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Qui la legione recensione di Luigi Ferrini Jonathan Steele incontra la Legione Stellare, la vecchia legionaria Cleo incontra nuovamente i suoi compagni del futuro remoto, e qualcuno finisce per incontrare se stesso, un nuovo mondo, un nuovo modo di concepire se stessi. |
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Federico Memola non cessa di stupirci, in un crescendo di forti emozioni e in un sapiente gioco di scatole cinesi. Ci dimostra soprattutto che un fumetto d'avventura può comunicare stati d'animo e concetti in maniera tutt'altro che banale, come già avevamo visto nei mesi scorsi (in particolare negli albi 18 e 19). Ma quel diavolaccio di Memola, come al solito, riesce a far passare tutto quanto in modo indiretto, attirando il lettore altrove, facendogli credere che appunto altrove stia il "succo" della storia. E così in quest'albo finiamo per credere che il leitmotif stia nel cross-over tra Jonathan e la Legione Stellare (apparsa nell'omomima miniserie su Zona X), o che la chiave di volta dell'edificio sia l'inizio della relazione tra Jonathan e Myriam. Sbagliato, sbagliatissimo. Tutti specchietti per le allodole. In realtà questa è una storia sul cambiamento, sulla scoperta, sulla metamorfosi, ma anche sui valori, sugli affetti, sul rimpianto. Tutti nuovi e vecchi mondi, evocati dal titolo dell'albo che dà la chiave di lettura di tutta la metafora. Qualunque passaggio in un "nuovo mondo", in un nuovo stato di cose, è un trauma, e tutti i protagonisti di quest'albo ce lo vengono a dire dal proprio punto di vista.
Abbiamo Jonathan che si trova catapultato in un mondo che ha finora tenuto lontano, quello dei sentimenti, della stabilità, della mancata autosufficienza. Abbiamo Myriam che cerca di esplorare il mondo interiore di Jonathan, per lei tanto affascinante quanto misterioso (emblematica in tal senso la scena ambientata al cinema, come emblematica è la scelta delle battute "estrapolate" dal film). Abbiamo Jonathan che appare confuso nell'assistere alla propria "trasformazione" nel videogioco, a pag.95, finendo per crederlo più adatto alla personalità di Myriam (sebbene il commento di Jan nella prima vignetta della pagina non lasci adito a dubbi: tutta la storia vissuta altro non è se non un percorso che porta alla consapevolezza del proprio ruolo). E infine abbiamo Cleo Haddad, pardon, Karen Janacek, componente della Legione Stellare, catapultata nel nostro tempo in gioventù e adesso arzilla nonnina (una nonnina "con le palle", se mi si passa il francesismo), alle prese con gli spettri di un passato che ridiventa reale grazie al sogno e alla magia del nipote. Tutto sommato, un altro aspetto metaforico che ci dice come qualunque ingresso in un "nuovo mondo" alla fine sia traumatico, e come non si possa evitare di rimpiangere ciò che c'era prima, specialmente quando il nuovo ordine di cose non prende piede per libera scelta (come appunto nel caso di Cleo). L'abilità di Memola sta nel dosare tutto ciò in maniera lieve, inavvertibile, quasi in punta di piedi, alternando scene comiche, dialoghi brillanti e toni da telenovela. Bravissimo, e ben lontano dalla retorica di altri autori che non esitano a scrivere "polpettoni indigeribili" per dire al mondo come la pensano; Memola non ci dice come la pensa, ce lo fa vivere. Scusate se è poco. ![]() ![]() ![]()
Scelta praticamente obbligata per il disegnatore dell'albo: di Sergio Giardo erano tutti gli episodi della Legione Stellare, ovviamente deve essere sua anche questa "appendice alla miniserie"! E stavolta Giardo è davvero in stato di grazia: oltre alla consueta padronanza degli ambienti spaziali, stavolta si gioca tantissimo sui primi piani, sulle espressioni dei volti, sulla recitazione dei personaggi. L'alternarsi delle espressioni sul volto di Myriam e di Jonathan (osservate per esempio Myriam a pag.58: con quale naturalezza alterna cinque stati d'animo in cinque vignette!) è la prova di quanto Giardo sia abile nel narrare con le immagini; uno stile perfettamente funzionale alla narrazione e ricco di personalità nel tratteggiare emozioni e sentimenti.
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La stupenda copertina (con Temis Nakamura, a onor del vero, poco somigliante) è solo la ciliegina
sulla torta di un albo più che eccellente, che dimostra ancora una volta come la serie dedicata alle
avventure del sig. Steele, pur se partita un po' con il piede sbagliato, abbia ripreso progressivamente
slancio e consistenza. Bilancio positivo per questo numero "da nozze d'argento", e altissime aspettative
per il termine della "saga degli dei" di Jonathan, che ormai va apprestandosi alla sua conclusione
fisiologica. Al momento, ci sono tutte le premesse per non rimanerne delusi.
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