Atto I: la "Murpheide"
ovvero: cantami o Diva dell'ira (?) di David
Recensione di O.Tamburis | | italia/


Atto I: la "Murpheide"
Pagina 1 *
Pagina 2
Recensione
- Atto II: Vorrei, potrei, dovrei (fare le cose a metà)
previously, on L... ehm, on 911!
Scheda IT-DM911-1
- Nel peggiore dei casi
valutazione (4,6,5) 71%
Scheda IT-DM911-2
- Shock Economy
valutazione (4,5,5) 66%
Scheda IT-DM911-3
- Ecoterrorismo
valutazione (3,3,4) 48%
Scheda IT-DM911-4
- Armi di distruzione di massa
valutazione (3,3,4) 48%
"Non so bene cosa mi sia saltato in testa [...] "
Sono queste poche parole a racchiudere lessenza delleroe, sia esso per scelta o per costrizione.Leroe archetipico, che affronta laltrettanto archetipica furia degli elementi.A ben pensarci, in realtà, queste stesse parole legano a doppio filo luomo chiamato ad essere eroe, giocando su un sibillino filo di lama. Ibis redibis non, ve lo ricordate? Qual è la "sottile linea rossa" di demarcazione tra la cosa giusta ed un insensato atto di stupidità? Dove finisce la scelta e dove inizia la costrizione? Dove finisce la volontà delluomo e origina (se pure esiste) la volontà del destino? La τύχη e la μοίρα, e nel mezzo la ύβρις a fungere da arbitro imparziale.
Temi leggendari, sempiterni, usati ed abusati, per i quali oggi più che mai è necessario elaborare prospettive di analisi sempre più "laterali", ma che comunque non tradiscano loriginale èpos che rende loro vita e significato.
Queste, in breve, le genuine premesse che hanno guidato il lavoro di Recchioni, chiamato ancora una volta allaltare dei cosiddetti "bonellidi", ma passando attraverso un portone tuttaltro che secondario, quello targato Panini Comics, per cimentarsi con un format relativamente inconsueto allinterno del panorama fumettistico italico (le mini-serie), forte dellascendenza americana tanto propria della sua cultura e del suo lavoro, quanto vessillo del suo partner editoriale.
David Murphy 911 inizia da qui, e contemporaneamente da molto altro, e da molto lontano.
La grande sfida che si proponeva la Panini, pronta per la prima volta a confrontarsi su un mercato abbastanza nuovo, è stata combattuta a colpi ben assestati di marketing, potendo in particolare contare sul quel fenomeno editoriale che prende il nome di Rat-Man, a cui, qualche mese prima delluscita della serie, è stato addirittura affidato il delicato compito di "traino" abbinando una sorta di "numero 0" di DM, ovverossia uno stralcio di quel manuale di sopravvivenza che diventerà uno dei leimotiv della serie stessa.
Nessun prequel vero e proprio, quindi, (a differenza ad esempio di Nathan Never o di Demian) ma un pezzo delluniverso di DM direttamente nelle mani del lettore, al fine di aumentarne le aspettative.
Dallaltro lato, i classici "rumors" che precedono luscita di una nuova testata sono stati ampiamente sviluppati e sfruttati dallo stesso Recchioni il quale, confermando la sua puntuale conoscenza del mezzo internet, ha aperto in tempi non sospetti un primo blog dedicato inizialmente ad un non meglio specificato "nuovo progetto", che man mano ha acquisito forma agli occhi dei lettori, con una sapiente opera di centellinazione delle informazioni. Un esempio su tutti è dato proprio da uno dei primissimi post.
Ovviamente leffetto domino ha portato allapertura, in concomitanza dellesordio della serie nelle edicole, di un sito ufficiale, strutturatosi in maniera molto simile a quello di molte serie televisive doltreoceano (basti pensare alla possibilità di leggere on-line ogni numero della serie), e quindi abbastanza lontano dalloffrire solo un insieme di servizi "secondari", che presi da soli sarebbero stati di scarso interesse ai fini di unefficace politica di fruizione dellintero universo narrativo costruito attorno a David Murphy e alle sue avventure.
Su questaspetto in qualche modo innovativo nel proporre un nuovo "personaggio dei fumetti" andrebbe scritto - come spesso si dice - un capitolo a parte, anche e soprattutto per confrontare levoluzione delle premesse e della fase lavorativa con il prodotto finale.
Per certi versi è stato come assistere alla trasformazione di quel processo creativo che, se fino ad ora era stato mantenuto al chiuso nellantro dellartigiano, con il cliente in attesa fuori la porta (il cosiddetto back office), ora è divenuto addirittura manifestamente ostentato (front office), bombardando lo stesso cliente con ogni singola notizia possibile, apportando di conseguenza nei suoi confronti un profondo mutamento dei meccanismi di percezione del prodotto finale stesso.
Il lettore assiste ad un repentino cambiamento nella propria percezione e fruizione del processo creativo dell'autore.
Una macchina da promozione (soprattutto personale) dindubbio impatto, progredita esponenzialmente nel volgere di un arco di tempo estremamente breve (a conferma tra laltro della crescente tendenza in ambito informatico a misurare il tempo attraverso il cosiddetto "anno-web", corrispondente a soli 3 mesi dellanno solare) e ramificatasi in molteplici sottospecie (dai "semplici" blog di autori/disegnatori, a forme di webcomics come Eriadan o Panda, fino ai blog come quello aperto da Medda per parlare della sua nuova mini-serie).
Un doveroso paragone va fatto con quanto accaduto per le serie televisive (ovviamente americane: in Italia si è ancora anni-luce lontani da queste dinamiche comunicative), a cominciare da X-files, che per prima acquisì una nuova componente di visibilità attraverso il proliferare di siti, forum e quantaltro in quella rete che, solo una quindicina di anni fa, mostrava appena un briciolo delle potenzialità che viviamo a tuttoggi e dalle quali siamo costantemente investiti: basti pensare ad esempio a Lost, che ha sviluppato una vera e propria seconda vita su internet, generando un fenomeno in cui il prodotto principale - quello televisivo - ed il prodotto "di supporto" - quello sul web - sono ormai divenuti propaggini luno dellaltro, e lo spettatore ha ormai la necessità di muoversi su entrambe le direzioni al fine di poter usufruire di una visione complessiva sufficientemente particolareggiata. Sulla stessa falsariga si è sviluppata anche la serie televisiva Heroes, di cui la produzione ha curato ogni aspetto, da quello più "classico" del sito web ufficiale, alla serie a fumetti, che integra quanto visto negli episodi, a minisiti dedicati ai singoli personaggi (il sito di Nathan Petrelli, comprensivo di spot per la candidatura, il sito del casinò di Linderman, lo spazio MySpace di Claire, e via dicendo).
Pag.1/2 :: Continua nella pagina successiva