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" Vite perdute"


Pagine correlate:

Chi è, che cos'è il Mister No di questo albo? Un premio a chi riesce a capirlo. E Jerry stesso sarà lì a chiedersi:

Il mio nome è Mister Boh?
recensione di Paolo Ottolina



TESTI
Sog. e Sce. Stefano Marzorati    

No, così non va. Non va per niente: questa è una delle classiche storie che ci piacerebbe non aver letto. C'è davvero poco che funziona stavolta: Marzorati strascica 60 pagine di dialoghi scipiti scipiti, degni di un filmetto di Italia 1. Poi condensa nelle restanti tavole tutta la parte dinamica, sostenendo con poca convinzione una vicenda tesa come... un budino molle. D'accordo, Marzorati è poco portato per le vicende centrate sul solo protagonista; ama svariare su più personaggi, ama vicende corali che dedicano pagine a svelarci pensieri, ossessioni, piccoli sogni. Però questo "Vite perdute" è come quei temi in classe con un'introduzione lunga lunga e uno svolgimento striminzito perchè il tempo stringe e sta per suonare la campanella.

"Vite perdute è come quei temi in classe con un'introduzione lunga lunga e uno svolgimento striminzito (..)"
   

Chi vuole leggersi una analisi dettagliata di soggetto e sceneggiatura, può farlo nella scheda della storia.

Al di là dei problemi del soggetto e della brutta sceneggiatura, il numero è piuttosto emblematico della situazione. Fermo restando che rinnoviamo il nostro apprezzamento per il coraggio del "nuovo corso" e che dall'abbandono di Manaus state prodotte alcune ottime storie e altre di buon livello, è tuttavia evidente che Mister No sta prendendo una brutta piega e c'è bisogno di urgenti correttivi.

    Un piccolo elenco dei punti dolenti:

  • Il lavoro di Jerry: che diavolo di occupazione ha, attualmente? Fattorino? Sguattero? Factotum da bar? Come può aiutare gli autori a trovare spunti le avventure, un simile lavoro? E poi è compatibile col carattere del protagonista che Jerry faccia il posapiano, timbri la cartolina tutte le mattine, si preoccupi persino del suo curriculum (nel numero scorso diceva "...poi tutti a nanna. Se arrivo tardi al locale, Max mi scortica vivo!". Un discorso da ligio impiegato delle poste :-(
  • I comprimari: spiace dirlo, ma mancano terribilmente i bar di Manaus. Nei locali di Harvey e Max non abbiamo ancora trovato la chiacchiera simpatica dei brasiliani, nè storie interessanti, nè avventori brillanti o curiosi. In verità per ora i bar sono stati sfruttati poco niente: e dire che il nuovo lavoro di Mister No sembrava scelto apposta per sfruttare l'ambiente. Harvey: bello lo spunto iniziale delle "storie", mutuato da "Smoke". Ma per ora sembra l'unico spunto trovato: dietro il nulla. E le famose storie: quando ce le racconta? E come integrarle negli albi, senza farne un riempipagine? E infine, manca tremendamente un guascone attaccabrighe e barbuto: manca tremendamente Esse-Esse. Ridatecelo, sangue di Giuda :-|!
  • Mister No: dove si è cacciato? Va bene la riscossa di Jerry Drake, va bene un lieve mutamento di carattere, ma ora ci ritroviamo di fronte un personaggio talmente grigio e indecifrabile che un nuovo lettore dovrebbe chiedersi: perchè gli hanno dedicato un'intera serie? Questo Mister No parla poco e ascolta troppo, agisce poco e subisce troppo, trasgredisce poco (nulla, anzi) e si conforma troppo, non corre dietro alle gonnelle, beve solo quando sono gli altri a offrirgliene. In questo numero dice quattro parole in croce, risolve la situazione, non la commenta quasi, come se nulla fosse.
L'impressione è quella che si stia cercando di spostare il target della serie da giovanil-avventuroso a "for mature readers", con storie meno scanzonate, più policentriche, più frammentate. Il risultato: un Ken Parker dei poveri, fastidiosamente scialbo. E con un protagonista che meno protagonista non si può...

Insomma le magagne iniziano a saltare fuori e sono strutturali. Alcuni spunti iniziali sembrano avere il nulla alle spalle, e non basta un pool di illustratori di primordine per salvare sempre le storie. Questo numero ne è una prova.



DISEGNI
Fabrizio Busticchi, Luana Paesani    

Se i testi ci mettono del loro per affondare l'episodio, i disegni completano degnamente l'opera. Che scarto stridente rispetto alle recenti prove di Bignamini, di Gramaccioni, di Bruzzo. Ma anche solo confrontandoli con un segno classicheggiante come quello di Pepe visto 3 mesi prima la differenza è lampante: le anatomie sono spesso discutibili, gli ambienti sommari, i volti lasciano a desiderare. Le facce mostrano difformità evidenti a seconda dei punti di inquadratura e se disegnate di 3/4 sfoggiano brutti mascelloni ossuti, appuntiti ed eccessivamente prominenti. E poi ci sono tipologie di volti troppo, troppo simili: Sherman è Clemmons col pizzetto e i capelli brizzolati; Tommy e Phil svariano solo per la pettinatura; Anna Lee (la vittima) è la ragazza della spider con i capelli lisci.

"L'impressione è quella di un disegno estremamente vecchio, pesante, anni '70"
   

Anche la resa narrativa è molto scadente: ci sono inquadrature da dietro quando era importante vedere l'espressione del parlante; ci sono campi medi (con figure piccole) quando era più leggibile un primo piano; e così via. La colpa è sicuramente da dividere con lo sceneggiatore, che però si è già preso la sua razione di critiche, per cui... ;-)

In complesso, l'impressione è quella di un disegno estremamente vecchio, pesante, anni '70, da pubblicazione di serie-B. Sullo stile dei non compianti Demon Hunter, Dick Drago, Dagon, etc.

(14k)
Il povero Harvey Fenner se la vede brutta.
Disegno di Busticchi e Paesani (C) 1997 SBE



GLOBALE
 

Ho già detto fin troppo: storia incoerente che vorrebbe vivere d'azione e finisce per nutrirsi di brutti dialoghi, e che alimenta non pochi dubbi sul futuro newyorkese. Per buona giunta, pure dei mediocrissimi disegni (media la cover di Diso)

Spero solo che la storia che sta arrivando smentisca le mie preoccupazioni. Sarà una vicenda luuuuuunga (5 albi addirittura!) divisa in quattro albi, Masiero/Marzorati e Valdambrini/Suarez gli autori. E ci sarà un ritorno molto gradito, se immagino giusto, di una certa spia che non lo amava...;-)
 

 


 
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