

La donna empatica
Scheda IT-JU-112
- Abbraccio mortale
valutazione (7,7,6) 95%
Il giallo è soltanto una tinta, un pretesto per innervare la narrazione di minutissimi dettagli che costruiscono un mosaico nel quale non possiamo non ritrovare noi stessi, la nostra esperienza immediata del mondo. I personaggi sono sempre estremamente realistici e curati nei loro tic, nelle loro piccole manie, nel linguaggio, nel comportamento, nella psicologia.
Berardi riesce a mantenere alta la qualità delle storie, delude rarissime volte. Capace com'è di costruire in poche vignette situazioni e personaggi definiti e riconoscibili come tipi umani. E proprio per questo non è avventatezza affermare che questa testata è una delle migliori del panorama fumettistico italiano. Ci rendiamo conto che una tale affermazione potrebbe suonare strana a chi ricorda Berardi principalmente come autore di Ken Parker. Per questo motivo, invitiamo questi lettori ad abbandonare per un attimo quel ricordo e a concentrarsi invece sulle peculiarità di Julia; peculiarità che cercheremo di mettere in rimarchevole risalto con l'analisi di
Analisi della storia
Il giallo è soltanto una tinta, un pretesto per innervare la narrazione di minutissimi dettagli che costruiscono un mosaico nel quale non possiamo non ritrovare noi stessi, la nostra esperienza immediata del mondoAll'inizio sembra che la lettura riguardi un racconto sviluppato soltanto per ricercare il colpevole di un tentato omicidio. Ma ciò che verrà scoperto successivamente intorno a questo caso incrinerà questa convinzione, fino a spazzarla via. E il risultato sarà quello di assistere ad un profondo scavo nelle pieghe più riposte dell'animo umano.
Gli occhi della Blevis
disegni di Marco Foderà e Thomas Campi, Julia n.112
(c) 2008 Sergio Bonelli Editore

Ed è proprio così che, come in un viaggio dentro se stessa alla ricerca di ciò che vi è di comune tra la sua vita e quella della donna apparentemente senza passato, scoprirà nella sua abitazione una foto nascosta sotto un mobile. Una foto in cui Sherleene abbraccia un bambino. E' questo il primo indizio, ma anche la prova fondamentale dell'esistenza di un legame affettivo, coltivato dentro di sé, nel proprio spazio personale.
Anche in questo episodio, come negli altri, è possibile cogliere tanti piccoli dettagli che sembrano essere il riflesso della nostra attualità, come se Berardi avesse rimuginato sul nostro mondo per offrirci il suo punto di vista. A titolo di esempio, si veda il dialogo dell'incipit fra le due ragazze, in cui sembra trasparire una riflessione sull'attualità, anche se ben camuffata e narrativizzata nel contesto.
Nelle indagini, Julia viene affiancata dal suo compagno
Un epilogo straziante che porta a compimento una narrazione estremamente toccante e sceneggiata minuziosamente nella sua tragicità umana.
Ma torniamo alla storia. Verso il finale, essa raggiungerà un pathos di forte intensità costruito con appassionata partecipazione grazie anche alla mirabile sceneggiatura delle parti precedenti, che si susseguono in un crescendo di tensione. La nostra eroina ha rintracciato il figlio naturale della Blevis, che a diciotto anni era stata costretta a dare via. Ma ormai lui si è costruito una famiglia, una serenità, una parvenza di normalità che gli consentono di vivere con quel minimo di dignità necessario ad ogni esistenza. La lettera che la madre gli aveva inviato per riallacciare un legame affettivo lo aveva sconvolto. Dopo tanti anni non era facile accettare che tutto il proprio passato non è quel che si era immaginato. L'arrivo della nostra criminologa turberà l'equilibrio di
I disegni
I disegni realistici del duo Foderà-Campi sono estremamente curati con linee sottili e precise che contornano volti e oggetti. Il dettaglio è di buon livello e contribuisce a rendere il lavoro grafico molto apprezzabile. Molto intensi gli sguardi di Julia, caratterizzati, nei primissimi piani, da occhi molto grandi e perlacei e ciglia sottili e definite (si guardi l'ultima vignetta di pag.98, oppure di pag.95).... e gli occhi di Julia
disegni di Marco Foderà e Thomas Campi, Julia n.112
(c) 2008 Sergio Bonelli Editore

Conclusioni
Julia esprime dal punto di vista compositivo tutte le potenzialità della griglia bonelliana, e senza riserveIn definitiva, possiamo concludere il nostro discorso aggiungendo una glossa a tutta la nostra precedente disquisizione. Se questo numero di Julia raggiunge un apicale non lo fa soltanto rispetto alla testata stessa, ma anche al di fuori del proprio recinto. Siamo di fronte ad un pregevole lavoro di sceneggiatura che può tranquillamente posizionarsi tra i più riusciti degli ultimi tempi nel mondo del fumetto italiano. Siamo daccordo che, essendo Julia un fumetto che sfrutta al massimo grado quella che è notoriamente definita la rigida "griglia bonelliana", non può essere equiparabile a quelle narrazioni che si distinguono nellopposizione e smontaggio della medesima. Ma essa nel suo, per così dire, "conservatorismo" estremo, esprime dal punto di vista compositivo tutte le potenzialità del formato, e senza riserve.
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