedele e patibolare maggiordomo Eusebio, apparsi per la prima volta ne Il tesoro del tempio n.77-78. Li avevamo visti l’ultima volta nel Texone 27 La cavalcata del morto, di Mauro Boselli e Fabio Civitelli. Boselli è stato anche l’autore de Il ritorno del Morisco n.452-454, storia disegnata dal compianto Guglielmo Letteri, nella quale ci veniva svelato il vero nome del Morisco (Ahmed Jamal) e ci venivano narrati eventi del suo passato incluso il motivo per cui aveva dovuto lasciare l’Egitto.
  • A pag.21 del n.649 i quattro uomini che inseguono il dottor Eduardo Palacio si fermano quando Eusebio spara un paio di colpi e ferisce ad un braccio uno di loro. Subito dopo se ne vanno, pur essendo in superiorità numerica (El Morisco non è nemmeno armato) e pur non avendo ancora recuperato il diario del dottore.
  • La diagnosi che fa il dottor Palacio circa la "malattia delle pelle" che ha colpito Leonora Diago parla di "avvelenamento del sangue" (pag.31 del n.649, cfr. anche pag.34). Più avanti egli pare convinto che si tratti di una "malattia degenerativa del sangue" (pag.46) e che si possa curare con trasfusioni di sangue.
  • A pag.56 del n.649 El Morisco parla ai quattro pards del mito della creazione dei Maya, secondo il quale "gli dei, prima di fabbricare gli uomini, provano altre creature, tra cui gli uomini-serpente...". Nel corso della vicenda El Morisco svelerà il mistero che si nasconde dietro "il marchio dei Diago" ossia il "loro infame connubio con una razza mostruosa e subumana" (cfr. pag.82-83, 92 del n.650). In una storia di Tex degli anni Ottanta, Un mondo perduto n.282-283, l’ultima disegnata dal maestro Erio Nicolò e completata da Vincenzo Monti, Tex e i suoi pards affrontano degli esseri dalla pelle squamosa di serpente, i Ghundar, discendenti degli indiani che ebbero dei contatti con gli alieni che atterrarono sul monte Rainer e si parla anche di incroci tra i Ghundar e le donne Klamath.
  • A pag.58 del n.649 Carson cita la "Banda degli Innocenti", da lui affrontata ne Il passato di Carson n.407-409 e nel corso degli eventi risalenti a venticinque anni prima, colà narrati.
  • Se Tex vuole seguire la traccia del serpente che ha lasciato un solco sotto la finestra dello studio del Morisco, perché non lo fa e basta senza uscirsene con una giustificazione quale: «Forse è una specie sconosciuta... Se catturiamo per te quell’esemplare, la tua fama di scienziato potrebbe accrescersi ancora, Morisco...»? Da quando in qua, a Tex o a El Morisco, importano questioni quali l’accrescimento della fama? (pag.62 del n.649)
  • A pag.101 del n.649 Carson cita il tenente Castillo dei Rurales, comparso ne Gli schiavisti n.618-620.
  • Ma che bisogno c’è di mettere in rilievo che "questa povera gente viaggerà ammassata nei vagoni di seconda e terza classe" mentre Tex e gli altri avranno "costosi biglietti di prima"? (Kit, a pag.104 del n.649). Carson ci ricama pure sopra, obiettando che "la prima classe di un treno messicano è sicuramente infestata da pulci e pidocchi" (pag.105) da cui probabilmente saranno ricoperte anche quelle "miserabili creature" che secondo Carson sono i peones di Villa Diago (pag.22 del n.650).
  • La copertina del n.650 è un omaggio, o una citazione, alla/della copertina dell’albo n.101 in cui El Morisco troneggia in compagnia di Tex, dando anche il suo nome al titolo alla storia (El Morisco n.101-103).
  • A pag.20 del n.650 Carson ricorda che, anni prima, Tex incontrò una "specie di mostruoso anaconda in un vecchio tempio abbandonato". Si riferisce all’animale ucciso da Tex e Tiger nell’avventura contro i Figli del Bisonte intitolata Na-Ho-Mah la strega n.26-27. Tex uccide un altro anaconda, stavolta con un coltello, a pag.90-93 de Il pozzo dei sacrifici n.427 (Il mistero della pergamena n.425-428, avventura che Tex vive insieme a Carson e anche a El Morisco).
  • A pag.39 del n.650 Tex precisa che «Tiger ed Eusebio hanno pranzato in cucina con la servitù...». Da notare che Tiger - presentato poco prima da Tex a Hernán Diago come suo "fratello di sangue" (pag.23) - non solo non pranza con i suoi pards e con i Diago ma non viene nemmeno ricevuto nella biblioteca dei Diago al momento delle presentazioni (pag.26-31). D’accordo, può trattarsi di un piano convenuto, in parte ossequioso delle formalità dei "nobili", ma poi sia Tiger che Eusebio non dormono nelle stanze adibite alla servitù, ma nelle stanze degli ospiti, vicino ai loro "padroni".
  • Kit si comporta da vero babbeo esponendosi da una delle finestre della biblioteca (pag.40 del n.650) e poi dalla finestra della camera di Eusebio (pag.48), in entrambi i casi dopo aver notato uno degli uomini in nero appostato all’esterno, tra gli alberi. Il colpo non lo ferisce (viene tuttavia ferito da una scheggia di vetro), ma lo manca di poco alla testa. Si riscatta tuttavia nelle ultime pagine della storia, liberandosi dalla pietra sacrificale e fronteggiando i Diago fino all’arrivo di Tex, perfino in modo "esagerato" (cfr. pag.42 del n.651, vignetta centrale a destra).
  • Pare che Tiger abbia un continuo bisogno di far sapere quanto Tex e Carson siano migliori di lui: a pag.72 del n.650 - al peone ferito, sorpreso e ammirato dal fatto che sia sopravvissuto alla lotta con il gran serpente - Tiger risponde che i suoi "amici lo hanno messo in fuga", mentre a pag.110, quando lo stesso peone fa riferimento al fatto che Tiger ha ucciso uno degli uomini-serpente, il navajo esclama: «Aquila della notte e Capelli d’argento sono anche più in gamba di me!» (cfr. anche pag.68 del n.649). Poi però Tiger salva la vita a Tex due volte in cinque pagine (cfr. pag.23-27 del n.651).
  • A pag.78 del n.650 Morisco esclama: «Eureka!», come Archimede.
  • A pag.90 del n.650 Tex tramortisce la guardia che si trova al piano superiore e non si preoccupa delle eventuali spiegazioni da dare perché «Ci sono duecento stanze, in questo palazzo, e la metà sono vuote. Lo rinchiudiamo imbavagliato in qualche armadio e sfido chiunque a ritrovarlo!» Ma allora, se le cose stanno così, che senso ha la manfrina che fa Carson per allontanare la guardia al loro piano (pag.88-89) con la scusa di volere "tortilla e un pezzo di salsiccia"?
  • A pag.97 del n.650 Kit dice a Leonora che con lui, suo padre e gli altri lei sarà "maggiormente al sicuro". Entrambi vengono rapiti poche pagine dopo.
  • Il primo a definire "immonda genìa" la "stirpe dell’abisso" è il dottor Palacio (cfr. pag.25 del n.649), seguito da Leonora (pag.93 del n.650), poi da Carson (pag.103) e infine da Tex, che parla di "genìa bastarda" (pag.111). Pare anche che tutti comprendano benissimo cosa significa "subumano" (El Morisco, pag.82 del n.650), non solo i quattro pards, ma anche Leonora (pag.92). Da notare che Carson paragona senza indugio una monaca a un "frate trappista" (pag.6 del n.650), mentre a pag.16 parla di acquitrini "mefitici" e a pag.47 di "abominio". Non dimentichiamo il peone ferito, che parla di "fatalismo" (pag.110) e che cerca il riscatto dall’"orrendo giogo" (pag.111).
  • La bacinella rituale attraverso la quale il dottor Sandoral "vede" a distanza l’arrivo di Tex e degli altri (a pag.96 del n.650 e da pag.14 del n.651) ricorda quelle usate da Mefisto fin da Incubo! n.78-80 e successivamente dal figlio Yama, unitamente a specchi e sfere di cristallo. Tuttavia, mentre Mefisto "vedeva" senza bisogno di intermediari oppure si serviva dello spirito di un servo ipnotizzato, qui Sandoral non può "vedere" senza gli "occhi" delle sue "silenziose spie" ossia di grossi serpenti presenti lungo il cammino di Tex e degli altri (che svolgono quindi la funzione delle moderne telecamere).

Incongruenze

  • A pag.16 del n.649 Eusebio si riferisce ai Maya come al suo popolo. Più avanti, a pag.67, Kit rimarca la discendenza di Eusebio dai Maya e non dagli Aztechi, sostenendo che egli "ha sangue Maya nelle vene". Riguardo alle origine azteche, non maya, di Eusebio si veda Il tesoro del tempio, cit., in particolare pag.77-78 del n.77 nonché i numerosi riferimenti presenti nell’avventura intitolata El Morisco n.101-103, in particolare pag.25-26 del lungo dialogo tra Tex, Carson, El Morisco ed Eusebio a pag.5-35 del n.102 Sierra Encantada, dove la verità risalta a chiare lettere.
  • A tale proposito facciamo notare che nell’ intervista a cura di Giorgio Giusfredi del 10 novembre 2014 apparsa nel sito della Sergio Bonelli Editore, il curatore di Tex precisava che "in onore degli antenati di Eusebio" nella storia ci sarebbe stata "un po’ di mitologia maya".
  • Il segretario del Dottor Palacio si chiama Guzmàn o Guzmán? (cfr., ad es., pag.8 con pag.9 o pag.29 con pag.34).
  • Carson ha sempre considerato Eusebio una sorta di infernale menagramo, ma, anche per via di una notoria affinità con lo stesso ;-), gli ha sempre portato rispetto, così come rispetta El Morisco (cfr. ad es. La piramide misteriosa n.228-229, pag.27: «El Morisco ha ragione, Tex!... Stento anch’io a prendere per buona tutta questa incredibile storia, tuttavia, ben conoscendo la serietà del nostro amico, non posso negargli una certa credibilità!»), non dimenticando in quante occasioni lui e i pards abbiano avuto a che fare con l’irrazionale. È quindi poco comprensibile il trattamento a cui Carson, con il suo atteggiamento saccente e le continue prese in giro, sottopone il povero Eusebio in questa storia (cfr. pag.61-69 del n.649), nonché il suo ostinato scetticismo, così come quello di Tex (cfr., ad es, lo scambio di battute a pag.65 del n.649 tra Carson «Peccato che io agli spiriti non credo!» e Tex «E io neppure, vecchio mio! Ci dev’essere una spiegazione razionale e noi la troveremo!»).
  • A pag.87 del n.649 il locandiere di Rio Bermejo prosegue la sua commedia ai danni di Ramón e dei suoi complici, dicendo - su suggerimento di Tex (pag.86) - che ha ritardato nel mandare il segnale perché «L’indiano e il più giovane sono astemi. Ho dovuto mettere il narcotico nel caffè alla fine della cena...» La scena ricostruita sarebbe quindi questa: Tex, Carson, Morisco ed Eusebio bevono il vino narcotizzato e perdono i sensi; Kit e Tiger continuano la cena come se nulla fosse e poi cadono anch'essi vittime del narcotico, stavolta contenuto nel caffè. E' qualcosa che non sta minimamente in piedi. (segnalazione di Giorgio Loi)
  • A pag.99 del n.649 dopo avere ucciso l’uomo vestito di nero che faceva parte di una banda di quattro uomini, Carson dice: «Comportamento misterioso. Se fossimo rimasti tutti assieme, ci avrebbero dato del filo da torcere!» La frase è rivolta agli uomini in nero, non certo a lui e agli altri pards che sono tutti presenti, quindi al posto di "fossimo" avrebbe dovuto esserci "fossero" (segnalazione di Mauro Nogarè).
  • A pag.27-30 del n.650, prima ancora di chiarire la ragione della loro presenza a Villa Diago e comunque senza alcun motivo, Tex e Kit offrono ai Diago una dimostrazione di tiro con entrambe le colt, sparando ad una fontana del parco della villa. Tex continua ad impressionare i Diago, spiegando al giovane Hernán perché lui e Kit non hanno sparato tutti i colpi: «Mai scaricare le pistole, se non in caso di estrema necessità! Avere altre pallottole nel tamburo della colt potrebbe salvarci la vita!» Più avanti Vicente Diago sembra dare una giustificazione alla "prova" fornita dai due pards (cfr. pag.96), che tuttavia rimane nulla più che un’esibizione da fichetti.
  • A pag.38-39 del n.650, non intendendo restare da solo "in quel sepolcro", ovvero la sua camera, Carson porta coperta e cuscino nella camera di Tex e si prepara "un giaciglio davanti al caminetto". Per quale motivo il vecchio Carson - che ama le comodità tanto da sperare in un "giaciglio confortevole" in quel "pugno di case" che è il villaggio di Rio Bermejo e che spesso si lamenta per i suoi reumatismi (pag.16) e problemi vari alla schiena - decide di dormire per terra e non insieme a Tex, nel grande letto matrimoniale che c’è nella sua stanza? I due vecchi compagni d’avventura hanno diviso, tra loro e con gli altri pards, giacigli di ogni genere, quindi che senso ha questa improvvisa pudicizia? Si confronti, ad es., la scena in oggetto con quella che comincia a pag.71 del n.146 Terra promessa, dove si vedono le coppie Tex-Kit, Carson-Tiger a letto in due camere matrimoniali.
  • A pag.107-108 del n.650 Tex e Carson rilevano a terra delle tracce di sangue e ipotizzano che sia di Kit. Tuttavia, nell’albo n.651, né Kit, né gli altri rapiti con lui, ma nemmeno i rapitori, portano il segno di alcuna ferita.

Frase

  • Hernán Diago: «È un indiano delle vostre parti, quello? Un Apache?»
    Tiger:«Navajo.»
    Tex : «Il suo nome è Tiger Jack... È mio fratello di sangue. E sa parlare.»
    n.650 pag.22

Personaggi

Tex, Carson, Kit, Tiger El Morisco amico storico di Tex Eusebio fido maggiordomo del Morisco Eduardo Palacio [+] medico di Città del Messico e amico di El Morisco Guzmàn [+] segretario e assistente del Dott. Palacio Leonora Diago attrice colpita da una strana malattia Lucas Diago [+] zio di Leonora Victor Diago [+] padre di Leonora Hernán Diago fratello minore di Leonora, finisce in carcere Vicente Diago [+] fratello di Leonora Sebastian Diago [+] fratello di Leonora, il più colpito dal "marchio dei Diago" Sandoral [+] dottore dei Diago, vuole ridare nuova linfa alla "stirpe dell’abisso" Pablo [+] maggiordomo di villa Diago vecchio meticcio lavorante alla piantagione Pedro locandiere di Rio Bermejo moglie di Pedro Ramón [+] bandito di Rio Bermejo Rico [+] complice di Ramón frate in viaggio sul treno giovane novizia in viaggio sul treno Suor Veronica monaca di clausura anziana, identità sotto la quale si nasconde uno degli "uomini serpente" peone ferito segue i pards nei meandri segreti della villa

Locations

deserto di Chihuahua Messico Rio Bravo Pilares villaggio messicano in cui vive El Morisco casa di El Morisco a Pilares studio di El Morisco studio del Dottor Palacio a Città del Messico Villa Diago nello Stato di Durango serra di Villa Diago Rio Bermejo Messico posada a Rio Bermejo Magdalena Messico stazione ferroviaria di Magdalena carrozza speciale di prima classe della "Ferrocarril Sonora" biblioteca di Villa Diago sala da pranzo di Villa Diago stanza di Tex a Villa Diago presunto covo degli adoratori del serpente stanza di Leonora a Villa Diago baracca del vecchio meticcio sotterranei della villa

Vedere anche...

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