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Sog. e
Sce. Stefano Vietti
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A questo punto della serie comincia ad essere chiara la diversa concezione della
Magic Patrol da parte dei vari sceneggiatori. Mentre infatti per Beretta
contano soprattutto le atmosfere "mysteriane" e l'"umanità" dei personaggi,
per Vietti l'aspetto prevalente è quello relativo all'accezione
"magica" della serie. Insomma, più Magic e meno Patrol!
Questo episodio si presenta quindi magico e interessante, nonostante il tema
del nazismo occulto sia decisamente abusato in casa Bonelli. L'intreccio
è interessante, il ritmo della sceneggiatura lento ed opprimente, come
si addice ad una storia dai toni un po' cupi come questa. Ecco, forse un po'
troppo opprimente, e anche a tratti condito con una certa retorica (soprattutto
nel finale), che forse si rivela essere poco appropriata.
Anche il personaggio del bambino in pericolo è ormai abusato, specialmente
all'interno della miniserie, e sa un po' di "già visto". Ciò
nonostante, il livello dei testi si mantiene globalmente sopra la media.
  

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Roberto Zaghi
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Lode a Zaghi per la sua continua ricerca stilistica: se confrontiamo
questo episodio con quello del n.21, si nota una
profonda diversità nei tratti e nel dettaglio. In peggio, però, e
qui finisce la lode.
Pur garantendo una atmosfera cupa e opprimente, il tratto si rarefà,
diventa più sottile, fa perdere spessore ai volti e definizione ai
fondali. Il tutto ha quasi l'aspetto di un bozzetto semi-definitivo, e, pur
essendo comunque un risultato di tutto rispetto, non si fa gustare appieno.
  
Una storia nella norma, con forse troppa magia, troppa atmosfera, troppa
retorica e qualcosa di già visto, riscattata comunque da alcune idee
brillanti e dai disegni particolarmente cupi.
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