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Sai, Dylan, Chi c'era prima di te… articolo di Francesco Argento
Ma, e veniamo al punto, era la prima volta che Groucho Marx appariva in un mensile a fumetti come spalla di un protagonista ?
Il comic book a cui ci riferiamo appartiene alla collana "Giant-Size" che la Marvel pubblicò tra il maggio del 1974 e il dicembre del 75 con protagonisti a rotazione vari eroi del Marvel Universe. Quello che a noi interessa è il quarto "Giant-Size" dedicato a "Shang Chi Master of Kung Fu", l' indimenticato e più grande eroe di arti marziali mai apparso nell'universo supereroistico. Il pubblico italiano lo conosce bene dato che negli anni '70 l'Editoriale Corno di Luciano Secchi aveva ben pensato di proporlo nel nostro paese in formato gigante ed in bianco e nero. La collana "Giant-Size" aveva la particolarità di andare da un minimo di 52 pagine a un massimo di 68 e di essere in formato brossurato con titolo indicato sulla costoletta senza però essere di qualità superiore per quanto riguarda carta e copertina, in più le pagine erano tenute insieme da due spille fissate lateralmente, prima di incollarvi la copertina per tenere meglio il tutto. Il risultato sono albi di scarsa tiratura, di bassa qualità tipografica, non di rado mal centrati a causa della singolare spillatura di cui sopra e difficilissimi da trovare in buone condizioni. I collezionisti sono avvisati anche se, per la cronaca, l'albo in questione non è carissimo e ha una quotazione oscillante dai due ai quattordici dollari a seconda dello stato di conservazione. Sempre in questa collana uscì nell'estate del 1975 anche "Giant-Size" X Men nr. 1 che di dollari ne può valere anche 900… Per entrare meglio nel clima del personaggio riportiamo la traduzione del teaser che apriva l'albo:
"Chiamatemi Shang Chi, come ha deciso mio padre, quando mi ha cresciuto e forgiato la mia mente e il mio corpo nel vuoto di Honan,
il suo ritiro cinese. Ho appreso molto da mio padre: ad esempio che il mio nome significa "il sorgere e la crescita dello spirito", che
il mio corpo poteva essere forgiato come un'arma vivente attraverso la disciplina del kung fu e che poteva essere usato per uccidere un
uomo di nome dr. Petrie.
Shang Chi venne creato da Steve Englehart e Jim Starlin nel 1973 sulla scia del successo che la serie dei telefilm "Kung Fu" con David Carradine stava avendo negli States. In verità i due proposero alla DC Comics proprio di realizzare una versione a fumetti del telefilm, i cui diritti erano della Warner Bros e quindi "in casa", ma l'allora editor Dick Giordano nicchiò alla proposta. E quindi chiusa una porta se ne aprì un'altra, quella della Marvel di Stan Lee che accettò la proposta basata sulle arti marziali anche se non si poteva certo realizzare una collana ispirata alla serie TV. E così che Shang Chi, un po' David Carradine e un po' Bruce Lee, prese vita.
Nell'albo in questione, a dispetto della sontuosa scheda sul personaggio, la storia, con Groucho nel ruolo di tassista, è straripante di momenti umoristici e di gag (tipo la sua preoccupazione per i calli dell'eroe vista la sua tecnica di combattimento a piedi nudi) nonché di quei tipici calembour e doppi sensi "alla Groucho" (a cominciare dal nome del protagonista chiamato Chang Shee) che i lettori di Dylan Dog ben conoscono.
Si inizia, tanto per chiarire, con Groucho che insiste per farsi pagare la corsa da due rapinatori che si sono fatti "accompagnare" in banca puntandogli una pistola dietro la testa…
Il Groucho-tassista fa salire sul suo yellow cab anche Shang Chi che non trova di meglio che il suo taxi per sfuggire alla polizia e così, come vuole ogni storia d'avventura, inizia una serie di peripezie che porta i due per i sotterranei di New York e per i quartieri più pericolosi dove il terribile Tiger Claw tenterà (inutilmente) di avere la meglio. Apparizione straordinaria del citato Fu Manchu, il padre-avversario di Shang Chi.
I testi sono opera di Doug Moench, prolifico autore americano che ha scritto di tutto (da Godzilla a Batman) e che,
tanto per mettere le mani avanti, dichiara che questa è "senza dubbio la più bizzarra" storia di Shang Chi mai raccontata. Sempre
nella pagina di apertura si legge una didascalia che recita "presenta personaggi di supporto creati da Sax Rohmer" che altri non è
che l'inventore di Fu Manchu.
Non siamo certamente di fronte a un capolavoro però la "circostanza Groucho" rende l'albo appetibile e, inoltre, ci chiediamo se Tiziano Sclavi l'abbia mai avuto tra le mani. Aldilà della trama, lo Shang Chi degli anni '70 ha comunque un grande fascino nostalgico e non dimentichiamo che in chiusura di comic book c'è una storia breve del malefico Yellow Claw, originariamente pubblicata nel 1956 dalla Atlas Comics in "Yellow Claw" nr. 2, scritta e disegnata da Jack Kirby con guest star Jimmy Woo, agente dello S.H.I.E.L.D., e TemuJai, leggendario gigante cinese.
Chiudo con il chiedere perdono per il titolo di questo articolo dove ho tentato una gioco di parole alla Groucho, tanto per restare in
tema…
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