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di Martina Galea Storico redattore della Play Press, sceneggiatore di fumetti, cinema e televisione, grande comunicatore e amante del fumetto, scopriamo insieme Andrea Materia, nuovo direttore editoriale della Free Books di Città di Castello. Due parole su di te: chi è Andrea Materia e che formazione ha avuto?
Classe 1972, romano, studi classici, laurea in Legge, specializzazione in diritto comunitario all’Avvocatura di Stato e infine alumnus EMAM (European Master in Audiovisual Management). Okay, adesso potete smetterla di trattenere lo sbadiglio... cominciamo a parlare di fumetti! Quali sono i tuoi gusti nel campo dei fumetti? Che titoli preferisci leggere? Sono onnivoro. Naturalmente vado come tutti a fasi: negli anni ’90 ero un geek ossessionato dai comics americani, mentre adesso prediligo i manga, soprattutto gli shojo. Come sei arrivato a diventare uno dei redattori della Play Press Publishing Un bel giorno del 1991 (o era il ’92? Cavolo, ne è passato di tempo!) mi presentai davanti alla porta delle Edizioni Play Press; la Play Press Publishing era ben di là da venire... Avevo 20 anni e un volto da adolescente. Chiesi “udienza” a Mario Ferri, big boss della Play. All’epoca i comics USA erano il massimo del cool (ari-cavolo! Ne è proprio passato di tempo!). Ancora non so perché, ma seppur fossi privo del sia pur minimo background e di qualsiasi referenza, Ferri mi ricevette. Una breve discussione, poi mi domandò di scrivergli un articolo di prova. In serata buttai giù un pezzo sulla cronistoria dei mutanti Marvel. Il pomeriggio seguente lo consegnai. Ferri si stupì per la rapidità e mi congedò assicurandomi che mi avrebbe richiamato da lì a breve. Ora, negli anni ‘90 gli uffici Play distavano da casa mia circa 100 metri. Per rientrare in camera, mettermi una tuta da ginnastica e sprofondare sulla mia mega-poltrona di pelle a studiare avrò impiegato sì e no venti minuti. Probabilmente di meno. Neppure mi siedo, che squilla il telefono. Era Ferri, voleva pubblicare il mio articolo. Circa un mesetto dopo mi affidarono in toto la cura editoriale di Wolverine... Il resto è noto. Quale è stato il tuo ruolo nella versione italiana di Superman? Tu e Alessandro Bottero come vi siete spartiti il lavoro? Di Superman me ne sono occupato solo nell’ultimissimo periodo della mia permanenza in Play. Per tutti gli anni ’90 io e Alessandro ci spartivamo così le testate: a lui la Superman e la Batman Family, a me gli eroi minori del DCU come Flash e Wonder Woman, e i personaggi delle ladies (la Valiant, Vampirella, Penthouse Comix, etc). Insieme gestivamo il "Play Magazine", che fu a lungo la collana Play più venduta. Dopo quel periodo, all'incirca dal 1999, ti sei dedicato ad attività extra-fumetto: ce ne vuoi parlare? Attualmente, che impegni hai, tra televisione e cinema?
Dal ’99 a oggi ho lavorato in consulenza strategica per Livolsi & Partners (in primis attività di business planning per l’avvio operazioni di canali TV satellitari), quindi Fininvest mi ha offerto la direzione editoriale dei contenuti multimediali, dallo streaming video alle web animations, del portale Jumpy
Quando fu chiaro che mancavano i presupposti tecnologici, mi dimisi e fondai insieme a un altro transfuga Fininvest una società di wireless entertainment. Sfondammo in Spagna con un servizio di chat anonima per cellulari chiamato M-Lio, e in Italia con una date sim pioneristica per via del suo motore software, il Virtual Lover. Mi dicono che ancora oggi il Virtual Lover sia nel suo genere l’applicativo numero uno in termini di sms generati (leggi: $$$).
Comunque, nel 2002 ho venduto le mie quote, e sono rientrato a Roma. Mi sono preso un anno sabbatico di riflessione e bagordi, quindi a fine 2002 ho deciso di rischiare il tutto per tutto con il mio unico, vero sogno: il cinema. Nonostante le molte diffidenze dell’ambiente (mio padre è stato vice-direttore e poi direttore generale della RAI, nonché presidente della Sipra e altri simpatici lavoretti affini; non sai quante volte ho letto negli occhi dei miei interlocutori un mega-balloon con sopra scritto “che palle, l’ennesimo figlio di papà viziato”)... Insomma, nonostante le diffidenze sono riuscito nell’estate del 2003 a esordire come sceneggiatore e produttore associato. Il film si chiama "THE MARK"
Adesso sto preparando il debutto alla regia cinematografica. Il primo teaser trailer del nuovo progetto è scaricabile da qui
Qui di seguito potete visionare tre tavole di storyboard tratte da "DOOMED". Lo storyboard di "DOOMED" ha già oltrepassato le 150 pagine, e almeno 50 tavole verranno
pubblicate online a inizi 2005, quando sarà finito il lavoro di webmastering
su www.doomed.it
Com'è nata Jinko Films No, niente super-eroi. Il mio sogno è Video Girl Ai. Stupita? Chissà che un giorno o l’altro non ci riesca... Nel marasma di questi impegni, come sei ritornato nel mondo dei fumetti? Qual'è stata la molla che ti ha spinto a diventare il direttore editoriale della Free Books Mi diverto. A-do-ro i fumetti e mi diverto. Inoltre l’offerta di Adriano Cerboni, proprietario e inarrestabile patròn della Free Books, era a dir poco irresistibile sotto il profilo artistico: assoluta libertà d'azione nella scelta di licenze arthouse (USA e non) da fumetteria e contemporaneamente carta bianca nel lancio di una linea di fumetti made in Italy (e non) per le edicole. Che sfida! Non potevo dirgli di no. Tu, Giuseppe Pollicelli e Adriano Cerboni state riproponendo sul mercato italiano la Free Books, che riparte dalle ceneri della Free Comics: ci vuoi parlare di questa vostra iniziativa, e di come nasce la Free Books? Beh, che dire... L’etichetta Free Comics è morta e sepolta, lunga vita alla Free Books! :-) Come vi spartite il lavoro? Definiamo i vari ruoli: cosa comporta essere il direttore editoriale (tu), il coordinatore (Pollicelli) e l'editore (Cerboni)?
Io mi occupo della programmazione, di setacciare e acquistare licenze dall’estero, di individuare proprietà intellettuali italiane, di ampliare le aree di business dentro e fuori il settore fumetti, di indirizzare e controllare l’attività redazionale (per i volumi di materiale importato) e i flussi creativi (in soldoni, sceneggiature e disegni delle nostre auto-produzioni). Ovviamente firmo la gran parte delle prefazioni degli albi Free. E infine, tengo i rapporti con la stampa e i lettori: ho persino un “mio” forum Pollicelli è il certosino, infallibile supervisore di qualsiasi vignetta venga stampata dalle tipografie della Free. Non esiste traduzione, lettering, redazionale (o persino comunicato pubblicitario!) che non passi almeno due volte al suo inflessibile vaglio: in veste raw pre-impaginazione e in cianografica per il “via libera” finale. Nulla viene stampato senza il suo imprimatur. Quando mi offrirono la direzione della Free, l’unica condizione che posi fu di avere Pollicelli al mio fianco... Cerboni è l’imprenditore. Investe il suo denaro, valuta l’investimento effettuato, ogni singolo giorno può decidere o meno di rinnovarmi la fiducia. Fa parte del gioco. Premesso questo, non attenderti uno squalo capitalista degno del Wall Street di Oliver Stone. Cerboni ha un immensa passione per i fumetti. Alle spalle ha decenni di successi in molteplici realtà industriali. Ora vuole dimostrare di poter vincere anche nel mondo delle nuvolette parlanti. Vedi, Cerboni è una delle persone più caparbie che abbia mai incontrato. Non desisterà. Ha le idee chiarissime. Vuole farcela. E ce la farà, non ne ho dubbi. Quali sono le maggiori differenze tra la Free Books (attuale) e la Play Press (di 10 anni fa)? Credi che gli anni trascorsi abbiano modificato le dinamiche che regolano la direzione di una casa editrice? No. Alla fine della fiera, è una questione di uomini. Le dinamiche cambiano tanto quanto sono diversi gli uomini al comando del vaporetto. Oltre ai nomi già citati, quali altri collaboratori sono presenti all'interno della casa editrice? Lo staff Free è al momento ultra-snello, ma compattissimo. Ci sentiamo tutti i giorni, più e più volte al giorno, 7 giorni su 7. Nel team dei traduttori/letteristi/consulenti mi fa piacere citare sopratttutto Dario Mattaliano e Michele Amadesi, due tra i migliori fumettologi della nuova generazione, e una recentissima e assai gradita new entry, Francesco Spreafico. Con loro “copriamo” l’intero Stivale: io e Pollicelli siamo a Roma, Dario a Palermo, Michele a Bologna e Francesco a Milano!
Passiamo a Silvano Mezzavilla, direttore della rivista "Ombre": come nasce questo progetto? Che scopi, tipologia di distribuzione e contenuti ha? "Orme" è una rivista bimestrale di narrativa grafica distribuita in edicola, e ovviamente nelle librerie specializzate. In sommario, autori di fama internazionale come Lorenzo Mattotti, Gipi, Keko, Cavazzano, Ribichini (e molti altri), a un prezzo assolutamente concorrenziale per un fumetto di valore estetico-narrativo così alto (appena 6 euro e 90 per 96 pagine in brossura). "Orme" ambisce a diventare il luogo privilegiato in cui scoprire fumetti che raccontano il mondo degli uomini, piuttosto che quello degli eroi, per rispondere alle curiosità culturali di lettori attenti a forme di creatività inattese, piacevoli, liriche, realistiche, magari un po’ controcorrente. Spiacente, ma per maggiori dettagli dovresti chiedere a Mezzavilla. Il mio ruolo in "Orme" si limita a leggerlo in anteprima: Silvano ha autonomia totale. Passiamo alle nuove testate che la Free Books propone: si tratta di titoli molto variegati, alcuni più celebri, altri meno, da "Strangers in Paradise" (SiP per gli amici) a "Steve Canyon", solo per citarne due. Anche qui come per "Ombre", che criteri avete utilizzato per scegliere i titoli da pubblicare? Parecchi titoli me li sono ritrovati già in catalogo. Per altre collane, ad esempio "Strangers in Paradise", abbiamo invece rinnovato i diritti proprio di recente (con un accordo-quadro a lungo termine per l’intera produzione di Terry Moore: passata, presente e futura). È inevitabile quindi che ci siano ancora sovrapposizioni e lieve incoerenze. Comunque la linea editoriale a tendere verrà segmentata su tre layer complementari di posizionamento:
SiP ha avuto un passato travagliato, avendo cambiato ben 3 editori: cosa vi ha spinto a continuare la pubblicazione di un prodotto così problematico, per quanto affascinante? Facciamo finta che non ci importi niente della qualità del prodotto. Non è vero, ma facciamo finta. Ti posso rispondere “tutti gli arretrati di SiP sono esauriti o in via di esaurimento”. Quando prevedete di far uscire il tanto atteso n.15? Dopo di che, ogni quanto usciranno i numeri succcessivi?
Il quindicesimo volume arriverà in fumetteria il 25 gennaio. La stesura finale delle traduzioni mi è arrivata proprio ieri (12 dicembre 2004, n.d.r.). Dopodichè proseguiremo al ritmo di un nuovo volume ogni due mesi (estate esclusa) per tutto il 2005 e il primo semestre del 2006.
Terry Moore ha concluso SiP in USA oppure la serie è ancora in corso? Che tipo di accordi avete siglato con lui, se è lecito chiedere? Come dicevo poco fa, abbiamo l’esclusiva sull’intero corpus narrativo di SiP, inclusi albi che verranno commercializzati negli States solo l’anno prossimo! Meno difficile di SiP, ma altrettanto denso, è il passato editoriale di "Desdy Metus", inizialmente edito nel 1994 per la B.B.D. Press: cosa vi ha spinto a recuperare un progetto così ambizioso, di stampo bonellide? Sarà un prodotto da edicola?
Andremo in edicola, sì, a cadenza bimestrale per 6 numeri, poi decideremo in che forma proseguire. Va da sé, 6 non è un numero a caso. Nell’esalogia iniziale del nuovo corso, ribattezzato "L’Insonne", Giuseppe Di Bernardo, a cui ruberò adesso alcuni passaggi tratti dalla “Bibbia” di Desdy, ci racconterà la “Nigredo”, il primo dei quattro archi narrativi che rivoluzioneranno la vita di Desdemona Metus. Vedi, nel linguaggio alchemico, l’Opera è l’insieme del processo necessario a ottenere il trapasso di coscienza a una maggiore illuminazione. Le quattro fasi della Luna che contraddistinguono i quattro archi narrativi de "L’Insonne" rappresentano le quatto fasi del processo alchemico di “presa di coscienza”. La “Nigredo” è l’opera in nero, lo stato iniziale, il caos che si ottiene con la separazione degli elementi (Desdy verrà separata dai suoi affetti, con conseguenze traumatiche e shockanti). Dalla separazione si arriva alla “Putrefactio”, ovvero la morte... perché per rinascere bisogna morire! Nel sesto numero de "L’Insonne" avverrà qualcosa che ci porterà dalla “Nigredo” alla “Putrefactio”... Ora ti chiederai, cosa c’entra l’alchimia con un giallo noir come Desdy Metus... La componente thriller e mystery è sempre lì, non preoccuparti. Ma... beh, in questa nuova incarnazione editoriale Di Bernardo lascerà di stucco i lettori, ne sono certo. Sarà una delle grandi sorprese del 2005. Accanto a celebri autori americani, la Free Books proporrà anche autori meno noti, sia italiani sia stranieri: è il caso di "Crazy Mecha" di Guglielmo Signora: cosa ci puoi dire in merito? Beh, Signora è ormai un autore stra-consolidato, con una nutrita e vocale base di fan. Per la Free Guglielmo ha rivisitato e ripreso una creazione inedita sua e di Lorenzo Bartoli. Per il momento uscirà una miniserie d’assaggio di 2 albi da 128 pagine, in formato “manga”. In futuro, chissà... La trama? A inizio storia siamo sul pianeta-prigione Pain, dove un’adorabile delinquente canaglia e una disinibita ladra dal fisico mozzafiato progettano la fuga aiutati da un robot che non è esattamente ciò che sembra... "Crazy Mecha" è fantascienza demenziale, del tutto fuori dai canoni abituali del fumetto italiano, ma di sicuro appeal per i figli della “generazione manga”. "SARA&POL" è un prodotto completamente italiano che a Lucca ha conquistato persino l'attenzione di Rai Tre: cosa ci puoi raccontare sulla genesi e sugli obiettivi di questo fumetto? Sarà possibile trovarlo in edicola, oppure esclusivamente per le librerie?
Genesi.
“Una dolce primavera di quattro anni fa io, Dom & Gui (suona bene, vero?, potrebbe essere il titolo di una nuova serie!) ci incontrammo a due passi dalla spiaggia di Santa Severa per discutere di progetti multimediali. Beh, ovviamente anche per divorare quantità industriali di pesce fresco... All'epoca io avevo appena chiuso la mia esperienza in Fininvest e fondato una microscopica società specializzata in giochini per cellulari. Dom & Gui, invece, avevano da poco iniziato a cimentarsi con l'animazione. Le loro fertili menti straboccavano letteralmente di folli, iper-fantasiose sperimentazioni artistiche. Li salutai conscio di non disporre del budget per investire nelle loro invenzioni, ma altrettanto determinato a reincrociare la loro strada un giorno o l'altro. Fast forward all'estate 2004. Da qualche giorno Adriano Cerboni mi ha coinvolto con il suo travolgente entusiasmo nell'avventura della nuova Free Books. Di prima mattina squilla il telefona. Rispondo, parecchio assonnato da una notte trascorsa in sala di montaggio. All'altro capo mi risponde Cerboni, e subito mi passa “un ragazzo che già conosci”... Okay, avete capito dove andrò a parare: è Domestici. [...]”
Obiettivi.
C'è qualche titolo che finora non abbiamo citato che sogni di portare in Italia? Un desiderio recondito, un progetto ambizioso... Sorry, non posso spifferarti trattative “segrete”. In compenso ho un sogno impossibile, di quelli che non si avverreranno mai: presentare l’edizione integrale degli Archives DC e dei Masterworks della Marvel, in formato rigorosamente identico originale (cartonato con sovracopertina). Chiusura marzulliana: rispondi ad una domanda che non ti ho fatto ma che avresti voluto ti fosse posta... L’attrice che vorrei come protagonista del mio "DOOMED" è Aya Ueto, ex-idol del pop nipponico, oggi musa ispiratrice del supremo regista Ryuhei “Versus” Kitamura (il nuovo John Woo, a mio modesto parere). Aya in "Azumi" è meravigliosa. Se solo avessi i finanziamenti, le farei ponti d’oro pur di averla in Italia.
Ringraziamo Andrea Materia per la cortesia e per la disponibilità dimostrata nel rispondere a questa lunga intervista.
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