ubcfumetti.com
Indice del SitoNovità !Cerca nel SitoScrivi a uBC
MagazineRecensioni




" Gli invasori"

In questa pagina:
Testi
Disegni
Globale

Pagine correlate:

Trilogia dello Yellowstone (e di Monroe, Michigan)
recensione di Francesco Manetti


TESTI
Sog. e Sce. Gianfranco Manfredi    

Tranne rare eccezioni, ogni singolo albo di Magico Vento riesce ad offrire ai lettori almeno una sequenza, uno spunto, un dialogo memorabili. Ancora più spesso accade, però, che le canoniche 94 pagine di ogni albo siano talmente ricche di personaggi e di avvenimenti, di spostamenti da un setting all'altro, di cambiamenti di registro e di colpi di scena da farmi uscire dalla lettura con lo stesso appagamento col quale abbandonavo, nella prima metà degli anni settanta (lettore bonelliano in erba, per non dire lettore in erba tout court...), certe lunghe storie di Tex e di Zagor. Figuriamoci, dunque, quanto possa offrire una storia che, senza contare l'"introduzione" ("Gli spettri di Fort Laramie" MV 44), si sviluppa su ben tre albi!

Per avere un termine di paragone, il lettore di Magico Vento dovrà ripensare a cicli come quelli presentati nel gruppo di albi che va da "L'uomo senza volto" MV 24 a "L'ultimo agguato" MV 28 o, più recentemente, nella storia raccontata ne "La via oscura/Sipario nero" MV 37/38.

In quei casi, le storie ruotavano, rispettivamente, attorno agli scontri di Ned con Hogan e con la Volta Nera, e avevano fra i propri punti di forza, oltre a trame ben congegnate, anche lo spessore e il fascino di personaggi come Dick Carr, Herbert, Alexandra, Norma Snow... In questa nuova storia tutto ruota attorno allo scontro fra Ned e, per la prima volta nella serie, un nemico storicamente esistito, George Armstrong Custer. Anche stavolta, inoltre, il piacere della lettura è assicurato dal turbinio di avvenimenti e intrighi - che ci fa spostare dalla convention dei Democratici a Omaha alla biblioteca del Congresso di Washington, dalle rive del fiume Yellowstone alla residenza alto-borghese di Algernon Helds, a Monroe -, così come dalla perfetta gestione dei personaggi - dai già noti Dick Carr e Cavallo Pazzo, ad altri, come Little Boy, che calcano per la prima volta la scena.

Il filo conduttore dei tre albi, il "motore primo" di tutto quel che accade, sono alcuni documenti che dimostrerebbero il coinvolgimento di Orvil Grant, fratello del presidente degli Stati Uniti, in una speculazione sui fondi destinati alle riserve indiane; documenti presumibilmente in possesso di Custer, il quale se ne servirebbe per ottenere nuovi incarichi militari in territorio indiano tramite i quali alimentare i propri sogni di gloria. I veri protagonisti di questa storia sono dunque lo stesso Custer (benché sia assente nel terzo albo) e, conseguentemente, gli scontri sul fiume Yellowstone fra l'esercito statunitense (ufficialmente semplice scorta degli ingegneri della Northern Pacific) e i Sioux di Cavallo Pazzo e Toro Seduto, ben decisi a difendere il proprio territorio.

Tutto il resto (tutto quel che accade a Poe, ad esempio, ovvero la sua indagine a Washigton e la sua prigionia prima nel rifugio di Aiwass e poi nella residenza di Helds) hanno meno rilievo rispetto alle scene in cui campeggia Custer; rispetto alle battaglie, splendidamente orchestrate, che occupano più di venti pagine de "Gli invasori" e circa un terzo di "Battaglia sul fiume"; tanto che "I sicari", albo nel quale Poe, Dick Carr e Ned (e Aiwass) riescono a mettere le mani sui già citati documenti, è meno coinvolgente rispetto alle prime due parti. Se paragoniamo, ad esempio, il finale de "I sicari", nel quale Ned si trova faccia a faccia con Aiwass, con quello di "Battaglia sul fiume", nel quale Ned affronta Custer, ci accorgiamo che è quest'ultimo il vero climax della storia (anche perché, bisogna ammetterlo, il confronto con Aiwass altro non è che il prologo di un nuovo ciclo, come si può capire leggendo il successivo "Il segreto di Aiwass" MV 48...).

"Torna Hogan, torna Aiwass, torna persino Norma Snow, ma il vero protagonista dei tre albi è solo lui: George Armstrong Custer"
   

Ne "Gli spettri di Fort Laramie" avevamo conosciuto un Custer ambiguo: spietato massacratore di indiani, come vuole certa stampa, o vittima di manovre politiche, come egli stesso si presenta a Poe? L'ambiguità è presto risolta sin dalle primissime pagine de "Gli invasori": Custer, coerentemente col ritratto storico che ci è stato trasmesso dalle testimonianze d'epoca, si rivela un personaggio mosso unicamente da sogni di gloria, dal desiderio di restare nella Storia del proprio paese, anche a prezzo della propria morte.

Lo scarto è dunque notevole rispetto a "Gli spettri di Fort Laramie". Ad un Custer abile nell'usare la parola per abbindolare Poe e le persone riunite alla convention dei Democratici, segue un Custer dall'astuzia altrettanto sottile (si pensi a come riesca a provocare degli scontri con i Sioux malgrado l'opposizione del generale Stanley), ma dalle frasi e dagli atteggiamenti smodatamente istrionici. Un Custer per molti aspetti vanaglorioso e dunque ridicolo (cade da cavallo, non pare aver una buona mira...), ma anche, aldilà del suo essere sempre pronto a gettarsi nella mischia a spron battuto senza, apparentemente, riflettere, capace di ottime intuizioni (si rende conto, ad esempio, del fatto che Cavallo Pazzo vuol farlo cadere in un'imboscata). Un personaggio dunque meno complesso di quanto poteva apparire leggendo "Gli spettri di Fort Laramie", ma comunque accattivante, grazie, per l'appunto, al suo istrionismo.

Malgrado la storia ruoti, essenzialmente, attorno a Custer, alle sue ambizioni e ai documenti con i quali cerca di realizzare tali ambizioni, nei tre albi ha un ruolo di rilievo, come accennato, anche Aiwass. Tornano inoltre non solo Hogan, nell'inedito ruolo di deus ex-machina in favore di Magico Vento, ma persino Norma Snow, che si rivela essere, come aveva già intuito l'attento Daniele J. Farah, l'Isi chiamata ad alleviare le pene dello stesso Hogan ne "Il mostro di Hogan" MV 31. Come già detto, però, la parte relativa a questi tre personaggi è, di fatto, solo l'introduzione a un nuovo lungo ciclo che dovrebbe svilupparsi nei prossimi mesi.

Più interessante, per il momento, godersi il ritorno di Dick Carr (il quale assume, nei tre albi, ben quattro identità diverse) e, ancor più, l'introduzione di nuovi promettenti personaggi - quali l'agente segreto Little Boy, braccio destro di Dick, e Lance Report, fabbricante di lampade e disincantato azionista della Northern Pacific - ulteriori dimostrazioni di come la serie ideata da Manfredi stia sempre più assomigliando a una balzachiana Comédie Humaine degli Stati Uniti degli anni '70 del XIX secolo, colossale affresco nel quale vediamo interagire, di numero in numero, affaristi, contadini, pistoleri, indiani, medici, prostitute, predicatori, giornalisti, immigrati cinesi, soldati, minatori, uomini politici e chi più ne ha più ne metta.

In mezzo a così tanta abbondanza, è pressoché inevitabile trovare anche qualche difetto. Per quel che riguarda la trama, mi sembra troppo poco plausibile il motivo per il quale Aiwass sceglie proprio Poe per impadronirsi dei documenti in possesso di Custer. A livello di struttura generale, pesa un poco il fatto che il terzo albo sia più debole rispetto ai precedenti, malgrado sia comunque reso particolarmente interessante dall'incastonamento, nel racconto principale, della storiella dei due ubriaconi amici per la pelle, in ragione anche del contrasto fra l'happy end che una serie di divertenti equivoci regala agli uni e la morte che un banale malinteso farà incontrare agli altri.



DISEGNI
Pasquale Frisenda, Goran Parlov,
Giuseppe Barbati & Bruno Ramella
   

Tre albi, tre stili diversi. Il primo albo è disegnato da Pasquale Frisenda, il secondo da Goran Parlov, il terzo da Giuseppe Barbati (coadiuvato, come al solito, da Bruno Ramella). Malgrado le differenze fra i tre stili (anche qualitative), il risultato complessivo è senz'altro ottimo.

Frisenda offre senz'altro il risultato migliore dal punto di vista tecnico. Mi riferisco alla sua capacità di suggerire la distanziazione, rispetto a ciò che campeggia in primo piano, delle figure poste sullo sfondo tramite peculiari sfumature che caratterizzano, ove ce ne sia bisogno, le sue vignette; tecnica che si ritrova, talvolta, anche nella raffigurazione di ombre o dei vapori di locomotive o di sigari... Perfetta come sempre la mimica di Poe, così come la caratterizzazione di Dick Carr (o meglio delle sue due interpretazioni nell'albo disegnato da Frisenda: Henry Task e Clifford Candy) e di altri personaggi, quali la gretta Bessie Donovan e Grande Falco. Un po' meno incisivi, invece, i volti di Custer e di Cavallo Pazzo. I risultati migliori, quelli da lasciare a bocca aperta, Frisenda li raggiunge nella lunga sequenza della prima battaglia fra i soldati di Custer e i Sioux e i Cheyenne guidati da Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Grande Falco: splendide pagine, nelle quali, fra l'altro, l'espressività e la dinamicità non impediscono mai la perfetta leggibilità degli eventi.

Parlov, dallo stile meno ricercato, meno accurato rispetto a Frisenda, incappa a volte in incidenti di percorso, tanto più irritanti quanto più banali: si guardi, ad esempio, alla quarta vignetta di pag.8, nella quale Poe non solo è un po' sgraziato, ma ha persino dei lineamenti diversi dal solito. Contraltare di questa mancanza di accuratezza è una espressività di segno che, in altri casi, gli fa ottenere risultati più apprezzabili rispetto al collega. Il suo Custer, ad esempio, è di gran lunga migliore rispetto alle versione che ne danno Milazzo, Frisenda e Barbati (ne "I sicari", è Dick Carr a prendere le sembianze di Custer): nel volto del Custer di Parlov si può leggere infatti, contemporaneamente, sia l'astuzia che la vanagloria e la sbruffonaggine di questo personaggio. Ma si guardi anche il volto di Belle (una delle prostitute amica di Dick) nella quarta vignetta di pag. 41: splendida, nella sua smorfia di sopresa mista a rabbia, mentre nel numero precedente non ci soffermavamo neppure per un attimo a contemplarla... Anche Parlov, comunque, offre il meglio di sé nelle sequenze in cui soldati e indiani si affrontano in battaglia lungo le rive dello Yellowstone.

Più deboli, come di consueto, i disegni di Barbati. Il tratto è più sporco, i volti sono meno espressivi (il primo piano col quale Isi rivela al lettore di essere Norma Snow non ha niente, graficamente, che lo renda memorabile), la gestione delle vignette più impacciata. Le sue tavole interpretano correttamente la sceneggiatura, senza però impreziosirla, né esaltarla. Una sequenza, ad esempio, come quella in cui Magico Vento precipita in una sorta di limbo e viene salvato da Hogan non ha niente di evocativo, risultando anzi un po' kitsch, così come risulta quasi grottesca (invece che inquietante), nella pagina precedente, la trasfigurazione del volto di Aiwass.



GLOBALE
 

Molto bella la copertina de "Gli invasori", con Custer che attacca Magico Vento fra gli spruzzi delle acque dello Yellowstone (e malgrado questa scena non si trovi né in quest'albo, né nel seguente). Più di maniera la copertina di "Battaglia sul fiume", nella quale l'immagine di Magico Vento a cavallo mi richiama infatti alla memoria una qualche copertina di un vecchio numero di Tex. Non sgradevole, in sé, la copertina de "I sicari". Ha però forse il difetto di enfatizzare (come già il titolo) un aspetto secondario della storia contenuta nell'albo. Meglio sarebbe stato, forse, per mantenere una continuità con i due numeri precedenti, dedicare titolo e copertina all'intrigo relativo ai documenti in mano a Custer.

Anche quest'ultima osservazione non mi impedisce comunque di affermare che questi tre albi (o questi quattro albi, volendo includere anche "Gli spettri di Fort Laramie") rappresentano uno dei risultati migliori della serie, ovvero una delle più efficaci dimostrazioni delle sue qualità. E così, malgrado né il soggetto, né la sceneggiatura, né i disegni (fatta una "media" fra i risultati dei diversi disegnatori) siano perfetti, non ho esitazioni a dare a questa storia un giudizio numerico tale da farlo accedere - in base al sistema di valutazione di uBC - all'empireo dei capolavori.
 

 


 
(c) 1996 uBC all right reserved worldwide
Top
http://www.ubcfumetti.com §