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Zagor Online
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Forum: politically correct |
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Messaggio di: Moreno Roncucci
Beh, che dire? Sia Boselli che Burattini hanno risposto benissimo alle assurde critiche "buoniste" che sono state fatte ad una delle storie di Zagor migliori degli ultimi mesi. Ma non toccano (se non brevemente) il vero problema evidenziato da queste lettere: il lettore Facilmente Ferito nella Sua Sensibilita' (per brevita', FFSS...)
Da dove arriva questo tipo di lettore? Che ha letto fino ad oggi? Non certo i fumetti Bonelli, pieni di protagonisti che, di fronte ad un crimine, invece di chiamare le forze di polizia (o, meglio ancora, parlare con i criminali per redimerli tramite la parola e l'esempio) si arrogano il diritto di farsi giustizia da soli con atti di violenza francamente disdicevoli (che esempio daranno ai nostri bambini? Indifesi, di fronte all'osceno spettacolo di qualcuno che usa la violenza per risolvere i problemi?)
Non credo che questi FFSS possano venire nemmeno da altri fumetti (che non ne conosco di tanto non violenti, mansueti e ligi delle leggi da accontentarli) ne' tantomeno dal cinema o dalla TV.
Dunque, da dove arrivano?
Come ipotesi piu' probabile, io suggerisco Betelgeuse. Sono senza dubbio l'avanguardia di una invasione extraterrestre, e sono qui con lo scopo di fiaccare la resistenza psicofisica dei terrestri con continue puntualizzazioni pretestuose, chili di melassa e concetti "politicamente corretti". Poi, quando saremo tutti stremati da queste polemiche tanto da non scrivere o disegnare piu' nulla (praticamente zombizzati) saremo facile preda delle loro armate...
Suggerimenti? Beh, uno molto semplice: serve una persona esperta nel trattare con i "politicamente corretti" (lui li chiama "sacchi di rispettabile *beep*"): chiamate Tex, e ditegli di portare colt, dinamite, corde e fiammiferi... :-)
Messaggio di: Tito Menzani
Non posso che essere felice, dopotutto, di aver dato luogo ad un intenso dibattito critico su un fumetto, dal momento che, e qui Pollicelli sarà d'accordo con me, esso rappresenta in generale una sorta di "linfa vitale" per la critica fumettistica: se tutti la pensassero allo stesso modo, in primo luogo non esisterebbero i dibattiti ed i luoghi di dibattito, e in seconda istanza nessuno penserebbe molto.
Tuttavia sono dispiaciuto per alcune lettere che attaccano il mio punto di vista, pur contribuendo ad arricchire la diatriba e l'insieme dei punti di vista. Mi considero amareggiato non perchè abbia notato che qualcuno mi dà contro, ma perchè questo qualcuno mostra certi suoi lati non molto edificanti. L'insieme delle argomentazioni della maggior parte di chi non è d'accordo con la mia posizione è così riassumibile: "il politically correct rovina il fumetto"," è una cosa ingiusta, viva la libertà di espressione", " chi è politicamente corretto è un buonista, e ciò non è bello", "Tex ha diritto di fumare", ecc. ecc. Insomma, tante belle parole, tante belle (ma che dico, bellissime) citazioni dal latino, tante belle argomentazioni degne di uno studente al primo anno di Giurisprudenza.
Quasi tutti coloro che mi hanno contestato sono partiti da questo assunto "Tito Menzani = sostenitore del politically correct". Ebbene, con l'invito ad andare a rileggere (e con maggiore attenzione) la mia prima lettera, vi devo purtroppo deludere: io non sono un sostenitore del politicamente corretto, bensì di un qualcosa che si chiama coerenza. Non capisco proprio come una persona, leggendo quanto da me scritto nella mia prima missiva, possa capire un qualcosa tanto lontano dalla verità. Per ciò che mi riguarda non mi sentirei di osteggiare un fumetto perchè l'eroe, messo in ottima luce dagli autori, è uno che odia gli ebrei, i negri e gli zingari e conduce una guerra personale a favore del popolo ariano. Tuttalpiù sarei favorevole a vietare la vendita di questo prodotto fumettistico ai minori, giacchè innegabilmente il fumetto ha un valore formativo. ma certo io non dico che dagli albi bonelliani debba essere bandita la violenza, tutti i negri debbano essere personaggi positivi e via dicendo.
Quello di cui invece mi lamento è che il personaggio dello Spirito con la Scure nell'albo in discussione abbia un profilo psicologico differente dal passato. Posso concordare sul fatto che, siccome la storia è ambientata al Sud, Zagor non possa ricorrere all'aiuto delle autorità. E non voglio nemmeno discutere sugli episodi vari del pescatore, dello scudo umano e del breve dialogo con Cico: in fin dei conti possono essere interpretati anche in una chiave di sostanziale umanità e di necessità da parte del Nostro Eroe. Ritengo fondate anche una parte delle argomentazioni di chi ha risposto alle mie dichiarazioni cercando una certa continuità nella saga zagoriana, citando le storie dei Tiwa-Tiwa e della locomotiva-bomba: è vero in passato Zagor, costretto spesso a scegliere tra due situazioni, entrambe contemplanti delle uccisioni, ha scelto la giustizia condannando a morte certa i nemici.
Ma quello che io contesto vivamente non è il comportamento di Zagor nei confronti degli aguzzini dei negri minatori, ma l'atteggiamento verso un prigioniero: Baxter. Mauro Boselli, in una lettera personale, e Moreno Burattini, in una risposta su internet, spiegano la cosa all'incirca così "Baxter è particolrmente odioso. Zagor è obbligato ad utilizzarlo per attirare l'attenzione dei guardiani dei minatori. Zagor non può fare altrimenti perchè avrebbe messo a repentaglio la propria vita". Una spiegazione del genere mi sembra che dimostri pienamente la diversità tra lo Zagor del passato e quello "contemporaneo". Il fatto che Baxter sia un criminale non vuol dire nulla, prima di essere tale è una persona. Inoltre Zagor ha messo a repentaglio la propria vita decine e decine di volte proprio per salvare dei nemici, riconoscendo in loro innanzitutto lo "status di persone" (gli esempi sarebbero illimitati). Resta da spiegare una cosa: se Zagor avesse rinunciato a mettere Baxter sul battello-bomba (lasciandolo prigioniero ai propri amici sulla riva) come avrebbe potuto far funzionare la trappola? Beh, potrei rispondere dicendo che non c'era alcun bisogno di trappole.
Quante volte Zagor è riuscito a sgominare delle organizzazioni criminali con le proprie doti! L'idea che egli penetrasse di notte nella miniera, eliminando le sentinelle, e riuscisse a dare vita ad una rivolta degli schiavi non mi sembra fuori luogo: il fatto che mettesse così a repentaglio la propria vita mi pare come minimo normale... Si tratta di unqualcosa che Zagor fa abitualmente per il semplice fatto che è un eroe dei fumetti. E di Baxter che ne avrebbe fatto? Certo non lo si poteva consegnare alla giustizia (nel Sud ad essere in torto è Zagor), e nemmeno poteva portarselo dietro fino a Darkwood. Di solito a situazioni del genere in passato sì poneva rimedio così: il prigioniero riesce a liberarsi ed attenta alla vita dell'eroe che, in un caso lampante di legittima difesa, è costretto ad ucciderlo. Si tratta però di un escamotage fin troppo usato. Si potrebbe ipotizzare anche un'altra soluzione: Baxter, di fronte a tutto il dolore creato, si pente. Ma anche questa soluzione mi pare si stata già abbondantemente usata. E allora? Personalmente penso che un buon finale potesse essere costituito da Zagor che lascia libero Baxter pronunciando parole di questo tipo: "Mi ripugna non poterti fare scontare le tue colpe! Ma la società che ti ha partorito non può definirsi civile! ...una società che propugna lo schiavismo, l'ingiustizia, la disuguaglianza, in cui l'interesse di pochi prevale sui più elementari diritti dell'uomo. Ma ricordati Baxter che non sarà sempre così, verrà un giorno in cui la lotta per la giustizia che io ho sempre intrapreso avrà dimensioni più ampie: quel giorno la società del Sud, così com'è oggi, non avrà più modo di esistere!".
Ritengo queste "soluzioni" alternative al finale di Catene! più in linea col personaggio di Zagor: alzi la mano chi, trovandosi di fronte ad uno di questi tre finali, avrebbe protestato. Alzi altresì la mano chi ricorda un albo di Zagor in cui il Nostro Eroe uccide un prigioniero non per legittima difesa, ma per calcolo. Le storie dei Tiwa-Tiwa e della locomotiva-bomba presentano uno Zagor che provoca volontariamente la morte di alcuni nemici, ma mai ammazza un proprio prigioniero ridotto ad uno stato inoffensivo. Ecco perchè mi sono permesso di parlare di Zero Tolerance e di cambiamento nella psicologia del personaggio. A chi mi accusa di venire da Betelgeuse rispondo di venire dalla lettura di Zagor. A chi mi dice che Zagor deve essere più cinico rispondo che forse le condizioni del mercato fumettistico impongono una scelta del genere, ma nessuno, e ripeto nessuno, potrà mai dire che Zagor non è cambiato nel modo agire, e che è lo stesso personaggio di un decennio e oltre fa. Chiudo con una domanda a metà tra il polemico e lo scherzoso: ma se le condizioni del mercato ed i mutamenti nel sistema di valori proprio dei lettori di fumetti impongono scelte a scapito della coerenza, lo Zagor dei prossimi albi si batterà per l'abolizione del Debito Estero dei Paesi Sottosviluppati una volta tornato dalla realtà africana?
Messaggio di: Paolo Cavaliere
Dopo un certo periodo in cui, lontano da casa, non ho potuto collegarmi con il sito, leggo ora del dibattito suscitato dalla lettera di Menzani e dalla mia.
Sono contanto che il mio parere sia stato letto con attenzione dai due autori della serie, le cui risposte (cortesi, ma un po' piccate) mi fanno però pensare di essere forse stato frainteso, se non nei contenuti, almeno nelle intenzioni che erano alla base del mio messaggio. Non si trattava assolutamente di critiche che volevano risultare pesanti, ne' pensavo di suscitare una polemica tanto accesa.
A Boselli e Burattini rinnovo i complimenti e i ringraziamenti per aver prestato attenzione al mio messaggio; rispondo però che non ho lo stomacuccio tano delicato come sembra e nemmeno mi viene la pella d'oca di fronte alle scene citate nella lettera; gli appunti non erano rivolti ad un presunto "cattivo gusto" delle sequenze in se', ma semplicemente mi sembrava che stonassero nel contesto di una collana e di un background psicologico come quello di Zagor, soprattutto alla luce di quello che era il disegno originario di Nolitta. Buratini con dei buoni argomenti ha sostenuto il contrario: ne prendo atto e ammetto di potermi essere sbagliato: non è il caso però di prendersela, via!
Ripeto che il mio intento non era uscitare una polemica sul politically correct perchè, a mio avviso, non è questo il nocciolo del discorso. La storia, in se', misembra anzi improntata proprio su questi toni: Zagor è in un contesto sociale, storico e geografico che indurrebbero a un atteggiamento ben diverso e lui, invece, sui batte per la difesa dei diritti umani con una sensibilità molto "moderna": in questo do senz'altro ragione a Boselli. Ripeto che il problema che sollevavo era puramente "tecnico" e non "morale", ci mancherebbe altro.
Nelle dottrine del politically correct credo solo fino a un certo punto, biasimo solo atteggiamenti che potrebbero risultare effetivamente (ma davvero, non strumentalmente...) offensivi verso determinate categorie sociali, ma a volte ritengo altrettanto offensivi certi provvedimenti proibitivi della critica che fanno pensare come troppo spesso il pubblico venga ritenuto quasi un insieme di "sacchi vuoti" che possono essere riempiti a piacimento e che presunti attegiamenti scorretti influenzerebbero senza minimante passare ad un vaglio critico delle rispettive intelligenze e sensibilità. Credo invece nella capacità di discernimento del pubblico e nella sua coscienza critica, e nel diritto degli autori di rappresentare la realtà in tutte le sue multiple sfaccettature.
Non capisco quindi un certo astio e derisione che trasudano da alcune risposte dei lettori (e, francamente, mi sono dispiaciuti anche alcuni momenti delle lettere di Boselli e Burattini): non vengo da Betelgeuse, vivo nella società contemporanea, come tutti, non sono un bacchettone, non ho lo stomacuccio delicato, soprattutto non sono un dannato moralista: tanto per chiarire, e rispondere a che diceva che non sono capace di leggere fumetti Bonelli, rispondo che le attomsfere più "dure" di Dampyr non mi sono affatto dispiaciute, anzi! Ripeto che l'unico problema era, secondo me, quello della coerenza interna alla serie. Burattini, anzichè fare troppa ironia come alcuni altri, ha risposto alle nostre argomentazioni (mie, e di Menzani) con argomenti solidi e concreti: di fronte a questi rivedo, almeno in parte, le mie posizioni e senz'altro mi dispongo a rileggere con altro attegiamento la storia in questione, e le altre che verranno. Questo tanto per dire che sonon una persona aperta di
mente!
In fondo credo che la polemica abbia un po' trasceso da quelle che erano le mia intenzioni (e credo senz'altro anche quelle di Menzani); a me in fondo la storia era piaciuta e la mia ciritica era rivolta solo a delle specifiche sequenze, e non voleva comunque tirare in ballo tutto un maxisistema com'è quello del politically correct. Non sono affatto prevenuto verso Burattini e anzi ne apprezzo la stile di sceneggiatura deciso e lineare, il buon ritmo che imprime alle storie e la poliedricità di autore, che lo ha portato dalle pagine di Lupo Alberto a quelle di Zagor mantenendo inalterato il livello qualitativo.
Una saluto a tutti, sperando di aver un po' stemperato i toni e di aver contribuito a rasserenare gli animi di chi sperava di chiamare addirittura Tex a impiombarmi con la sua colt! Che proposta truculenta, ragazzi! Speriamo che non l'abbia sentito la commissione per il politically correct! :)
Messaggio di: Hermann Wolf
Ho letto quasi per caso il forum sul politically correct, mentre cercavo di aggiornarmi sulle uscite dei miei fumetti preferiti in Italia rilassandomi un po. Ho anche letto delle risposte di Burattini e di Boselli ed in effetti le ho trovate un po risentite, ma va anche detto che certe critiche appaiono come difficili da interpretare come costruttive. Anche se devo esprimere una mia opinione credo che tutto l'impiantito della storia fosse piuttosto costruito male ed alquanto scontato. Questa naturalmente è solo una mia opinione e non una critica a Burattini, anche se devo dire di preferire di gran lunga le trame di Boselli, come del resto devo averlgli anche scritto diversi anni fa quando vivevo ancora stabilmente in Italia.
Adesso che sono in California trovo che le trame che più si addicono ad uno personaggio come Zagor siano quelle più legate al fantastico che al western classico. Per questo tipo di genere penso che un personaggio come Tex sia molto piu indicato, in un mondo dove esiste il bianco ed il nero, meno caricato di sfumature. A mio avviso si avvicina molto a quello di Punisher, che ritengo uno dei fumetti meglio riusciti e che meglio descrive la realtà americana ed anche lo spirito della giustizia che anima i suoi abitanti, cosa che credo in Italia non esista piu, se mai e esistita. Tornando a Zagor ritengo che le critiche siano comunque state costruttive e quello che e stato definito come il rinascimento zagoriano ne è certo una prova, anche se ogni tanto si registra qualche ricaduta nello scontato. Ho letto con dispiacere della chiusura di questa iniziativa, un vero peccato per gli appassionati di Zagor come me in giro per il mondo.
Un saluto a tutti.
Messaggio di: Maurizio Grieco
Amici, colleghi zagoriani vorrei, seppure con ritardo, esprimere la mia opinione sull'albo di Zagor "Catene". In particolare a Boselli e soprattutto Burattini, vorrei dire che ,a mio avviso, il problema non è il politicamente corretto ma che lo Zagor -punitore-giustiziere della notte che ogni tanto fa, purtroppo capolino nelle sceneggiature di Burattini dà luogo a delle storie brutte , molto brutte. Tale tendenza, inaugurata con l'episodio "Nodo Scorsoio" stride palesemente con il Zagor nolittiano, facendoci chiedere se è davvero un albo di Zagor quello che stiamo leggendo. Invocare il realismo per giustificare comportamenti cinici è fuori luogo: Zagor con la realtà non ha mai avuto nulla a che fare; a differenza di Ken Parker o Mister no è pura e semplice fantasia, non si spiega altrimenti il fatto che pur lanciandosi con la sola scure contro avversari agguerriti e numerosi sia ancora vivo. Caro Burattini, la tua storia "L'abbazia del mistero" è secondo me la migliore avventura post-nolittiana di Zagor, che bisogno c'è di scrivere queste trame e infilare il nostro eroe in un cul de sac da cui ne esce malridota soprattutto la tradizione nolittiana.Perchè Boselli evita questa scorciatoia narrativa? Torniamo a "Nodo scorsoio": perchè chiudere sbrigativamente una trama classica, la stessa del "Grande cielo " di Howard Haws, quando le vicenda poteva dipanarsi in più albi come ai bei tempi di Nolitta. Se poi è vero che lo Zagor nolittiano esagerava nel preoccuparsi dei suoi nemici evitando di uccidere anche contro avversari numerosi, come viene fatto notare nella posta dell'albo "tragedia a Silver Town" perchè il tuo Zagor sta bene attento a non uccidere le amazzoni nella tua ultima storia africana: se si vuole percorrere la strada del "realismo" che io avverso, bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo.Sperando che il buon Burattini riesca in futuro a tenere a freno questa sorta di diavoletto pulp che gli prende la mano e continui assieme a Boselli a regalarci meravigliose pagine zagoriane come quelle del ciclo africano.
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