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" Il volo
dell'Albatross"


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L'ultimo bacio
recensione di Riccardo Panichi

Ai tempi dell'esercito si erano divertiti insieme, divertiti e forse amati... Poi l'ambizione e l'orgoglio li avevevano separati. Ora che si sono ritrovati, la competizione e il rancore hanno decretato i parametri di una sfida che può avere una sola conclusione... la morte di uno dei due.



TESTI
Sog. e Sce. Federico Memola    

Che le azioni di Jonathan Steele stessero lievitando sensibilmente lo si era già capito da qualche tempo, ma questa storia rappresenta una vera e propria impennata, che catapulta il personaggio creato da Federico Memola nelle posizioni di spicco dell'odierno panorama bonelliano.

"Il volo dell'Albatross
è la migliore storia
scritta da Memola
per la Bonelli (...)"
   

Ritmata, frizzante, fumettosa: questa lunga avventura di due albi e mezzo è l'apoteosi del fumetto di intrattenimento, quanto di meglio si possa chiedere per trascorrere due orette di sano divertimento. Complessa e articolata, come mai prima nella serie, "Il volo dell'Albatross" è la migliore storia scritta da Memola per la Bonelli. Tanti personaggi perfettamente gestiti in un tourbillon di rivelazioni, colpi di scena, ricatti e controricatti, sui quali si erge maestosa la splendida Xenia Kristatos, nemica di spessore la cui morte sarà difficile digerire.

La storia si apre con un prologo, nella tradizione dei migliori film di James Bond. E proprio come l'agente 007, Jonathan sfodera una prestazione tanto spettacolare quanto iperbolica, che lo porta ad incrociare per una prima volta (anche se inconsapevolmente) la propria strada con quella di Xenia. Si noti come l'autore non permetta che i due, che ancora non sanno di conoscersi, si incontrino faccia a faccia. Viene così sfruttata abilmente la fatalità che aveva voluto che Memola, scrivendo la precedente avventura con la Kristatos (JS4/5), avesse inconsciamente evitato di far fronteggiare direttamente i due nemici. Il fumetto è anche questo: come insegna Castelli, talvolta inconsapevolmente si lasciano dei semi sparsi per le proprie storie; al buon sceneggiatore il compito di farli germogliare. E noi tutti converremo che questa avventura avrebbe perso molto del suo fascino senza quel colpo di fortuna che ha permesso a Memola di conferire a Xenia un profondo spessore psicologico, ideando per lei un passato trascorso insieme a Jonathan.

"Ancora una volta
Jonathan cresce grazie
a un nemico che
si dimostra più umano
di quanto egli lo
dipingesse (...)"
   
Un personaggio straordiario, Xenia, un vero nemico di prima classe. Ogni suo comportamento, ogni sua azione, è tratteggiata con cura al fine di lasciare emergere un profondo ritratto psicologico. Ambiziosa, spietata, ironica, Xenia si preoccupa di reprimere la propria femminilità per concentrare le proprie forze nella direzione dell'efficientissimo gruppo criminale Crimson Seven. Solo Jonathan, con il quale ha un rapporto ambiguo fatto di amore e competizione, sembra riuscire a deviare le convinzioni e le azioni di questa donna schiacciasassi. La loro "relazione" si incastona perfettamente nel passato di Jonathan, al tempo dell'esercito ancora alla ricerca di una donna da amare che colmasse il vuoto lasciato da Delora. Xenia da parte sua, pur fortemente attratta dal carattere risoluto di Jonathan, sacrifica quello che avrebbe potuto essere un amore in nome della propria ambiziosa carriera. Il loro ultimo incontro, sebbene termini con la morte della donna, diventa il simbolo della sconfitta del biondo investigatore, incapace sia di aiutare Myriam, sia di risultare vincitore nel duello decisivo. "Myriam -dice Jonathan alla fine- è salva grazie ad una decisione di Xenia. La verità è che io ho fallito, e questo non potrò mai dimenticarlo. Un altro importante tassello della maturazione del protagonista, che ancora una volta cresce grazie ad un suo nemico che si dimostra più umano di quanto egli lo dipingesse.

L'avventura vera e propria è piuttosto interessante sotto molti punti di vista. Viene innanzitutto fatto grande uso di magia, spesso in modo sapiente e coerente (altre volte un po' meno: si veda il golem di Myriam). Viene dunque sfruttata in modo soddisfacente l'ambientazione, in passato troppo sacrificata o utilizzata banalmente (esempio lampante: nelle prime storie il libro di incantesimi di Jasmine era una sorta di Deus ex Machina, ora diventa uno strumento funzionale quanto la pistola di Jonathan).

Anche l'intrigo è decisamente originale e permette tra l'altro il ritorno in scena di molti tra i comprimari dei numeri precedenti. Tornano quindi Max, il tigrotto capace di diventare invisibile, Doris, la meccanica di fiducia, e Inga Beckmann, la donna che Xenia aveva salvato da morte sicura alla fine della storia contenuta in JS7/8.

Colpisce positivamente anche l'attenzione dedicata a Jasmine e Myriam, che, sebbene rimangano sullo sfondo dello scontro tra Jonathan e Xenia, vengono ulteriormente fatte maturare. In particolare, la situazione psicologica di Myriam appare sempre più definita, con la rossa canadese ormai sentimentalmente arrivata al punto di non ritorno con Jonathan. Jasmine, da parte sua, è solo in apparenza relegata ad un ruolo subalterno. In realtà l'antitetico rapporto che ha con Myriam è importantissimo ai fini di una perfetta coerenza nella maturazione dei tre protagonisti.



DISEGNI
Giacomo Pueroni    

Un impegno molto esteso per Giacomo Pueroni, alle prese con una lunga storia la cui vita editoriale è stata piuttosto travagliata. Basta guardare la firma nell'ultima tavola per rendersi conto di quanto tempo sia passato dal momento in cui Pueroni aveva cominciato il suo lavoro. Quattro anni. Un lasso di tempo considerevole, sufficiente a mostrare notevoli progressi nell'evoluzione del segno e dello stile, che si fanno sempre più personali e convinti man mano che la storia procede, raggiungendo il loro culmine nelle tavole concernenti il passato di Jonathan.

Quella che pare essere la peculiarità più marcata di Pueroni è la cura della mimica facciale. Tutti i personaggi hanno volti molto espressivi, quasi esageratamente patetici (nel senso originale della parola). Gli occhi sono probabilmente la parte del viso a cui il disegnatore è più interessato. I personaggi esprimono i propri stati d'animo quasi esclusivamente attraverso gli occhi, che vengono dunque disegnati più grandi del normale proprio per sottolinearne l'importanza. Questo tuttavia porta talvolta a sgradevoli effetti di squilibrio anatomico tra le varie parti del volto, difetto che sembra comunque attenuarsi con l'evolversi della storia (e con la conseguente maturazione dell'artista).

Una piccola nota negativa: Memola ci ha presentato Pueroni come un fanatico di aerei, elicotteri, sottomarini... Questa storia appariva dunque fatta su misura per le sue caratteristiche. Eppure è proprio questa la parte in cui Pueroni delude di più. L'Albatross ad esempio è troppo classico, una semplicissima evoluzione del nostro contemporaneo (e, ahimè, non più attivo) Concorde. Da un amante di aeronautica ci aspettavamo qualcosa di molto più originale graficamente. Forse la fretta, che ha anche reso eccessivamente essenziali alcuni sfondi, non ha permesso al disegnatore di lavorare come avrebbe voluto. In tal caso lo aspettiamo fiduciosi alla prossima prova.



GLOBALE
 

Solito grandissimo lavoro di Giancarlo Olivares, che sforna tre copertine magnifiche. Lodevole soprattutto la seconda per l'originale impostazione, assai dinamica e spettacolare. Unico appunto lo si può muovere al volto di Jonathan, eccessivamente squadrato e "mascelluto".

Le cover da sole basterebbero a giustificare il +6 del globale, ma l'inserimento di quest'avventura nella fascia "rossa" delle storie che raggiungono il 90% è fortemente voluto. Su uBC gli albi che raggiungono questa ragguardevole valutazione sono infatti accompagnati dal logo "uBC consiglia", un eloquente invito ad acquistare il racconto in questione, vuoi perchè sia qualitativamente un capolavoro, vuoi perchè sia disegnato magnificamente, vuoi perchè semplicemente sia talmente piacevole e gradevole da far dimenticare completamente lo stress della giornata lavorativa. Ecco, probabilmente "Il volo dell'Albatross" appartiene a quest'ultima categoria, con il pregio aggiuntivo, tuttavia, di una caratterizzazione dei personaggi veramente egregia.
 

 


 
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