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| pillole dal mondo del fumetto |
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Poppoya di Vincenzo Oliva
Due anche i sentimenti cardine su cui ruotano le vicende: amore e rimpianto, e a corona la vergogna, il senso di colpa, il dolore. A tratti è difficile comprendere la logica degli eventi, il perché di quanto accade e viene rappresentato: l’alienità della cultura giapponese, la difficoltà di penetrarne le coordinate culturali sono ostacoli reali alla comprensione profonda di molte opere, specie se radicate nella psicologia e nella realtà sociale del popolo giapponese; tuttavia nella disperazione come nell’amore, nel senso di perdita che provoca la morte come nella forza catartica del dolore, vi sono tratti comuni ad ogni latitudine: leggendo le due storie del volume è bene aprire il cuore a queste similitudini, abbandonarsi ad una lettura emozionale, che schiuda il senso profondo della materia narrativa, che sveli quanto sta sotto il manto culturale e letterario. Gli autori scrivono e disegnano con mano felice e leggera, riuscendo a trasformare un materiale emotivo selvaggio e doloroso in una narrazione – testuale e grafica - fluida e delicata, senza annacquare, tuttavia, la grande forza dei sentimenti descritti. Credo che questa trasposizione fedele di qualcosa di primitivo in qualcosa di raffinato e sublimato, senza che vi sia perdita di pathos né esplosione di retorica, sia qualcosa difficile da ottenere, e testimonia della bravura e ancor più della sensibilità di Asada e Nagayasu.
In Love Letter, il secondo racconto, si spinge maggiormente sugli aspetti patetici. La storia dell’amore di Goro, un uomo violento, per l’immagine che si viene costruendo nella sua mente di una donna ormai morta e a lui sconosciuta, una prostituta cinese (ma che per gli scherzi del destino egli aveva sposato per motivi di visto d’ingresso in Giappone), è indubbiamente più immediata e narrativamente grezza delle rarefatte atmosfere magiche e psicologiche di Poppoya; e tuttavia la vivacità, la nitidezza con cui il personaggio dell’uomo e di Kan Pai Lan, questa sua innamorata virtuale, escono dalla pagina sono straordinarie. La ricchezza psicologica dei personaggi, il percorso che li porta ad amarsi oltre il tempo, ha il respiro e l’incanto di una favola. Da parte sua Nagayasu ritrae con nitida e accurata capacità di interpretazione i registri narrativi della storia, creando graficamente la dolcezza della donna come il cammino di redenzione e acquisto della consapevolezza da parte di Goro, mostrandoci la violenza, la tristezza, l’amore e la disperazione con la stessa chiave: la partecipazione emotiva. Di sentimenti si può e si deve scrivere, basta saperlo fare. Come Asada e Nagayasu.
Poppoya di Jiro Asada (testi) e Takumi Nagayasu (disegni)
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