La follia della normalità
ancora un albo perfetto, con qualche valore aggiunto...
Recensione di A.Tripodi | | julia/
Scheda IT-JU-90
- Fuoco dentro, Il
valutazione 95%
Articolo
- Disabili di carta
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Recensione
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Colin è figura centrale nella vicenda. È vittima tre volte: dell’incidente; delle soffocanti attenzioni del padre; della società.programma genetico da Giancarlo Berardi, vero demiurgo del fumetto, che conduce le vicende dei suoi personaggi con una perfezione quasi maniacale.
Ma c’è un fatto che senz’altro da ragione a Julia (e a Berardi): il successo del personaggio presso il pubblico che, non dimentichiamolo, è fattore essenziale per un fumetto che vuole essere di massa, soprattutto in un momento critico di vendite quale può essere l’attuale. Con "Il fuoco dentro” Berardi ci regala un altro piccolo capolavoro che per efficacia narrativa, tratteggio dei personaggi, precisione nella sceneggiatura si colloca fra i migliori episodi della serie.
La vicenda rappresenta una analisi critica ferocissima al mondo della normalità borghese però condotta in maniera molto sottile ed evidente solo dopo una lettura attenta. All’inizio della storia, come al risvegliarsi da un sonno, vediamo delinearsi il volto di
La trama in effetti prende spunto da
Nell’albo di Berardi però la follia è ancora più irrazionale, per questo più incomprensibile e dolorosa. Wade Bremer è un reduce della guerra in Corea, dove i soldati americani hanno
Con "Il fuoco dentro” Berardi ci regala un altro piccolo capolavoro che per efficacia narrativa, tratteggio dei personaggi, precisione nella sceneggiatura si colloca fra i migliori episodi della serie.
sperimentato, ancora prima del Vietnam, le peggiori crudeltà. Il suo equilibrio mentale è stato evidentemente scosso da quella esperienza, probabilmente la sua vita è stata costantemente in bilico tra sensi di colpa e tentativo di accettare e giustificare quell’orrore. Questo tenue equilibrio viene drasticamente spezzato quando il figlio,
Wade Bremer dunque sfoga tutta la sua rabbia e la sua frustrazione (non potendo raggiungere il reale responsabile ormai in Europa) su tutti i ragazzi benestanti che guidano un fuoristrada simile a quello che ha collocato il figlio su una sedia a rotelle. Uno lo uccide dopo averlo orrendamente mutilato, l’altro è salvato appena in tempo dall’arrivo dei “nostri” (
Molto realistica e ben tratteggiata è la figura di Colin Bremer, il ragazzo paraplegico. Colin è figura centrale nella vicenda. È vittima tre volte: dell’incidente; delle soffocanti attenzioni del padre; della società. Come tutti i disabili Colin vive sulla propria pelle le discriminazioni, che gli creano ostacoli nel trovare un posto di lavoro, e le ipocrisie sociali che credono di risolvere i problemi sostituendo delle parole con altre ("non normodotato… non c’è rispetto neanche nella lingua").
Sarà Colin, solo apparentemente rassegnato e sottomesso, a salvare l’ultima vittima del padre con l’aiuto di una ragazza conosciuta in chat. Dal buio della tragedia, ci fa capire Berardi, in conclusione del fumetto, nasce una luce: l’amore tra i due giovani.
I disegni di Ernestino Michelazzo sono ottimi, come quelli di quasi tutti i disegnatori di Julia. Il tratto di Michelazzo, chiaro e preciso, non presenta grandi differenze o evoluzioni rispetto all’ultimo albo da lui disegnato ("Gioco Mortale", Julia 83). Ma anche rispetto agli altri disegnatori le differenze non sono evidenti. Negli ultimi numeri solo i disegni di Enio ("Minaccia a domicilio", Julia 77), incisivi ma a volte troppo caricaturali si presentano anomali rispetto a quelli del resto della serie. In effetti anche questa è una evidente caratteristica di Julia.
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