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Sog. e
Sce.Gianfranco Manfredi
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S i fossi foco, ardere
il mondo,
S i fossi vento, il tempesterei.
Hogan come Nerone, incendia la città e gode; non canti, non
folle poesia, non musica di cetra o lira che sia, ma bieca speculazione
edilizia. La finzione incontra la realtà, il fumetto si fa Storia, si
insinua nelle pieghe del mistero, del non detto e del mai saputo, abbatte
il muro di gomma e fornisce la sua spiegazione fantastica:
lincendio di Chicago non fu un caso, e questo lo dicono anche
i libri, ma ci vogliono i fumetti per spiegarci che sotto la cenere covava
il signor Hogan. Altro che la mucca: è stato Hogan a incendiare
Chicago, e forse se Prometeo lo avesse saputo non avrebbe rubato il
fuoco agli dei...
"Altro che la mucca: è stato Hogan a incendiare Chicago, e forse se
Prometeo lo avesse saputo..."
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Ma chi gioca col fuoco brucia se stesso, e Hogan arde di follia: chi è
Ned per lui, e lui per Ned? Affronta i tuoi fantasmi, signor
Hogan, perché la notte è lunga, e fa ancora caldo: è il
Vento che alimenta la Fiamma, ma se il Vento è forte la
Fiamma si spegne. Ma sarà spenta veramente? Ned augura a Hogan un buon
viaggio allInferno, ma forse dimentica che lAde è pieno di
zolfo, e il fuoco è ignifugo per natura: non era fumo quello che
usciva dalla diligenza su cui è caduto Hogan? E dove cè
fumo... Brucia, Hogan, brucia, e passa per il camino. Ned-Edipo ne
ha ucciso un altro, forse.

Questa non è la morte di Hogan
(c) 2000 SBE
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Del resto non è lui che si sente figlio, è Hogan che si vuole
padre, sino allallucinazione, sino a perdere il controllo, sino alla
pazzia che terribile lo coglie: Hogan si è combusto il cervello. Zot.
Tanto fumo e niente arrosto: quella di Hogan era una gravidanza isterica,
Ned non ha riconosciuto la figliolanza. Ma come? Tutto può essere
finito così? Fuochi dartificio senza il gran finale? E il
botto? Il mondo finisce con uno schianto, non con un pianto... Il lettore
non si capacita, si lamenta per come Manfredi brucia i suoi personaggi. Un
bel falò sulla spiaggia, come in colonia. Ma ci si lamenta solo
perché questa volta non si vorrebbe tornare a casa. E aspettare un
anno prima di una nuova estate calda. Prima di un nuovo falò.
Daccordo, vivremo un anno di più, ma pioverà... Il vostro
umile recensore, che non vuole essere il Bertoncelli dei fumetti,
intuisce solo che la pazienza pagherà; se avessimo saputo tutto ora,
sarebbe stato comunque peggio. Insomma, ci dobbiamo tenere la rabbia di non
aver saputo niente, in realtà, tutto è ancora avvolto nella
fuliggine, e dobbiamo pure essere contenti così, perché sappiamo
che presto farà ancora caldo.
Può bastare una storia fiammante per fare un buon lavoro? No.
Bisogna scriverla bene. E qui Gianfranco
Manfredi arroventa la punta della sua penna e ci offre un incisione,
una stampa a caldo, un lavoro di cesello: una sceneggiatura magistrale,
brucianti colpi di scena, che però lasciano una sete inesausta,
unarsura da siccità. Vogliamo ancora la storia, e naturalmente
la vogliamo leggere di fianco al focolare, in compagnia della nostra pipa
preferita, e, alla faccia del Codacons, la domanda che sorge
spontanea è una sola: qualcuno ha da accendere?
  

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Barbati e Ramella
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Barbati e Ramella sono i disegnatori di Magico Vento che hanno
realizzato più numeri; ma qui, anche loro, fanno fuoco e fiamme
. Mai bravi come in questo numero, per il quale si sono documentati
tantissimo, sui luoghi originari, col repertorio di foto depoca,
benché sfuocate dal tempo. Ma ci pensano loro a mettere a
fuoco le immagini, e il rosso fiamma si fa magico bianco e nero,
ovviamente disegnato col carboncino (tanto per dire). Impressioni
al levar del sole. Ti accendono. E a nessuno dei lettori può
venire in mente che da grande vuole fare il pompiere...
  

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Prima copertina di Pasquale Frisenda. La prima impressione, a
caldo , è che realizzare copertine è molto difficile, non
è come disegnare una storia, è un altro tipo di immagini quello
che si deve cercare. E bisogna stare attenti a non mettere troppa carne
al fuoco : forse la copertina in questione è eccessivamente ricca:
la città che brucia, Magico Vento in primo piano, Hogan sulle scale;
su cosa focalizzare la nostra attenzione? Proponiamo
sullinsieme, che resta splendidamente equilibrato, e con un contrasto
luce-ombra affascinante. E si può solo migliorare. Scura, la
copertina, eppure illuminante. E dalla valutazione positiva del globale non
possono rimanere esclusi i mille rimandi interni alla saga, che
ancora una volta si incastrano perfettamente nel mosaico, con riferimenti a
episodi passati, con il ritorno di personaggi già amati, come Dick
Carr, qua in panni inediti. Un caloroso grazie a chi ci regala
tutto ciò.
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