Lunedí, 3 Maggio 2010
messaggio da L.Ferrini - 03/05/2010 21:15
Sul blog di Mondonerd è stata pubblicata una video intervista a Scott McCloud, realizzata durante Torino Comics.
L'intervista è in inglese ma sottotitolata in italiano e si trova qui.
Tag: Scott McCloud, Torino Comics
Sabato, 1 Maggio 2010
messaggio da M.Migliori - 01/05/2010 19:00
Da un articolo del Corriere.it:
Razzista e offensivo nei confronti degli africani. Una nuova bufera si è scatenata contro Tintin, il celebre fumetto belga ideato dal disegnatore Hergé nel 1929. Mbutu Dieudonné, un cittadino congolese che vive da anni in Belgio, ha presentato al Tribunale penale di Bruxelles una denuncia contro il fumetto belga accusando il secondo episodio della serie, uscito in bianco e nero a puntate tra il giugno 1930 e il giugno 1931 (la versione a colori è del 1946) e intitolato Tintin in Congo, di razzismo e chiedendo l'immediato ritirato delle copie da tutte le librerie del Belgio.Da un articolo di Repubblica con alcune immagini della vicenda:
Le prime denunce di Dieudonné contro il fumetto sono state presentate alcuni anni fa e lo scorso febbraio il congolese ha addirittura scritto una lettera al re belga Alberto II per segnalare i passaggi più sconcertanti del libro. Dopo aver constatato la lentezza della giustizia belga e il silenzio del sovrano, il cittadino congolese ha deciso di rivolgersi al tribunale penale che nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi obbligatoriamente sulla vicenda. Una prima udienza del processo per direttissima si è tenuta mercoledì 28 aprile, ma la Corte ha deciso di rinviare al prossimo 5 maggio la decisione definitiva. (..)
Razzista e xenofobo. Con queste accuse uno studente congolese ha trascinato di fronte a una corte di Bruxelles Tintin, il personaggio creato dal Georges Remi, in arte Hergé. Sul banco degli imputati la casa produttrice che amministra l'opera del disegnatore belga. Al centro della causa il volume "Tintin in Congo", pubblicato nel 1930, nel quale gli autoctoni vengono raffigurati come indigeni selvaggi. Lo studente congolese chiede la messa al bando dell'albo e la sentenza, prevista per oggi, arriverà il 5 maggio prossimoLa notizia, naturalmente, ha assunto carattere internazionale. Da un articolo sul Times Online:
He was, perhaps, Belgiums greatest 20th-century figure; a globe-trotting reporter who earned worldwide recognition for his adventures in the company of a faithful dog and a drunken sailor. Yesterday Tintin faced ignominy as he was dragged before a court in his native land to be accused of racism and xenophobia.
Lawyers told a judge in a Brussels civil court that Tintin in the Congo - the second book in the series - should be banned in Belgium or at least sold with a warning that it contains material likely to shock readers. The case was brought by Bienvenu Mbutu Mondondo, 41, a Congolese accountant who says that the work, first published between 1930 and 1931, perpetuates colonial stereotypes. "This book contains unacceptable racist and xenophobic words which are designed to convey the idea that the black man is inferior," Maître Papis Tshimpangila, Mr Mbutu Mondondos lawyer, told The Times.
Venerdí, 30 Aprile 2010
messaggio da P.Dionisio - 30/04/2010 14:45
Da un articolo su KataWeb corredato da galleria fotografica:
(..)
Nel solo 2009 i furti darte in Italia sono stati 882 per 13.224 oggetti trafugati. 1.264 sono state le persone indagate di cui 44 quelle arrestate. Grazie allattività del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, sono stati recuperati 55.584 reperti archeologici, provenienti da scavi clandestini, e 19.043 oggetti darte rubati. Il termine archeomafia è stato coniato da Legambiente allinizio degli anni 90 proprio per definire lattività illegale della criminalità organizzata nellambito dei beni culturali.
Da qui nasce l'idea di Storie d'Arte e di Misfatti, ovvero sei indagini relative a recuperi dopere darte, compiute dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, trasformate in altrettanti fumetti. I racconti sono stati sceneggiati da Silvano Mezzavilla e disegnati da Giancarlo Alessandrini, Sara Colaone, Marco Corona, Giuseppe Palumbo, Maurizio Ribichini, Fabio Visintin. Sono stati raccolti in un libro (a cura di Paolo Barcucci, Francesco Coniglio Editore) e sono esposti in una mostra a Roma, all'Istituto Nazionale per la Grafica (Via della Stamperia 6, fino al 16 maggio, ingresso gratuito). Nell'esposizione, a cura di Paolo Barcucci con allestimenti di Cinzia Leone, larte del fumetto è stata affiancata alle arti tradizionali, rappresentate dalle sei opere recuperate dai Carabinieri, ovvero un reperto votivo dera precristiana, un mosaico catacombale, un volume bodoniano, dipinti autentici e falsi dautore.
(..)
Giovedí, 29 Aprile 2010
messaggio da P.Dionisio - 29/04/2010 23:35
Da un articolo del Corriere.it corredato da galleria fotografica:
Basta con l'impegno a tutti i costi, coi graphic novel realistici e cronachistici. Il fumetto è soprattutto avventura, il che, a ben vedere, non costa meno fatica. La pensa così Milo Manara, ospite a Napoli del Comicon, il XII Salone internazionale del fumetto: «Hugo Pratt detestava i fumetti impegnati - dice l'autore veronese - e credo avesse ragione. Negli anni Settanta si diceva che tutto era politico. Oggi io penso, come sosteneva Hugo, che tutto sia cultura». Eppure proprio Manara fu protagonista, nel 1975, di quello che con ogni evidenza è stato il primo, convinto esperimento di graphic all'italiana: "Un fascio di bombe", 48 pagine per raccontare la strage di piazza Fontana. Un albo che oggi diventa libro per i tipi della torinese Q Press, a distanza di 32 anni dall'ultima, introvabile edizione, e viene presentato sabato 1 maggio alle 17.30 a Castel Sant'Elmo. Si intitola "Fumetti neri" l'incontro-dibattito con l'editore Giuseppe Peruzzo, il fumettista Luigi Corteggi e gli autori del libro Alfredo Castelli, Mario Gomboli, e appunto Milo Manara, che ricorda: «Ci rendevamo conto che stavamo facendo qualcosa di inedito, ma in generale quelli erano tempi molto creativi ed entusiasti». Nuvole e bombe. «La strage di piazza Fontana fu lo scoperchiamento del vaso di Pandora. Molti accusano il '68 di essere la radice del terrorismo: io credo che il terrorismo sia nato il 12 dicembre del '69, alla Banca dell'Agricoltura, e non certo per mano delle sinistre».
(..)
messaggio da P.Dionisio - 29/04/2010 15:05
Da un articolo su Corriere Fiorentino.it:
Arthur Conan Doyle lo immaginava così il suo Sherlok Holmes: con la pipa fissa in bocca e guai a chi gliela toccava. E che dire dell'investigatore Philip Marlowe? Anche il personaggio di Raymond Chandler ha un debole per il tabacco e non fa in tempo a spegnere una bionda che ne ha già pronta un'altra. Ma non per tutti è così. Insomma, c'è sigaretta e sigaretta. Ad esempio quella di Desdemona Metus, personaggio nato dalla fantasia di Giuseppe di Bernardo (famoso per essere uno dei disegnatori di Diabolik) e protagonista della serie L'insonne, sembra non essere stata ben accolta dall'assessorato fiorentino alla cultura che ha sì sponsorizzato la pubblicazione di un albo speciale realizzato ad hoc per la Notte Bianca fiorentina, ma ha anche gentilmente chiesto all'autore di eliminare la sigaretta.
Il motivo? «Trattasi di messaggio diseducativo». E poco importa se il fumo è parte integrante dell'eroina del fumetto (ambientato a Firenze) che lavora di notte in una piccola radio locale e macina una cicca dopo l'altra mentre intrattiene il pubblico di radio amatori. Di Bernardo dice di aver tolto la sigaretta dalla copertina d'accordo con il Comune, a patto di lasciarla nella storia, dove diventa davvero un elemento caratterizzante del personaggio. Ma non era la prima volta che l'insonne Desdemona faceva parlare di sé. Già l'anno scorso, poco prima della presentazione di un numero della serie in un centro commerciale della riviera romagnola durante il Cartoon club - festival del fumetto di Rimini - la distribuzione dell'albo è stata bloccata (il fumetto doveva essere donato ai visitatori del maxistore) perché il testo conteneva delle parolacce e descriveva il "cattivo" dicendo che di mestiere faceva il sottosegretario alla cultura. «E ovvio che gli autori de LInsonne non intendevano identificare nessuna persona realmente esistente e che i fatti narrati sono solo frutto di fantasia», aveva detto Di Bernardo all'epoca dei fatti, ma non bastò a salvare L'insonne dal "rogo".
(..)