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uBC MONITOR
FEBBRAIO 2000



Monitor
pillole dal mondo del fumetto  

In questa sezione troverete degli accenni al fumetto extra-bonelliano pubblicato in Italia. Si intendono fornire dei "flash" su alcuni eventi meritevoli di segnalazione, per un motivo o per l'altro. Occasionalmente saranno compresi degli approfondimenti con recensioni o articoli.


La terra senza male di Marco Migliori

(8k)
cover
  
Cos'è un capolavoro? Un fumetto in cui una buona idea (e magari qualcosa di più) viene sviluppata dagli autori in maniera tale da far immergere il lettore nel racconto. Coinvolgerlo nella trama per dare sensazioni (riso, commozione..) intense. Beh, questo volume ci va dannatamente vicino.

Siamo nel 1939, quando una etnologa francese raggiunge per la terza volta una tribù Mbyas, indios del Paraguay. Una tribù in cui è difficile crescere per i bambini e restare vivi per i grandi. Immersa in un clima di crescente apatia, la tribù si risveglia all'arrivo del Karai (l'uomo-dio). Mentre nel mondo scoppia la seconda guerra mondiale, Eliana Goldschmidt insegue la tribù in un pellegrinaggio senza meta. Alla ricerca di una terra senza male dove "le frecce vanno da sole a caccia.. campi di mais e tanti animali..". Un eden che ottiene subito uno scopo: svegliare dall'apatia un popolo, che comunque non avrebbe futuro davanti a se. E non importa tanto raggiungere l'eden, quanto cercarlo.

Un lavoro accurato, dalla scelta dei colori, alle riflessive didascalie dai fogli quadrettati, ai disegni dallo stile pittorico. E' tutto carico di significati, dall'uomo che guida i Mbyas (un meticcio), al motivo che spinge Eliana a seguire fino in fondo i Mbyas. Non c'è nemmeno la classica lotta contro la malvagità dell'uomo bianco. Nessun buonismo da strapazzo: Eliana sa in che epoca vive, non le va bene ma non ha false speranze da dare. Non si tratta di un soggetto particolarmente originale o entusiasmante. E' il ritmo del racconto, che incamera il lettore nella tela che avvolge Eliana/Napagnuma, dalla trasformazione da donna bianca a pieno membro della tribù, fino all'inevitabile finale. Beh, ripensandoci, è un capolavoro.

 7/7    La terra senza male di Anne Sibran e Emmanuel Lepage
(Alessandro editore) 60pp ca. colori, cartonato, volume unico, £ 29.000

 

 




Gen di Hiroshima di Pierfilippo Dionisio

(12k)
cover n.2
  
Il manga di Keiji Nakazawa intitolato "Gen di Hiroshima" (in originale "Gen dai piedi scalzi") narra in chiave sociologica e pedagogica ciò che è avvenuto in seguito al bombardamento del 6 agosto 1945 sulla città di Hiroshima. Gen Nakaoka, uno studente elementare, deve affrontare il dramma che lo coinvolge, che lo separa da alcuni membri familiari, che lo costringe a non chiudere gli occhi e ad affrontare le avversità e le disgrazie umane inenarrabili e inconcepibili, ma realmente crudelmente e angosciosamente accadute.

Il carico di emozioni è troppo forte, pesante; la velocità con cui vengono mostrate le scene, come un turbine, in un caleidoscopio che non mostra altro che immagini drammatiche e bellissime nella loro atrocità: l'assurdità di una guerra, la barbarie dell'umanità, i limiti che possono esssere valicati dall'uso sconsiderato delle armi, la speranza nell'uomo, la maturità necessaria a sopravvivere, l'adolescenza scacciata e ormai persa per sempre.

Subito riecheggia nella mente il ricordo di quel Maus di Art Spiegelman che ci aveva presentato il caso dagli occhi e dalla matita di un ebreo! Così il primo volume di Gen presenta un'introduzione di questo autore, vicino virtualmente a Nakazawa.

In questi ultimi anni sembra che l'interesse pubblico si sia finalmente rivolto al messaggio di tanti autori che ricordano questi tragici momenti dell'intero mondo e sempre più testi - ma basteranno? - aiutano a comprendere, a farci accogliere il loro avvertimento: un monito per il futuro, a coloro che verranno dopo di noi e che dovranno evitare di ricadere negli errori dei propri padri.

 6/7    Gen di Hiroshima n.2 di Kieji Nakazawa
(Planet Manga) 192pp b/n, £ 20.000, trimestrale ca., brossurato, 2 di 4 numeri

 

 




I Borgia di Marco Pesce

(12k)
Papa Alessandro VI
  
La Storia è da sempre la principale fonte di ispirazione per Robin Wood e il Rinascimento rimane senza dubbio uno dei suoi periodi favoriti, tanto che ne aveva già fatto lo sfondo per le avventure di Dago e di "Dracula l'uomo", due tra i suoi personaggi più noti e fortunati, anch'essi affidati alla mano di Alberto Salinas.

Questa volta lo sceneggiatore sudamericano sceglie di accentuare ancora di più la verosimiglianza storica per narrare le intricate vicende della famiglia catalana dei Borja, divenuti in seguito Borgia. L'attenzione è rivolta in particolare all'ascesa al potere del cardinal Rodrigo, vicecancelliere di cinque papi e infine papa egli stesso con il nome di Alessandro VI, nonché padre di Cesare Borgia (il Valentino), di Lucrezia e di Giovanni. Nella prossima parte della saga, in lavorazione, il protagonista assoluto sarà proprio Cesare Borgia.

La sfida, in un'operazione del genere, sta nell'essere storicamente fedeli e accurati senza diventare pedanti o peggio ancora didascalici, e si puo' ben dire che Wood riesca ad evitare questo pericolo con grande disinvoltura, contando sul fascino intrinseco dei personaggi ma sfoggiando anche un'invidiabile capacità di sintesi: molto interessante ed appropriato appare, in questo senso, l'uso del coro, ovvero della "vox populi", per commentare e raccordare tra loro le varie vicende.

Non mancano però i difetti, prima fra tutti la brevità dell'operazione: la carne al fuoco è tanta e 52 pagine sembrano davvero troppo poche per raccontare mezzo secolo di intrighi di palazzo, giochi politici, rivalità tra cardinali, ambizioni e sotterfugi senza sacrificare l'approfondimento psicologico dei personaggi e i loro rapporti, che a tratti vengono presentati in modo fin troppo schematico e ripetitivo (in particolare l'invidia di Cesare per il fratello Giovanni, prediletto dal padre). Per quanto riguarda i disegni, Salinas si difende ma è sempre lontano dai fasti di Dago, e la sua apprezzabile ricostruzione di costumi e arredamenti d'epoca viene purtroppo mortificata dagli ormai consueti, piattissimi colori, con tutta probabilità opera della redazione Eura.

 4/7    I Borgia di Robin Wood e Alberto Salinas
miniserie di 4 episodi di 13 tavole a colori, pubblicati sul settimanale Skorpio (Eura, lire 4000) dal n.1/2000 al n.4/2000

 

 




Wild Bill è morto di Marco Pesce

La vendetta è un tema caro ad Hermann: negli anni '70 le dedicò un fulminante gioiellino di sceneggiatura chiamato proprio "Vendetta" (in Italia su Eternauta n.70, ed.Comic Art) ed oggi ne fa il fulcro di questa sua ultima fatica, un western che si potrebbe definire di formazione e che segna, dopo lustri, il ritorno del cartoonist al genere che per primo gli diede la grande notorietà (Hermann è infatti coautore di Comanche, dopo Blueberry il più famoso western avventuroso della scuola francobelga).

Nel giorno in cui il leggendario Wild Bill Hickock viene ucciso a tradimento, il giovane orfano Melvin assiste al barbaro assassinio della sua amica Celinda e della famiglia di lei. Le circostanze lo portano poi a crescere come uno sbandato, sempre ai margini della legge, facendo mille lavori diversi. Ormai adulto, e divenuto ricco in maniera rocambolesca, riconosce per puro caso gli assassini e li insegue per fare finalmente giustizia.

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Lo scontro finale
di Hermann (c) Eura

Al di là della trama, ciò che più colpisce è lo stile asciutto ed essenziale del racconto, del tutto privo di enfasi e didascalie: anche quando ne rappresenta i sentimenti, lo sguardo che l'autore getta sui suoi personaggi è sempre distaccato, oggettivo, quasi hemingwayano. Spicca inoltre, a compensare l'abituale rigidità di alcuni volti e primi piani, l'estrema perizia raggiunta da Hermann nella costruzione della tavola e nell'uso delle inquadrature e del colore: alcune calibratissime sequenze, come quella della seduzione sulla diligenza, sono a dir poco magistrali e meritano un plauso incondizionato.

 6/7    "Wild Bill è morto" di Hermann
avventura di 52 tavole a colori suddivisa in 5 episodi pubblicati sul settimanale Lanciostory (Eura, lire 4000) dal n.1/2000 al n.5/2000

 

 




Pk di Pierfilippo Dionisio

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Pkna #35
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Pkna #36
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Pkna #37
L'evento del primo episodio della nuova trilogia di Star Wars non ha lasciato indifferente il Pk Team che ha dato luogo ad una storia in tre parti destinata a diventare una pietra miliare del Pk Universe: la Trilogia di Xadhoom.

Inutile raccontare la trama, abilmente strutturata in modo tale da enfatizzare momenti differenti del carattere dei protagonisti, da Pk a Xadhoom, da Xari a Xalya.

Così ciò che viene preparato nel primo numero - losche trame e Pk clandestino a bordo di una nave evroniana, come lascia suggerire il titolo, per trovarsi al centro dell'azione narrata - viene poi ad acuirsi nel secondo, più gravido di sentimenti forti e veri - come lasciano suggerire pure i disegni, soprattutto i primi se non primissimi piani dei personaggi - e soprattutti ricordi, spesso malinconici, ma presenti anche se lontani. Infine, nel terzo,non si poteva che sciogliere il nodo, trovare la risoluzione. Xadhoom opererà una scelta dura, sofferta e silenziosa: solo lei può donare nuova linfa vitale al suo popolo! Realizzerà il sogno della sua vita, ma lo farà da sola...

Toccanti le ultime tavole che vedono Pk unico testimone del dono e del futuro lasciato in eredità al popolo xerbiano.

Le copertine.
Un sottile gioco si articola nelle tre copertine, comprendendo anche la 4ª che è continuazione proprio della 1ª. Così nella copertina di PK #35 possiamo già scorgere nell'occhio di Occhi belli il viso sconcertato di Paperinik, viso che ritroviamo proprio nella copertina del numero seguente. In Pk #37 ammiriamo una triste Xado - e non Xadhoom - in una forma aliena a quella consueta.
Ma una nota è riservata al colonnino verticale presente in tutti e tre i numeri della trilogia: composti in serie formano un'unica immagine, una sorta di galleria commemorativa di ciò che Xadhoom rappresenta, nella sua triste storia.

 6/7    Pk - Xadhoom! The Trilogy
"Clandestino a bordo" di Artibani - Razzi - Soffritti & Matrone
"Lontano lontano" di Macchetto - L.Pastrovicchio - A.Pastrovicchio
"Sotto un nuovo sole" di Sisti - Mastantuono
(Walt Disney) 62+62+62pp colori, £ 4.000, serie mensile, spillato

 

 




La Principessa Mononoke di Pierfilippo Dionisio

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cover n.1
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cover n.2
Precedendo l'arrivo in Italia - con speranza - dell'animazione vera e propria, la Planet Manga propone l'ultimo lavoro di Hayao Miyazaki in una versione inconsueta: l'anime comic. L'Anime Comic non è una semplice trasposizione a fumetti del cartone animato ma è un fumetto costruito con i fotogrammi originali, scelti in modo tale da dare un continuum comprensibile a chi lo legge, inserendo i balloon per i dialoghi e posponendo didascalie quando sono necessarie.
"La Principessa Mononoke" (in originale "Mononoke Hime") nasce come film d'animazione per il grande schermo in Giappone nel 1997 dalle mani di un grande maestro contemporaneo, quell'Hayao Miyazaki che abbiamo conosciuto con "Nausicaä" ("Kaze no tani no Nausicaä") per quel che riguarda i fumetti - ma anche come animazione - e con alcuni cartoni animati tra cui spiccano per la fama "Lupin III: il castello di Cagliostro", la serie televisiva "Conan, ragazzo del futuro", alcune puntate della 1ª e 2ª serie di Lupin III e varie altre produzioni anche di una certa età. Sfortunatamente i lavori più recenti hanno trovato difficoltà a sbarcare sul nostro territorio ma l'eco del loro successo è ugualmente giunto fino a noi.

"La Principessa Mononoke" narra una vicende ambientata in Giappone durante il suo medioevo, infarcito di elementi fantastici. Marchio di Miyazaki è quello di impostare un genere ecologico-fantasy dove esporre lo scontro tra Natura e Uomo, tra Ragione e Istinto, tra Terra e Cielo.
I protagonisti principali sono tre, divisi in altrettante fazioni: Ashitaka, giovane guerriero destinato a diventare capo del suo popolo ma ora costretto da una maledizione a cercare la cura, San, giovane ragazza che vive con enormi lupi, conosciuta come dominata da uno spirito, schierata con le forze della Foresta rinnegando la sua natura umana, e Lady Eboshi, donna matura, capo clan di un villaggio ai margini della Foresta. Il tono è tragico perché le ragioni di ambo le parti principalmente coinvolte nell'azione scenica - villaggio e foresta - hanno lo stesso peso, la stessa forza: ognuna delle due donne lotta per difendere la propria comunità e sembrano bloccate in una fase di stallo. Ognuna delle due rappresenta il simbolo del femmineo, legato agli aspetti più terreni, corporei e materni. Simboleggiano quella società matriarcale della religiosità arcaica: evidenti sono in loro le tracce dell'antica Dea Madre. Ashitaka, da spettatore, ne è medium e può intervenire. Ma altro medium è proprio quella San che divide con molti personaggi femminili dello stesso autore il ruolo di protagonista, di pacificatrice e di mediatrice tra Uomo e Natura come già era successo per Nausicaä, per Lana in Conan e per altre (Fio, Sheeta, Kiki ed altre meno conosciute da noi).
Quello che si presenta di fronte al lettore/spettatore è un vero e proprio scontro tra due ordini distinti di forze in campo.

E' difficile comprendere appieno il significato inteso da Miyazaki, anche perché lontana è la cultura giapponese, con i suoi miti, le sue divinità ed i suoi costumi. Ma quello che il mondo occidentale può ricevere immediatamente è un messaggio di rivendicazione di ciò che alla Natura è stato ingiustamente, forzatamente tolto dall'Uomo, un messaggio di chiara rivalsa ecologica che già aveva fatto ottenere a "Nausicaä" un premio per l'impegno da parte del WWF.
Una storia con molte possibili chiavi di lettura, degna di un approfondimento da parte di chi la legge, cercando di non fermarsi di fronte alla patina superficiale. Con disegni curatissimi degni solamente delle migliori produzioni animate.

 6/7    La Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki
(Planet Manga - Marvel) 141pp a colori, anime comic, £ 7.900, mensile, 4 numeri, brossurato, senso di lettura giapponese

 

 


 
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