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Darkwood Monitor

Anno II, N.5
Novembre 1998

copertina

Incontro con Vito Lo Russo
a cura di Giuseppe Pollicelli .

Darkwood Monitor - Quando è nata la tua passione per il cinema d'animazione?
Vito Lo Russo - Molto presto, ma è comunque venuta dopo quella per i fumetti, che ho iniziato a leggere sin da piccolissimo, in particolare quelli della Disney, della Marvel e della Bonelli. Con il passare degli anni la passione si è trasformata in una vera e propria mania che mi ha spinto ad interessarmi a tutto ciò che usciva nelle edicole (cosa che, del resto, faccio ancora adesso).

DM - Come ti sei avvicinato al mondo del professionismo?
VLR - Nel 1977, mentre frequentavo ancora l'Istituto Starale d'Arte di Roma, ho cominciato a scrivere alle case editrici di fumetti e a contattare direttamente qualche autore attivo nella Capitale (ad esempio Alberto Giolitti). Qualche tempo dopo entrai alla D.E.A.R. (la vecchia Incom, uno dei pochi studi italiani che producessero filmati d'animazione per la pubblicità), che in seguito è passata alla Rai e all'interno della quale mi sono un po' alla volta fatto strada acquisendo tante preziosissime conoscenze tecniche. Grazie ad esse, tra il 1980 e il 1981, mi è stato possibile aprire un mio laboratorio, il VLR Studio.

DM - Sempre in quel periodo facesti la conoscenza di Francesco Coniglio.
VLR - Sì, è esatto. Coniglio, anche se sono in pochi a saperlo, era (e continua ad essere) un cultore del cinema d'animazione: all'epoca realizzava anche una fanzine sull'argomento intitolata Passo Uno. Assieme a lui (che, come sai, è tra l'altro uno sfegatato sostenitore di Zagor) tentai di portare avanti alcune iniziative, fra le quali ricordo con particolare piacere l'organizzazione di cineforum dedicati ai cartoni animati classici americani.

DM - A quando risale il progetto di una serie di cartoni animati incentrata sulla figura dello Spirito con la Scure?
VLR - Al 1986. Quell'anno decisi di chiedere a Sergio Bonelli se dopo le brevi apparizioni di qualche tempo prima legate al programma "Tex & Company", fosse interessato all'idea di riportare Zagor sul piccolo schermo. Poiché Bonelli si mostrò favorevole all'idea, io la girai immediatamente alla Rai, dove, come sono soliti fare, dapprima ci illusero e poi ci scaricarono senza nemmeno una parola di scuse o di ringraziamento. Fortunatamente il lavoro che andò sprecato non fu moltissimo, dal momento che il VLR Studio si era limitato a preparare dei
model sheet di Zagor e Cico (eseguiti da me), a mettere a punto lo storyboard completo (sceneggiato da Luca Raffaelli e disegnato dall'allora esordiente Mauro Laurenti) di quello che sarebbe dovuto essere l'episodio-pilota della serie e ad animare alcuni secondi di una possibile sigla della trasmissione. Mi fa piacere che, grazie a Darkwood Monitor, la gran parte di questo materiale sia oggi accessibile a tutti i patiti del Signore di Darkwood.

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Vito Lo Russo (a sinistra) in compagnia del regista americano Phil Nibbelink.

DM - Siamo arrivati alla fine degli anni Ottanta...
VLR - Nel 1989, in collaborazione con io studio torinese "La Lanrerna Magica" (quello de "La freccia azzurra" e dell'imminente "La gabbianella e il gatto"), realizzai quattro episodi di Tiramolla, ma l'operazione di rilancio di questo celeberrimo personaggio del fumetto italiano venne condotta malissimo e, fatalmente, fini per naufragare. Nello sresso anno, mentre mi trovavo al festival di Ánnecy in Francia, venni a sapere che quelli della Amblin cercavano professionisti interessati a collaborare ad una produzione di Steven Spielberg: io lasciai al loro stand una videocassetta sulla quale avevo registrato (in modo molto caotico, per la verità) dei miei lavori e, con mia grande sorpresa, dopo qualche settimana fui contattato. Partii dunque per Londra, ove partecipai, come addetto agli effetti speciali, alla realizzazione del lungometraggio "Fievel sbarca in America", in cui appare anche un personaggio ispirato al sottoscritto, il simpatico Vito Mouse. Di lì a poco presi la decisione (che oggi, con il senno di poi, giudico sbagliata) di fare ritorno in Italia: cominciai subito a collaborare, contribuendo a tutta la sezione grafica, con la casa editrice Macchia Nera di Francesco Coniglio, al quale, nel 1993, sottoposi l'idea di realizzare quel volume su Cico e Trampy che i soci dello Zagor Club dovrebbero conoscere bene. Si trattò di un lavoro massacrante che mi sobbarcai in toto io: la Sergio Bonelli Editore mi fornì i numeri usciti fino ad allora di TuttoZagor e io dovetti ritoccare ed adattare, intervenendo direttamente sulle copie a mia disposizione della più recente ristampa dello Spirito con la Scure, decine e decine di tavole di Gallieno Ferri, che aveva anche l'ultima parola sul mio operato. Come se non bastasse, in quei giorni fui vittima di un terribile incidente auromobilistico che mi costrinse a lavorare con il braccio destro (quello con cui disegno) ingessato! Per l'occasione, Ferri realizzò una bella coperrina ad hoc e l'espertissimo Moreno Burattini supervisionò il tutto. Non ho difficolta a confessare che, in qualità di antico fan dello Spirito con la Scure, sono e sarò sempre assolutamenre orgoglioso di quel libro.

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