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Censure & Ristampe articolo di Marco Migliori Nel 1948, quando Tex esce in edicola, i fumetti di maggior successo sono indirizzati ad un pubblico di giovanissimi, senza troppe pretese. Tex invece, fin da subito dimostra di possedere un linguaggio rude, lontano dai dialoghi da oratorio del Piccolo Sceriffo (per fare un esempio), e allo stesso tempo e' un uomo schietto che va dritto allo scopo senza perdere tempo. E' per queste caratteristiche da fumetto adulto, che Tex alla lunga si e' imposto a tutti i fumetti che in quegli anni (pensiamo al Grande Blek o a Capitan Miki) vendevano assai piu' di lui, e a parecchi di quelli successivi. Ma in anni di moralismo galoppante come quelli, queste caratteristiche potevano anche essere un rischio per l'editore.
Siamo nel 1951, quando due deputati democristiani presentano alla Camera un disegno di legge per istituire una sorta di censura preventiva sulle pubblicazioni a fumetti. Anche se la legge non venne mai approvata, il tentativo fu ripetuto prima nel 1955 e poi nel 1958. E' evidente che, qualora la legge fosse passata, passare le tavole prima della pubblicazione ad una sorta di authority governativa sui fumetti, avrebbe significato come minimo la paralisi della serie impedendo qualsiasi periodicità fissa. Come massimo invece.. beh, siamo tutti italiani e possiamo immaginare i tempi e le modalita' di un controllo governativo di questo tipo :-). Perche' tutto questo vi chiederete? Abituati alla pubblica esposizione di seni, sederi, massacri in ogni sorta di spettacolo, televisivo e non, dei nostri anni; fatichiamo a comprendere l'impatto che poteva provocare una donna disegnata in bikini (!). Ebbene, in quegli anni un personaggio del genere fu messo pubblicamente alla gogna, e l'editore, subita una condanna, impose un cambiamento grafico drastico, che naturalmente uccise la testata. Per evitare questi rischi, gli editori di fumetti decisero che la prevenzione e' meglio della cura, e quindi istituirono una censura interna con tanto di marchio "MG=Garanzia Morale" sulla copertina della pubblicazione. La preoccupazione era quindi quella di evitare qualsiasi tipo di accusa, ammorbidendo i toni delle serie piu' dure (come Tex), evitando uccisioni, vestiti troppo scollati, impedendo la derisione della legge e di chi la rappresentava, ecc..
Censure. Tutto questo si tradusse in Tex in una continua caccia ad evitare lo scandalo. Se i dialoghi di G.L.Bonelli erano troppo crudi, li si sostituiva con altre parole decisamente meno "impudiche". E cosi' poteva succedere che, sfiorato da una pallottola, Tex dicesse (n.10): "Vorrei proprio sapere chi e' quel porco!". Una versione decisamente impresentabile, tardivamente sostituita con "Vorrei proprio sapere che e' quel tipo che si diverte a prendermi di mira!".
Notate che la modifica apportata con la censura (oggi ci fa quanto meno sorridere), cambia anche di molto il modo di presentarsi di Tex. Una frase secca, chiara e con una imprecazione adatta alla situazione di pericolo in cui si trova, viene sostituita da una frase lunga, che sembrerebbe detta da uno che sta guardando il paesaggio e che certo non somiglia granchè al Tex di Bonelli.
Qualsiasi collezionista di vecchia data, vi dira' infatti che questo e' il Tex vero, il personaggio creato da G.L.Bonelli. Un Tex diretto, che non usa mezzi termini per nessuno.
Non sempre pero' queste censure erano curate fino in fondo..
La seconda cosa da notare e' che se queste modifiche fossero state fatte prima di arrivare dal tipografo, noi ne avremmo mai saputo nulla, e la cosa sarebbe rimasta un procedimento interno dell'Editore. Invece, spesso e volentieri le censure avvenivano quando l'albo era gia' uscito in edicola. Avvenivano nelle successive edizioni dello stesso albo perche' le copie erano poche, nelle ristampe, nei diversi formati (vedi Tex "Tutto di Carta") editoriali successivi. Ristampe. Ecco quindi che la censura ha causato un grandissimo problema ai collezionisti negli anni. Esistono numerosi albi (soprattutto del Tex gigante 2°serie), di cui esistono diverse versioni, riportanti piccole varianti ma nessun criterio certo di identificazione per stabilire quale fosse la prima edizione. Da anni si puo' dire che si discuta tra appassionati e collezionisti, circa le differenze che risaltano tra le varie edizioni. Differenze che non si limitano alle sole censure, ma che riguardano anche altri particolari, come l'apparire in terza di copertina di una diversa pubblicità: alcune con la scritta "Nel bellissimo albo..", e altre con la scritta "Leggete..". In alcuni casi ragionando sull'indirizzo dell'Editore (prima e dopo i cambi della sede legale), oppure sul numero di autorizzazione, oppure su altri particolari, si e' riusciti a sciogliere il mistero. In altri casi, e' risultato oggettivamente impossibile carpire i segreti delle pubblicazioni di cosi' tanti anni addietro. Esistono quindi n versioni dello stesso albo, censurate e non, con diverse indicazioni pubblicitarie o altro ancora a differenziarle. Non e' quindi sufficiente il prezzo (£ 200 per i primi Tex gigante 2°serie), ad identificare la versione originale. Si puo' dire che ad esempio del n.1, esistano non meno di cinque versioni tra censurate e non, ed un numero imprecisato di ristampe successive ben identificabili dal prezzo diverso. Ristampe che, da quanto mi e' stato detto, sono proseguite fin dopo il numero 150 circa. Bonelli deve aver pensato che la situazione era troppo semplice, ed ha quindi inserito un ulteriore elemento di disturbo: modifiche apportate alla forma della vignetta, correzioni ortografiche, parole eliminate o modificate non si sa bene per che scopo. E questa attivita' e' talmente piaciuta ai redattori della Bonelli, che in ogni edizione vi perseverano, conquistando sempre nuove vette nelle modifiche piu' o meno utili degli originali. Infatti e' lo stesso Sergio Bonelli sul Tex Nuova Ristampa n.2, a spiegare: "Sparate al petto, risparmiate il volto!". Cosi' disse, se non ricordo male, un eroico patriota rivolgendosi al plotone d'esecuzione, (..) Con la stessa serenita' e lucidita' mi arrendo a voi, mio ideale plotone d'esecuzione, quale unico colpevole non solo dei piccoli cambiamenti ma anche e soprattutto dei "non-cambiamenti" operati sul primo albo di questa nuova collana cronologica. Ancora una volta gli interrogativi erano quelli di sempre: e' giusto modificare un'opera che e' gia' stata pubblicata una decine di volte? (NdR 10 e' decisamente scarso per difetto) E' piu' corretto rispettare la passione maniacale dei vecchi collezionisti lasciando tale un errore sfuggito al letterista oppure e' piu' serio correggerlo per rispetto al giovane lettore che compra l'albo per la prima volta? Io propendo per quest'ultima soluzione (..) Cosi' per esempio, non ho esitato a cancellare da una didascalia apparsa nel numero scorso (nella prima vignetta di pagina 35) la data 1898, che avrebbe fatto saltare ogni coerenza cronologica dell'intera serie, ma non ho avuto il coraggio di intervenire sulla camicia di tex che, senza nessuna motivazione logica, tutto a un tratto, perde le sue frange per diventare la casacca che conosciamo attualmente. (..)" Alcuni errori ortografici o di datazione sono stati effettivamente corretti nel tempo. Come la mitica data 1898 che appare nel primo numero e che e' completamente incongruente con la continuity della serie. Altri errori, come piu' banali errori di lettering, sono sfuggiti quantomeno alle prime modifiche, e infatti anche nel n.1 si puo' notare come a pag.18, Tex chiami "Tesach" quando il nome della ragazza e' "Tesah". Errore che e' rimasto anche nelle versioni censurate. Purtroppo tutte queste modifiche, censure o meno che fossero, sono sempre state apportate alle tavole originali, cosi' che oggi non solo nessuno e' in grado di dire quale e' la versione voluta da G.L.Bonelli, ma nemmeno Bonelli e' in possesso degli originali.
Entrando recentemente in possesso di una tavola originale di Letteri, ho notato per prima cosa che il disegnatore lavorava ancora a strisce (3 cartoncini incollati alla meno peggio assieme), nonostante che il formato a striscia fosse abbandonato fin dal n.95 circa, e la tavola sia invece del n.172. Notato questo, la seconda cosa che balza all'occhio, e' un ampio uso del bianchetto su tutta la tavola per correggere piu' che altro le nuvole e quanto in esse contenuto. Quindi, purtroppo, questa pratica continua anche in tempi recenti visto che le modifiche (da un controllo veloce fatto in negozio), corrispondono alla versione di TuttoTex uscita negli anni 90.
Comunque, se proprio avete tempo da perdere, potete passare
qualche anno a girare per l'Italia consultando le varie collezioni e
prendendo appunti sulle differenze riscontrate. C'e' chi l'ha fatto per noi,
pubblicando libri sull'argomento, e giungendo a conclusioni differenti a seconda dell'autore
che ha compiuto la ricerca. E questo dimostra che sull'argomento si possono scrivere fiumi d'inchiostro,
ma e' ormai impossibile scrivere la parola fine.
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