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articolo di Francesco Trifogli


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Sono passati otto anni da quando la Comic Art cominciò la travagliata pubblicazione de "L'immortale" di Hiroaki Samura in Italia. Gli appassionati di questo manga si ricorderanno con sofferenza gli estenuanti mesi di ritardo di ogni numero e con terrore l'interruzione della serie con il numero nove. Per fortuna ci ha pensato la Planet Manga a riproporci questo straordinario fumetto ormai giunto con una certa regolarità al numero 15 ( in Giappone sono solo un paio di volumetti avanti). E per coloro che si sono persi la prima pubblicazione, a partire da marzo è arrivata anche la ristampa del primo volumetto a cui seguiranno tutti gli altri fino al numero nove.

Cominciamo quindi dall'inizio. Dall'inizio della storia. Siamo verso la fine del settecento in pieno feudalesimo giapponese. Le guerre civili sono finite e le scuole di spada del Giappone prosperano per numero di adepti ma sono ormai decadute negli insegnamenti. Sono ormai scuole di comportamento e di etichetta carenti nell'istruzione al combattimento. Nasce così l'Ittoryu una "scuola" formata da un gruppo di ronin capeggiati da Kagehisa Anotsu che ha lo scopo di unificare le scuole di spada di tutto il Giappone sotto nuovi precetti. Le scuole che non vorranno essere inglobate dall'Ittoryu verranno distrutte e i loro insegnanti uccisi.

La protagonista del manga è una giovane figlia di samurai, Rin, che, vedendo trucidati dall'Ittoryu i propri genitori, decide di vendicarli a costo della propria vita. A questo scopo la ragazza chiede aiuto a Manji un Ronin vagabondo altrimenti conosciuto come "l'uccisore dei cento uomini". Manji possiede il Kessenchu un verme che vive all'interno del suo stesso corpo che ha la facoltà di riformare i tessuti danneggiati rendendo il suo possessore praticamente immortale. Rivedendo in Rin l'immagine della sorella minore defunta a causa sua, Manji decide di aiutare la ragazza a compiere la sua vendetta.

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Rin e Kageisha
di Samura (c)

Comincia così un viaggio che porterà Manji a scontrarsi con i migliori spadaccini del paese e Rin a confrontarsi con i propri dubbi e con le contraddizioni insite nella missione di vendetta intrapresa. Un viaggio che la renderà lentamente adulta. La storia, che all'inizio sembrava avere una struttura a episodi (un nuovo nemico, un combattimento, un episodio), si fa già dal quinto volumetto più corale: Samura recupera i vecchi personaggi, ne inserisce di nuovi e dà vita ad un racconto dalla ferrea continuity nel quale i tasselli del mosaico si compongono con ritmo lento ma incessante. Tanto che ormai la conclusione della serie sembra relativamente vicina. Anche la qualità del fumetto cresce decisamente dopo i primi due numeri, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista dei testi.

"L'immortale fonde poesia e violenza dandoci un'interpretazione del settecento nipponico assolutamente affascinante."
   
Lo stile di narrazione de "L'immortale" è lento, arioso e di ineccepibile eleganza. I lunghi e splendidi dialoghi si compensano perfettamente con le scene di lotta dimostrando come Samura sia interessato all'introspezione e all'azione in eguale misura. "L'immortale" fonde poesia e violenza dandoci un'interpretazione del settecento nipponico assolutamente affascinante. A ciò si aggiunge una rappresentazione del secolo, frutto di un'accurata documentazione sia dal punto di vista delle immagini che degli accadimenti.

I tanti personaggi sono tutti ben caratterizzati ed hanno uno spessore difficile da trovare in altri manga. Alcuni poi, sono eccezionali. Makie, la donna guerriero divisa fra il suo talento di spadaccina e i suoi istinti femminili, fra una vita da guerriera e un'altra da prostituta; Araya, l'ex assassino disposto a tutto pur di nascondere il proprio passato al figlio e lo stesso Anotsu sono fra i personaggi più belli mai apparsi in un fumetto giapponese.

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Makie
di Samura (c)

I disegni, sempre ottimi, danno il meglio nelle scene d'azione in cui Samura sfoggia il suo gusto per tagli di inquadrature cinematografici e la sua capacità di dare potenza e plasticità ai movimenti dei personaggi. Anche nella violenza più esplicita Samura non rinuncia all'eleganza del suo stile. Le bellissime immagini con cui terminano gli scontri danno l'idea di essere state lasciate a matita per aumentarne la suggestività. Concludiamo dicendo che come in tutti i manga i disegni migliorano di volumetto in volumetto. Insomma per chi non l'avesse ancora capito "L'immortale" è uno dei migliori manga oggi in circolazione, un fumetto imperdibile anche per i non amanti della produzioni orientali. A tutte le qualità del fumetto si aggiunge il fatto che le due edizioni italiane sono entrambe molto belle e rispettose dell'originale. Hanno avuto anche l'accortezza di non tradurre i suoni onomatopeici in quanto parti integranti dei disegni. Purtroppo il prezzo di sette euro è decisamente elevato. Un'ultima curiosità: il titolo originale della serie è Mugen no junin la cui traduzione è "L'abitante infinito". Molto meglio de "L'immortale" no?


L'immortale di Hiroaki Samura (testi e disegni)
(Planet Manga) 225 pp. circa b/n, Euro 7.00, senso di lettura Orientale, sovraccoperta plastificata, serie in corso 15 volumi, periodicità variabile.


 

 


 
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