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Sog. e
Sce. Pasquale Ruju
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Le storie dell'Almanacco ci hanno abituati ad una qualità da albetto in allegato. Di solito infatti
sembrano semplicemente una scusa per placare l'animo del fumettista che altrimenti sarebbe
molto meno attratto dall'acquisto del tradizionale volumetto annuale dedicato alle tematiche della
serie.
Questa volta invece "La stirpe degli immortali" ha dignità a sè. Una storia ricca di suspence, molto
movimentata e con qualche colpo di scena, che non sfigurerebbe affatto nella serie regolare.
La vicenda parte da assiomi biblici, riproponendoci il tema dell'Immortale dannato per la sua stessa
eterna permanenza sulla Terra. Biblici sono anche i nomi di alcuni dei personaggi: Adam è l'immortale di
turno, Judas un killer specializzato anche in furto di opere d'arte, Abrahm uno dei docenti di Adam.
L'autore, Ruju, infarcisce la storia di personaggi godibili e
abbastanza credibili.
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Un aumento di spessore è dato da una maggiore profondità con cui vengono
presentati i personaggi. | |
Un aumento di spessore è dato da una maggiore profondità con cui vengono
presentati i personaggi. Il professor Abel Endo, descritto come una sorta di incrocio tra Van Helsing ed
un moderno scienziato, è di origine asiatica, quasi a giustificarne la indefessa missione ricercatrice. Il
killer Judas, clone dello Schwazy di Terminator, ha un'amante che non perde occasione di picchiare
ma dalla quale è comunque adorato. Tutte piccole cose che rendono più vivi i personaggi, a tutto
vantaggio della storia. Anche la nuova fiamma di Dylan, la giovane Angie, ha delle battute verso
il nostro eroe davvero godibili.
La trama ha qualche contaminazione dal Terminator di Cameron (il killer che uccide persone sequenzialmente
in base a caratteristiche comuni delle vittime), Highlander (il tema dell'Immortale e l'"uno solo ne sopravviverà") ma mantiene una propria identità grazie ad una combinazione inedita di tali elementi.
  

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Roberto Rinaldi
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Disegni molto precisi e "appuntiti" con scarso uso delle mezze tinte. Ciò porta ad una generale sensazione di
"scolpito" che inficia la dinamicità delle scene. Nonostante questo, molto ben differenziate e sempre adatte
al momento le espressioni facciali dei vari personaggi: ottimo ad esempio il viso amaramente commosso
dell'ispettore Bloch a pag 79, terza vignetta. Complessivamente quindi dei buoni disegni che raggiungerebbero
l'ottimo se il tratto fosse un po' meno contrastato.
  
Copertina ingiudicabile come usuale negli almanacchi: più "copertura" che gesto artistico ;-)
Un albo che spezza la tradizione negativa delle storie dell'almanacco, dando al lettore una mezz'oretta
di suspence.
Due parole anche sul contenuto saggistico dell'albo: oltre le classiche sezioni annuali sulla
produzione orrorifica nel cinema e nella letteratura, 4 speciali.
Il primo, "Le case maledette", ci offre una carrellata che parte dall'inimitabile "Il crollo della casa degli Usher"
di Poe ai recenti sequel de "La Casa".
Il secondo ci educe sulla storia della Hammer, la casa di produzione anglosassone che fa da
battistrada all'horror moderno nel cinema. Da notare che nell'articolo, come unico film horror preesistente alla
Hammer nella storia della cineamatografia inglese, è citato "Dead of night", omonimo del film di (speriamo)
prossima uscita sull'Indagatore dell'Incubo (per ulteriori notizie, date un'occhiata qui).
Il terzo è un godibilissimo articolo sulla più mostruosa famiglia dell'immaginario collettivo: la famiglia
Addams, con la sua escalation dalle strip al cinema passando per la tv.
Chiude il tutto un saggio sul maestro nel raccontare l'orrore quotidiano, quel Richard Matheson autore tra
gli altri di "Io sono legenda" e del racconto da cui fu tratto Duel (di cui firmò anche la sceneggiatura).
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