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" Il vampiro di Highgate"

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Una storia che racconta poco, ma lo fa molto bene

Aspettando il Maestro. . .
recensione di Guido Del Duca



TESTI
Sog. e Sce. Mauro Boselli
   

Generalmente le storie come 'Il vampiro di Highgate' vengono definite 'di transizione', ma sarebbe ingiusto usare questo termine parlando di una serie come Dampyr, in cui questo tipo di storie rappresentano una costante per sfruttare al meglio le potenzialità della continuity (e anche, probabilmente, per una precisa scelta editoriale).
E d'altronde, se ad ogni episodio venisse presentato ed eliminato seduta stante un Maestro della Notte, la serie perderebbe ben presto di appeal. Perciò, episodi come questo, in cui sono presentati molti personaggi e avvenimenti, ma in cui accade poco, sono indispensabili per l'economia della narrazione.

Forse questo episodio deluderà le attese di chi, basandosi sulle anticipazioni, pensava di trovare uno scontro epico, oppure rivelazioni sul padre di Harlan, o anche la soluzione del mistero riguardante il capo della Temsek, o addirittura pensava di trovarci Dracula. Niente di tutto questo, o forse un po' di tutto questo, in attesa del seguito.

"Basato su una storia vera, questo episodio introduce nuovi personaggi che sicuramente rivedremo a breve..."    

Mauro Boselli si basa su un episodio realmente avvenuto nella Londra di inizio anni '70. Nel cimitero di Highgate, che già godeva di fama sinistra ed era stato pressoché abbandonato, due studentesse cattoliche dichiararono di aver visto i cadaveri uscire dalle tombe, un'altra ragazza affermò di essere stata vampirizzata nel sonno e si offrì di fare da medium per Sean Manchester, un occultista autoproclamatosi cacciatore di vampiri. Seguirono esorcismi, messe nere, apparizioni misteriose, la decapitazione di una giovane donna e una denuncia per profanazione di tombe contro David Farrant, rivale di Manchester, poi la vicenda si chiuse con una maggiore sorveglianza del cimitero. Boselli utilizza questa vicenda come sfondo, e come ispirazione per i personaggi di Barrymore e Tarrant, ma il resto è del tutto originale.

La storia fatica ad ingranare, è un po' lenta nello svolgimento. Forse a causa delle eccessive aspettative (ricordiamo che questo episodio era stato annunciato già nei numeri precedenti) si attende con trepidazione l'arrivo del Maestro della Notte di Londra e lo scontro con Harlan, ma questa è una vicenda preparatoria, e perciò ogni volta che si pensa di essere pronti ad assistere allo scontro, si va incontro ad una delusione.

Dopo il prologo, con le due collegiali che vengono vampirizzate, assistiamo con Tesla e Kurjak alla visione di una videocassetta che narra la storia del cimitero di Highgate e del fantomatico vampiro. Questo espediente ha lo scopo di informare in una volta sola il lettore riguardo tutti gli avvenimenti che stanno alla base della vicenda. E' funzionale allo scopo, ma dura troppo e rischia di annoiare. Successivamente Tesla e Kurjak si recano ad un appuntamento con Harlan, e si attende il momento in cui si passerà all'azione. Invece Harlan racconta del suo primo incontro con il 'Vampiro', e poi si passa all'incontro con Barrymore. Il personaggio è tratteggiato con efficacia e profondità, ma ancora non è il momento di passare all'azione, se si eccettua il sistema, divertente ma forse un po' eccessivo, con cui Tesla convince Barrymore di essere una vampira. Harlan rintraccia anche Tarrant, altro personaggio riuscito ma più macchiettistico di Barrymore. Quando il Maestro della Notte appare ad Harlan, sembra il momento giusto per dare inizio al confronto. E anche in questo caso le aspettative vanno deluse, si deve infatti organizzare un'esplorazione delle fogne di Londra con l'aiuto di Matthew Shady, presente già nel numero scorso e quindi entrato nel novero dei personaggi ricorrenti. A pag.85, finalmente, comincia il confronto, e bisogna dire che è uno dei più serrati visti finora, Boselli è bravissimo a tenere alta la tensione fino al momento della risoluzione, che non appare affatto di comodo, ma anzi, tende a sottolineare i grandi poteri del nuovo Maestro. Costui, che scopriamo chiamarsi Marsden, è tratteggiato in modo appena accennato ma efficace, appare più 'umano' degli altri maestri, animato com'è da un odio profondo verso Harlan e verso Draka, il cui motivo ancora non ci è dato sapere...

" Per la prima volta, conosciamo un frammento della vita giovanile di Harlan"    
Forse consapevole della penuria di avvenimenti davvero decisivi, Boselli farcisce questo numero con due chicche. Per la prima volta viene mostrato un momento della giovinezza di Harlan, quando ancora non aveva scoperto di essere un Dampyr ma già aveva delle visioni. Finora conoscevamo solo momenti della sua infanzia, visti nei primissimi numeri della serie.
La seconda chicca è un momento di intimità tra Harlan e Tesla. Dopo aver accostato più volte la vampira a Kurjak, negli ultimi numeri è emersa chiaramente la sua predilezione per il Dampyr, e ci sarebbe posto per il primo bacio, se non intervenisse un imprevisto, che rimanda anche questa risoluzione ai numeri a venire.

Molto buoni i dialoghi, in particolare quelli che servono a caratterizzare Barrymore e ad illustrare i suoi rapporti con Harlan e soci. Come al solito ben curata l'ambientazione così come i riferimenti a opere letterarie e vicende storiche.



DISEGNI
Giuliano Piccininno    

Prova tutto sommato sufficiente di Giuliano Piccininno, che dimostra dei miglioramenti rispetto alla sua prova precedente, il n.32 "Gli insaziabili".
Indubbiamente questo disegnatore si trova molto più a suo agio con le scene notturne, come quelle nel cimitero, e con la ricostruzione di ambienti, come la casa di Barrymore o Carfax Abbey. In entrambi i casi può utilizzare a piene mani il chiaroscuro, che è una delle sue specialità.

Lo stesso non può dirsi per i volti, che non sono sempre convincenti. Se Barrymore e Marsden sono tratteggiati con cura, non è così purtroppo per Tesla e per lo stesso Harlan. I loro volti, come quelli di altri personaggi, appaiono poco omogenei, un po' troppo 'spigolosi' e spesso non sufficientemente espressivi, oltre ad essere distanti dagli standard della serie.

Piccininno ci regala però, alle pag.7, 26 e 41 la sua ottima interpretazione del Vampiro, davvero riuscita.



GLOBALE
 

Non è facile dare un giudizio complessivo su una storia come questa, che rappresenta solo la tappa di una continuity che ha le carte per durare ancora a lungo. Ogni considerazione sui singoli momenti dell'episodio può variare a seconda del significato che assumeranno in seguito.
Il frammento della giovinezza di Harlan, ad esempio, può essere un divertissement o un tassello fondamentale per il futuro, chi vivrà vedrà..

Boselli è stato abile nel presentare numerosi personaggi ed eventi lasciando molto in sospeso senza tuttavia deludere il lettore, grazie all'inserimento delle due chicche sopra citate, che sicuramente andranno ad appagare i fan più sfegatati.
Una storia che però lascerà l'amaro in bocca a chi, credendo incondizionatamente a quanto scritto nei 'prossimamente' degli scorsi numeri, si aspettava un incontro con Dracula o la risoluzione del mistero della multinazionale Temsek.

Copertina di Riboldi senza infamia e senza lode, piacevole la rappresentazione e la colorazione del cimitero (in cui comunque il protagonista, nella storia, non mette piede), ma molto deludente la raffigurazione di Harlan, il cui volto appare appena accennato e poco curato.

Vedere anche la scheda della storia
 

 


 
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